06:40
Alla fine sono andata a dormire verso le tre di notte, quel documentario sembrava non terminare mai.
Mi sveglio, mi alzo in malo modo dal letto e ad accogliermi trovo il solito soqquadro presente 365 giorni all'anno in camera mia.
Maglie sparse sulle sedie, scrivania piena di libri, fogli volanti, disegni, scarpe ovunque, calzini sparsi sul pavimento come un campo minato, e ,immancabile, me stessa.
Sembra impossibile ma sono la parte principale dello scompiglio.
Mi guardo allo specchio, mi squadro per cinque minuti e noto con piacere due occhiaie sotto gli occhi, il naso di un colore che si avvicina tanto alle tendine rosse di mia zia Tessie, e dei capelli che si avvicinano molto alla chioma di un albero dopo un uragano.
Decido di distaccarmi da quella visione scabrosa per andare in bagno.
Riesco miracolosamente a pettinarmi la chioma ribelle, passo il corridoio e torno in camera dove scelgo una felpa, un paio di pantaloni che mi capitano a tiro, uno dei tanti pantaloni sparsi dappertutto, mi infilo le un paio di calzini sui piedi gelidi e indosso le scarpe.
"pronta!" , penso.
Guardo l'orologio e sono le 7:45.
"ma che diavolo..!"
Una voce dalla cucina mi urla:
«Allison! Sei in ritardo ,come al solito, muoviti che la colazione è pronta»
«Si va bene, arrivo ma'» rispondo mentre ancora tento di pettinarmi, e capendo che sto miseramente perdendo tempo, scendo le scale di corsa, rischiano di cadere, mi butto sul tavolo apparecchiato, e in circa tre minuti divoro sia le uova, che le speck.
Josh mi fissa come se avesse appena visto un cannibale sviscerare un proprio simile e ridurre la carcassa priva di vita a un brandello di carne.
Io ricambio lo sguardo , e con un piccolo sorriso :
«Buon giorno fratellone»
«Ehm, si, ciao. Ally ma come sei conciata? Ti sei resa conto del fatto di avere la felpa al contrario, i calzini diversi e le occhiaie che arrivano per terra? Per non parlare..»
«Josh. Stai. Zitto.» gli rispondo, fulminandolo con lo sguardo d'un felino.Capendo in che situazione si trova, annuisce e sorride, come se non fosse successo nulla. Bevo l'ultimo sorso di latte, prendo lo zaino e ci catapultiamo tutti in macchina. Sia io che Josh siamo in ritardo, e ciò vuol dire l'ennesima ramanzina da parte del prof, anche se penso che ormai ci siamo abituati, sia noi, che lui. Arrivati a scuola ci dividiamo, io prendo il corridoio a sinistra e lui imbocca quello di destra. Fra me e me penso all' orario di oggi:
«allora, alla prima ora dovrei avere matematica, mentre alla seconda due ore di letteratura e poi due di biologia...".
Le ore passano in fretta finché non arrivano le ore di biologia. Entrando in classe faccio subito caso a Blake, e penso che anche lui faccia lo stesso, infatti, guardandomi furtivamente accenna un movimento del capo che interpreto come un saluto. Ricambio il saluto e mi siedo al mio solito posto, vicino alla finestra. Il tempo non è migliorato da ieri sera e anzi, sembrerebbe far più freddo .
"sempre meglio" penso.
Mi volto e noto che Blake continua a guardarmi. Eppure quando i nostri sguardi si incrociano lui si gira, quasi voglia nascondersi.
Il professore continua a parlare ma essendo una ragazza che si distrae facilmente, casualmente solo nelle ore di biologia e matematica, mi metto ad osservare le persone che passano per strada, dato che la finestra si affaccia su quest'ultima, divisa però da un piccolo giardino situato appunto fra la strada e la scuola. Ogni giorno mi diverto di più, la strada è piena di gente bizzarra, o che ha comportamenti bizzarri, come quella volta che un signore vestito da clown vendeva ai bambini delle bretelle da uomo. O un'altra volta, una donna alta, snella con il caschetto che ha improvvisato un balletto proprio in mezzo alla strada.
L'ora finisce, e io praticamente ho capito si e no , circa due frasi.
Sto per andarmene quando una mano mi picchietta sull'omero sinistro, facendomi voltare. Dietro di me c'è Blake, con un sorriso stampato in faccia e la mano tesa verso di me in segno di amicizia.
«non ci siamo mai presentati per bene, Blake Jenner»
«oh, beh sai già chi sono, comunque Allison Grier» rispondo il più gentile possibile.
Non conosco quasi per niente Blake, eppure sono nervosa mente gli parlo. Forse perché non è così brutto come pensavo, anzi, ha occhi scuri, quasi neri, capelli un po' arruffati ricci, e un bel sorriso.
«Ti va di pranzare insieme? Così, per conoscerci meglio. Andiamo in una pizzeria qua vicino, molto buona, e te lo dice uno che di pizze e ristoranti se ne intende eh»
Con un lieve sorriso accetto. Cosa ci potrebbe essere di male?
«Bene, allora vado ad avvisare un amico, ci vediamo fra poco davanti al cancello della scuola»
«certo, a fra poco».
Mentre Blake si allontana, io mi dirigo verso Kate e Leyla, le mie migliori amiche. Kate è alta, mora con grandi occhi verdi, mentre Leyla è più bassa di me, bionda e degli zigomi perfetti.
«Ehi Ally, ti va se mangiamo da me oggi?» mi chiede Kate.
«Mi piacerebbe ma ho un impegno , scusatemi » rispondo, con un tono fra il dispiaciuto e il trattenuto.
«Oh, e che devi fare»
Inizialmente un po' insicura ma poi ripensandoci, è solo un'uscita, non c'è niente di male a dirlo alle proprie migliori amiche.
«Blake Jenner mi ha invitata a pranzo con lui, siamo nello stesso corso di biologia» rispondo con un sorriso.
«Blake Jenner?!» rispondo all'unisono come se avessi pronunciato il nome di John Christopher Depp.
«Ehm, si. Perché tutto questo stupore?» un po' turbata.
«Beh, è un ragazzo molto carino. Cominci a far conquiste eh Ally» con una smorfia alquanto pervertita.
«Ci conosciamo appena, ed è solo un'uscita da amici , quindi niente di speciale»
«si si, lo ha detto anche Layla l'anno scorso quando è uscita la prima volta con Jake, e ora guarda dove sono arrivati i due piccioncini»
Ah, Kate, la solita provocatrice.
«Sei solo invidiosa del fatto che io e Jake andiamo splendidamente d'accordo»
«Sogna sogna»
«Ragazze io devo andare, Blake mi aspetta, se vi lascio sole non vi sterminerete a vicenda, vero?»
«Questo non lo potrai mai sapere cara Griella»
Per fortuna mi chiama solo Layla "Griella", è un soprannome che odio, e che concedo solo a lei.
Saluto e vado all'esterno della scuola, davanti al cancello, dove Blake mi sta aspettando.
«Forza, forza signorina, c'è una pizza che ci aspetta, e vorrei conscerti meglio, quindi muoviamoci» dice, mettendomi il braccio intorno al collo.
Io, prendendolo come un gesto troppo espansivo , mi allontano leggermene scrollandomelo di dosso, e quel che ricevo, con mia sorpresa, è solo una piccola risatina.
La strada come aveva detto non è stata lunga, anzi, più corta di quanto pensassi.
«Bene , siamo arrivati, prima le signore»ehi gente, ho cambiato il nome della protagonista perché trovo che questo sia più comodo e bello.
spero vi piaccia
-lu