holi festival

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Domenica 24 luglio 2016, ore 14.04. Il telefono squilla. È Gaia. Era a Lugano insieme a Kevin per l'holi festival. Mi aveva chiamato per sapere se fossi già là per l'evento, ma non sapendo di questo avvenimento risposi di no. Dopo una decina di minuti trovai i soldi necessari per prendere il biglietto, quindi presi i bus e il treno per arrivare la a Lugano.

Alle 15.24 chiamai di nuovo Gaia per riferirle che ero fuori ad aspettare che la gente entrasse, che non si doveva preoccupare e che tra massimo 5-6 minuti sarei entrata. Dopo aver fatto una marea di controlli riuscii ad entrare, mi stavano mettendo il braccialetto per minori quando lei si girò e mi corse incontro per abbracciarmi, non ci vedevamo da circa 2 mesi. Non avevamo litigato, ma dopo la mia uscita dalle medie decisi di non parlare con quasi nessuno perciò per quasi un anno non ci sentimmo. Dopo circa 10 minuti ero già piena di colore e di gioia. Era da tanto che volevo andare ad un Holi Festival, ma per vari imprevisti, costi e cose varie non ci sono mai andata, e quando ci sono andata è stato davvero bello, magari per l'attesa, per la giornata, o per la compagnia. Verso le 16/16.15 arrivò Dario, un amico di Gaia. Lo vedevo spesso alle medie ma non ci avevo mai parlato prima d'allora. È un ragazzo simpatico ma troppo ansioso, pure le sue ansie hanno l'ansia.  Dopo poco, circa una decina di minuti ti vidi, eri davanti a me, il tuo sorriso, i tuoi occhi, la tua insicurezza, la tua felicità, erano davanti a me. Ero paralizzata solo a vederti. Mi era tornata la stessa emozione di quando ti vidi per la prima volta, quell'emozione che mi hai lasciato per le settimane seguenti. Mi lanciasti il colore addosso, il verde per precisione, il colore della speranza che involontariamente non ho ascoltato, volevo dirti qualcosa d'altro che un semplice "grazie". Appena vidi che stavi andando via, non so dove e perché, volevo correrti dietro, volevo trovarti assolutamente. Ho corso per tutta la zona del Holi, sono andata in giro per la città, dalla stazione al parco, dal tabacchino più vicino alla piazza, dalla riva del lago alla piazza più grande e famosa della città. Ma non ti trovai, ero triste, mortificata, delusa, come se la speranza fosse contro di me. Era diventata il mio nemico, e penso che lo sia tutt'ora. Il resto della serata è stato un disastro, non perché non fosse di mio gradimento, ma purtroppo la passai ad autocommiserarmi, neanche il fumo, cosa che ormai fa parte della mia vita da anni e senza è la mia fine, riusciva a farmi stare bene. Continuavo a pensare al tuo sorriso, alla tua finezza, alla tua voce, ai tuoi occhi... Mi continuavo a chiedere perché non ho battuto la mia timidezza e dar retta al mio orgoglio, perché il mio cuore non abbia passato segnali più chiari e più veloci al mio cervello.
Alle 23.03 prendemmo il treno per tornare, mi sentii vuota a prendere quel treno, come se avessi dimenticato qualcosa ma non avevo dimenticato nulla, eccetto te, eri tu quel qualcosa che mi mancava. Speravo che tutto fosse un sogno, da quado ti risposi a quando la serata finì. Speravo che la mia mente mi stesse facendo uno scherzo, che magari la mia mente volesse farmi vedere cosa sarebbe successi se ti avessi risposto in altro modo, ma purtroppo non era così, era la realtà, e mi faceva male saperlo.

come mi sono innamorata di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora