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Francesca

Francesca, è questo il suo nome.

La osservo.

Osservo come, ancheggiando, si siede, quarto sedile a destra, dal lato del finestrino.

E' bella Francesca.

Ha dei lunghi capelli neri, un fisico asciutto e delle belle labbra.

Ma non è stato questo a colpirmi, no.

Mi hanno colpito i suoi occhi, occhi scuri, impenetrabili, occhi densi, occhi arrabbiati, gli occhi di chi soffre.

La osservo Francesca.

Osservo come si appoggia al finestrino.

Osservo come scruta le ombre del paesaggio che scorre, veloce, scorre al passaggio dell'autobus.

E' bella Francesca.

Francesca, chissà dove va.

Francesca, che, con grazia scende alla fermata.

Francesca, che, improvvisamente mi guarda.

Mi guarda Francesca.

Mi scruta dentro, scava, scava in profondità e mi graffia, mi graffia l'anima.

Mi sorride Francesca.

Mi sorride e se ne va.

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