5. Amelia e la bestia di sangue

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-Guardate chi c'è? Fiammella in arrivo-.
Penso che fosse il sesto a dirle così quella mattina del 30 ottobre e Amelia Rose non vedeva già l'ora di andare a fare volontariato dai suoi amati animali.
Amelia come al solito, entrava in classe, appoggiava le sue cose sul banco e si metteva le cuffiette per escludere il mondo esterno da quello che si era creata lei stessa.
Il suo mondo si basava sulla sua playlist da combattimento, accuratamente creata con mesi e mesi di ricerche su internet, di musica che potesse darle un po' di coraggio per continuare a sopportare tutto ciò che le dava fastidio.

Le lezioni che l'aspettavano quel giorno erano abbastanza pesanti. Certo, se fossero state affrontate da uno studente medio. Ma per Amelia, nulla era troppo.
Aveva materie scientifiche, tra cui due ore di biologia più un'ora di laboratorio, e infine due ore di anatomia umana, con conseguente progetto di gruppo.
Lei adorava lo studio dell'organismo umano e animale, per questo quella giornata, sarebbe passata in fretta e sarebbe andata a fare ciò che più le piaceva.

Arrivò l'ora di pranzo e come al solito, se ne andò a sedersi nel suo tavolo che ormai le apparteneva di diritto, dopo anni di bullismo in cui la relegavano in quell'angolino della mensa.
Amelia era vegetariana e quindi il suo pranzo era sempre molto leggero. Quella mattina, era il giorno della pizza ed era una delle poche cose che la rendevano felice in quel momento della giornata.
Prese il suo pezzo di pizza e si avviò per andare al suo tavolo, ma ovviamente, non poteva andare tutto tranquillo.
Amelia inciampò in una gamba dei ragazzi popolari e tutto il pranzo volò lontano da lei.
-Hey fiammella, vedi di stare attenta a dove metti i piedi o la prossima volta saremo costretti a romperteli!-, disse Oliver Hemmond, il quarter back della squadra di football.
Amelia aveva il viso coperto dagli occhi ed era ancora per terra. Non aveva la forza di alzarsi e affrontare la situazione: si vergognava troppo.
Così fece uno scatto e corse fuori dalla mensa in lacrime, non capacitandosi della cattiveria umana che continuava a circondariale.
Mentre usciva si sentivano le risate dell'intera scuola e quelle che dovevano essere solo risate, per lei erano coltelli che si piantavano nella schiena che continuavano ad affondare il colpo.

Si chiuse in uno dei bagni e si asciugò il viso, sentiva che le stavano bruciando gli occhi, soprattutto quello sinistro, ma decise di non farci caso.
Sentì dei passi e dei parlottii provenire da appena fuori e si mise in ascolto.
-Quella Amelia Rose dovrebbe imparare a stare di più agli scherzi, cioè, noi lo facciamo per lei, perchè si svegli da quel suo mondo tutto fatato e pieno di mostriciattoli pelosi-, era la voce di Cassandra Adler, il capitano delle cheerleader nonché oca di turno piena dei soldi di papà.
Amelia si fece ancora più curiosa e tese ancora di più le orecchie.
-Cassie, lo sai che quella fiammella non resiste se non si rifugio nel suo mondo chiuso dalle sue cuffiette. L'importante è che continuiamo a strapparla da quella sua dimensione, altrimenti ci annoieremmo-, questa era Tabitha Nelson, vice - capitano delle cheerleader, ma per Amelia non era un elemento pericoloso quanto Cassandra.
Vide le ombre delle ragazze avvicinarsi alla sua porta e in quel momento le si accesero i campanelli di allarme. Doveva stare attenta o l'avrebbero scoperta.
Salì sulla tavoletta del wc e se ne stese quatta quatta come un gatto in allerta.
Sentì Cassandra parlare con tono malizioso e astuto: -Vuoi sapere qual è la cosa che detesto di più di quella ragazza? È che è sempre stata molto silenziosa, il chè da molto fastidio-.
-Cassie, non penso che sia da fargliene una colpa, in fondo non ha nessuno con cui parlare-, disse ridendo Tabitha.
Amelia sentì lo scrosciare dell'acqua e poi il panico.
La porta si aprì di colpo e di fronte a lei, Cassie con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
-Il silenzio ti renderà per sempre una perdente, Amelia Rose!-, disse ridendo di gusto, mentre la prendeva per il collo e la trascinava fuori.
-Mollami Cassandra, mi stai facendo... male!-, detto ciò, Amelia fu sbattuta contro i lavandini e tenuta ferma da Tabitha.

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