Niente di più, niente di meno

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Mia, una ragazza che avrebbe molto da parlare di sé, ma che preferisce ascoltare gli altri; la classica ragazza che cerca di consigliare sempre il meglio agli altri, ma che poi si ritrova a sbagliare di continuo, sbagliare le persone, le parole che dice, le emozioni.
È una ragazza solare, lo è sempre stata fin da piccola, amava far ridere gli altri, sentirsi al centro dell'attenzione dicendo fesserie, ma quello che le importa davvero e che le importava era far sorridere la gente.
Si sente importante quando ci riesce, anche minimamente, a far star bene qualcuno.
Mia però crescendo, cominciò ad essere prigioniera dei suoi stessi pensieri, cominciò tutto attorno ai 10 anni con le prime paranoie del fisico mai perfetto per lei, addirittura trovando difficile mettersi in costume. Però, chiamiamolo difetto, è sempre stata una ragazza abbastanza lunatica, un giorno se ne fotteva di tutto e giocava tranquillamente senza pensare a niente, ma la maggior parte dei giorni ritornava prigioniera delle sue paranoie.
Crescendo questa fissazione del fisico non svanì proprio per niente, anzi peggiorò arrivando perfino ad odiarsi. Odiare qualsiasi cosa facesse o dicesse, lei stessa si credeva un problema, fisicamente e mentalmente.
Non stava bene con se stessa e lo sapeva, e il problema maggiore, che peggiorava tutta questa situazione e il suo mal stare, era il "conoscere sempre persone sbagliate" sbagliate intendo quelle persone che fingono di interessarsi di te, delle cose che ti fanno star male, dei tuoi interessi, delle tue paranoie, delle tue paure. Invece no, perché le persone sono degli ottimi attori, sanno fingere alla perfezione e tu ci caschi come una stupida. Le persone sbagliate la buttavano ancora più giù, aveva sempre meno autostima; si truccava, si faceva la sua solita piastra, qualche foto giornaliera come faceva ogni volta che si vedeva un po' più bella, ma poi bastava una parola, un solo gesto da qualcuno e ritornava tutto come prima.
Pensieri tristi, quelli che ti fanno venire il mal di testa e i crampi allo stomaco e gli occhi assenti.
Tutto questo la rendeva insicura, insicura di piacere, di fare gesti positivi e mai capiti davvero, insicura di riuscire ad essere felice. Da sola, o con qualcuno.
Aveva voglia di cambiamenti, e ad ogni persona dava speranza di salvarla, dando un po' di sé stessa.
Ma con scarsi risultati.

Maltempo di PensieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora