Amor non perdona

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La storia iniziò in un luogo magico ove molto del moderno mondo ha origine, come la narrazione dell'amore nella sua forma più pura o anche solamente il mito di una donna che vive, ancora adesso, nell'immaginario degli uomini, per ricordare che: l'Amore non perdona.

«Io l'ho amato!» – Disse lei.

Attese tanto tempo suo marito dal proprio lavoro, ma ogni volta era sempre la stessa storia: non era mai presente. Un giorno doveva rimanere fuori casa per settimane intere o direttamente spariva per mesi interi, ma lei non diceva niente perché conscia del fatto che la sua assenza era necessaria al poter mantenere unita sia la famiglia e sia l'azienda interconnessa ad essa.

«Amore della mia vita, devo partire per ottenere quel lavoro di cui tanto ti ho parlato. Ho ricevuto il responso favorevole anche dai nostri consulenti che hanno detto che riusciremo nel nostro intento. Come comandante è mio preciso dovere quello d'andare a presenziare quest'importante trattativa e sarò di ritorno a breve!» – Disse un giorno, in pompa magna, il marito.
La moglie si rassicurò alle parole del marito e gli sembrò strano che dovette ripartire quasi subito, ma l'amore che lei provava per lui era incommensurabile e non avrebbe mai pensato che il marito le potesse fare qualcosa di male.
Il nome di lei era Clitemnestra, detta Clio, invece il nome di lui era Agamennone e il lavoro di cui si stava parlando era d'andare a presidiare la compravendita di un terreno con sopra dei cittadini non molto favorevoli all'espatrio e lei sembrava l'unica a non credere alla riuscita dell'operazione senza alcuna perdita. Il marito la rassicurò con un bacio sulla guancia, uscì dalla porta salutando i figli e chiedendo: «Dovrei portarmi una delle nostre figlie per mostrarle cosa voglia dire amministrare l'azienda di famiglia!». Lei s'oppose inizialmente, ma si fidava del giudizio del marito e non voleva fargli capire che non voleva che la figlia crescesse senza di lei perché sapeva le abitudini del marito nello stare molto tempo lontano da casa per molto tempo o tornare tardi la sera. Cercavano di salvare le apparenze, loro.
Il viaggio iniziò, lei sapeva che lui c'avrebbe messo molto tempo a ritornare da lei e convocò i collaboratori del marito che erano rimasti nella loro agenzia per interrogarli: quella sera la luna ed ogni uomo saggio e con del sale in zucca sembrava essere disperso chissà dove e ci mise.... lei... a trovare qualcuno che le potesse dare delle risposte. Per invogliarlo a parlare, cercò di sembrare molto ospitale perché era la moglie del capo e nessuno osava mentirle... se era riuscita a sposare e a procreare quattro figli con lui senza subire nessun danno permanente rendendosi ancora più bella agli occhi di qualunque uomo avesse l'onore di poterla osservare: non era un onore riservato a tutti, ma solo ad una ristretta stretta soprattutto perché nessuno avrebbe osato disobbedire agli ordini di Agamennone... soprattutto se era in gioco la moglie e la vita di chi si sarebbe macchiato di tale disonore. I collaboratori del marito entrarono nell'atrio principale della casa senza troppe difficoltà, scortati solamente dalle due guardie armate di lancia che li seguivano ad ogni loro passo e lei fece segno di sedersi all'altro capo tavola del loro tavolo da cerimonia. Il tavolo era imbandito come si sarebbero ricevuti gli ospiti importanti: otri di vino, tre buoi cucinati a dovere per loro e lo staff a cui lei diede il permesso di mangiare con loro donando loro anche l'abito buono per le cerimonie, crostini di pane con le olive nere, olio, rosmarino e salvia... che furono adagiati sui piatti d'argento del servizio buono e i fiori che alterarono in meglio il già ottimo odore di pulito. Nonostante tutto il buono ed il bello della cerimonia, Clio appariva visibilmente preoccupata per il marito, ma anche decisa a capire cosa stesse succedendo in realtà e perché si è voluto portare la figlia con se.

«Allora?» – Chiese lei.
«È partito stamane, mia signora!» – Parlò l'unico dei quattro che avesse un briciolo di coraggio tra loro anche se gli altri pensarono più a riempirsi il piatto dei cibi che lei ed i cuochi del suo staff offrivano loro.
«Bene... e che mi dite del fatto che si è dovuto portare anche mia figlia?» – Disse lei, quasi stizzita.

Clio iniziò così a covare preoccupazione e rabbia solamente perché il marito non gli abbia dato una motivazione valida dato che avrebbe potuto portarsi il figlio maschio se gli voleva far respirare l'aria del lavoro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2017 ⏰

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