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Come Batman e Robin

Sposto lo sguardo sul finestrino, osservo le goccie di pioggia che, pigre, scorrono sul vetro.
Intanto penso sono un po' come Batman, che si deve mostrare forte, che sembra invincibile, ma che è triste.
Soffre perché è solo e i suoi genitori sono morti, soffre perché lui combatte il male, ma il male è anche dentro di lui.
E io ho un gran voglia di piangere perché fuori piove, fa freddo e io sono Batman.
Poi Francesca sale sull' autobus.
Si siede accanto a me.
Non dice nulla, nè sulle nocche scorticate, nè sui miei occhi rossi di pianto.
Si siede e sta in silenzio.
Ma Francesca grida.
Francesca si siede e mi guarda.
E grida con gli occhi.
Mi grida che è come me, che è triste ma che non lo fa vedere.
E allora penso che lei è un po' come Robin, che viene dal circo dove ha perso la sua famiglia, che soffre, ma continua a fare battute che non fanno ridere.
Però Robin è triste, come Batman, loro sono tristi insieme, così il dolore diventa più sopportabile; così Robin può fare battute stupide e Batman fingere di non volerlo intorno.
Quindi Francesca sta zitta e non dice nulla; sta di fianco a me e guardiamo le goccie scivolare pigramente sui finestrini. Insieme.
E ora va tutto bene.
Va tutto bene perché ho voglia di piangere,fuori piove,fa freddo e siamo come Batman e Robin.

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