La storia racconta che, un tempo, il luogo comunemente noto come "Fossa Oscura" fosse un territorio pacifico e prospero, all'interno del quale la città di Skia spiccava come un luminoso diamante. Di tanta bellezza sfiorita, ormai non resta che un ricordo sbiadito, consumato, distante: la Fossa Oscura è un luogo infernale, freddo come il respiro dei non-morti che lo abitano. Il tempo a Skia pare essersi fermato da secoli, con il cielo eternamente grigio a incombere su di una terra dimenticata, abbandonata. Vapori malsani si sollevano dalle paludi e ammorbano l'aria, che si fa pesante, irrespirabile. Le lapidi degli abitanti di Skia, ormai morti da tempo, sono ferite che spezzano il monotono susseguirsi di zone paludose e vegetazione secca.
Fossa Oscura è un immenso cimitero, una terra di nessuno che solo i non-morti riescono ad abitare: tranne che per un'eccezione.
«Il nostro piano ha finalmente avuto inizio».
Il cavaliere, lunghi capelli biondi ed elaborata armatura dorata, si staglia a bloccare l'entrata del tempio in rovina, lo sguardo assente e lontano quanto la sua voce. La falce che stringe in mano, persino più alta di lui, illumina di sinistri bagliori la penombra del tempio, quasi come fosse dotata di vita propria. Il metallo della lama è di una cupa tonalità ramata.
«Kris sta venendo qui?». La risata della creatura nell'ombra non ha nulla di umano.
«Che sciocco, non è vero?» sogghigna il cavaliere biondo, scuotendo la testa con eleganza. I lineamenti del suo volto, per quanto privi di espressione, sono armoniosi. È di una bellezza algida e distaccata, i suoi gesti precisi tradiscono il suo retaggio nobile.
«L'invidia deve averlo reso cieco».
«È stato fin troppo facile trarlo in inganno!». Un lampo folle si accende negli occhi del cavaliere, «Dov'è il divertimento?».
«Tutto questo mira a uno scopo ben più grande, ricordalo» ribatte l'altro, tornando serio.
Il giovane biondo si irrigidisce, la lama della falce saetta nervosa nella luce fioca che scivola dall'entrata del tempio. «Farò finta che tu non abbia appena osato troppo».
La creatura tace e il cavaliere scoppia a ridere. Una risata spenta, vuota come i territori dei quali è signore.
~
La claustrofobica ragnatela di rami e foglie lascia finalmente spazio al cielo aperto, di un blu tanto intenso da far male agli occhi: tiro un profondo respiro, abbandonandomi alle spalle gli ultimi alberi della Foresta Mistica.
«Non pensavo avremmo mai più rivisto il cielo!» esclama Karin, il suo volto si apre in un sorriso. Snipper, molto più pratico, sta già controllando la nostra posizione su una mappa.
«Senza l'aiuto di Karon, saremmo ancora a girovagare senza meta nella Foresta» commento, rievocando l'intervento del giovane druido, che ci ha indirizzati sulla strada più veloce per uscire dal bosco.
«Diciamo che, come avventuriero, non vali ancora granché» replica Snipper, e non posso fare a meno di sentirmi punto sul vivo, «In ogni caso, la vera avventura sta per cominciare solo adesso: siamo quasi ai confini di Terra».
«Wow, non mi ero mai spinta tanto lontano da casa mia...». Gli occhi di Karin si spalancano e lei stringe nervosamente a sé la staffa. «Non ho mai neanche immaginato che avrei viaggiato al di fuori del Regno».
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Le Cronache dei Sette Cavalieri
FantasyQuesta storia segue la trama del gioco Seven Knights, ovviamente in maniera abbastanza libera. I personaggi di cui scrivo non appartengono a me, ma alla Netmarble, produttrice di Seven Knights. Il racconto segue le vicende di Evan, giovane guerrie...