La storia iniziò in un luogo magico, ove molto del moderno mondo ha origine, come la narrazione del mondo italico o anche solamente il mito di una donna che vive, ancora adesso, nell'immaginario degli uomini, per essere: La donna.
«Odio aspettare!» - Disse La Donna.
La guida del Parco si fece largo a fatica tra la stopposa vegetazione, scansando con le mani guantate enormi fasci di stramma, stando bene attento a tenerli lontano dal viso... una breve disattenzione e si sarebbe potuto ferire, certo non gravemente, ma sicuramente sarebbe stato doloroso... la stramma era una
pianta comune e piuttosto fastidiosa, tipica della zona... praticamente la infestava. Si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito al ricordo di quando, decantando le proprietà e l'utilizzo in tempi remoti di questa pianta per farvi cesti e altri oggetti, arrivava alla parte in cui avvisava i turisti di maneggiarne le lunghe foglie con cura, soprattutto se a mani nude: molti la sfioravano delicatamente, come bambini attenti, ma vi erano anche gli altri, sicuramente troppo stupidi per ascoltare tutto il discorso, ne afferravano saldamente le foglie lunghe e strette e tiravano per strapparne via un pezzo... grave errore, perchè il risultato era che i poveri stolti si portavano a casa dei fastidiosi ed irritanti tagli. Borbottò qualcosa tra sè e sè, quella guida molto previdente, che stava ancora continuando ad avanzare tra la vegetazione, seguendo i sentieri bordati dalle piante grasse: il suo giro di controllo sarebbe terminato tra un'ora, aveva tutto il tempo che voleva per restare solo con i suoi pensieri e godersi la quiete della natura mediterranea... aveva avuto una bella fortuna a trovare quel posto come guida nel Parco del Circeo, in un periodo in cui sia il lavoro che le possibilità di sceglierlo scarseggiavano. Stava vagando da un pò senza una meta, seguendo pensieri del momento, quando si ritrovò davanti ad una voragine nera tra le rocce. Ebbe un fremito non appena si accorse di cosa fosse. La Grotta della Maga Circe pensò. Alcuni studiosi tendevano ad identificare il Parco del Circeo come l'isola Eea citata nell'Odissea, ma non erano le uniche voci che si potevano udire quella sera. Quelli che ci lavoravano, non avevano dubbi sul fatto che il luogo avesse qualcosa di magico, maga o meno. Bisognava girare al largo dalla grotta, se si era soli, perchè qualsiasi cosa vi fosse stata, non voleva essere disturbata... in molti si erano sentiti male, visitando in solitaria quel luogo, ma per lui erano tutte sciocchezze.«Se ci sei batti un colpo, maga!» - Borbottò.
Fu allora che la vide. La lunga chioma al vento, nera come piume di corvo, stava ferma, immobile, alla punta del promontorio. Sotto di lei il mare e i suoi scogli taglienti come rasoi. Ma la precarietà della sua posizione non sembrava impensierirla. Guardava il mare, null'altro. Indossava un'ampia veste verde che come i capelli la avvolgeva, rendendola quasi eterea, lontana. Ma furono i suoi splendidi capelli fluttuanti ad attirare la sua attenzione. Non ne aveva mai visti di così scuri e belli... mai nessun'altra donna che avesse visto aveva i capelli di un nero così intenso. E la sua pelle diafana non faceva che aumentare questo contrasto. Rimase a fissare la donna per vari secondi, forse minuti.
«Chiedo scusa... lei non può stare qui!» - . Le ricordò per il suo dovere di guida.
La donna sembrò non sentirlo.
«Scusi? Ho detto che non può stare qui... è pericoloso. Da sola potrebbe perdersi!» - . Insistette lui, sempre per il suo dovere di guida.
Questa volta La donna si voltò. Lentamente, come se non avesse fretta. La sua bellezza lo folgorò. Lui pensò che non era semplicemente bella, ma quasi divina anche se la cosa sorprendente fù che lui riuscisse anche solamente a pensare. Gli occhi scuri e profondi di lei lo fissarono.
Non sapeva più che dire.«Ecco...... può stare lì quanto vuole è che io... dovevo avvisarla del possibile pericolo... ecco... io!» - Cerca di spiegarsi come meglio può la guida che, nel frattempo, sembra essere rimasta sola.
«Sei tu?» - Chiese la donna, speranzosa.
«Cosa?» - Chiese la guida, ignorante la domanda.
«Sei tu?» - Ripeté la donna, incerta.
«C-chi?» - Balbettò la guida, ancora più ignorante.
«Sei finalmente tornato per me?» - Continuò. Con desiderio.
«Signora, non capisco... chi dovrei essere?» - Disse, atono.
«Lui... il mio uomo!» - Intonò lei.
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Kosmos - Realtà o mito
HorrorSe le donne dell'Antica Grecia fossero nei nostri tempi, come si sarebbero comportate?