Realtà o immaginazione?🌌(1ºracconto)

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Nel silenzio ascoltavo i rumori che provenivano da fuori. Toc toc...
Chi stava bussando? Chi poteva cercarmi a quell'ora?

Era una nottata buia, la luna sembrava quasi inesistente.
Le stelle erano coperte dalle nuvole, quasi interamente.
Al suono del campanello mi misi in piedi, trovavo anomalo che qualcuno bussasse alla mia porta a quell'ora, erano circa le tre e mezzo, ed il sonno, purtroppo, mi aveva abbandonato del tutto.
I miei piedi nudi toccarono il marmo freddo del pavimento, posai sul letto l'album da disegno che stavo utilizzando e mi incamminai verso la porta, esitando.
Sentii un grido strozzato provenire dal piano inferiore, dove abitava una stretta amica di mia madre, la voce sembrava simile alla sua, ma probabilmente era solo la mia immaginazione.
Scrutai fuori la finestra, vidi una figura camminare velocemente per strada ed un brivido mi percorse la schiena, facendo tremare le mie ginocchia.
I miei genitori erano andati a badare alla fattoria di famiglia per il weekend, ed insistettero per portarmi con loro poiché non mi reputavano abbastanza matura per badare a me stessa, quindi decisi di dimostrargli che era il contrario.
Improvvisamente tutte le immagini che dimostravano la mia immaturità mi affiorarono la mente...
I pianti in seconda elementare per un mio disegno strappato da un compagno di classe, in primo liceo l'aver urlato contro la mia professoressa per un'insufficienza ad un compito impeccabile. Al mio matrimonio fare due ore di ritardo per rifinire il make-up...
La maniglia della porta si muoveva incessantemente, guardai dallo spioncino, senza vedere nulla...
La mia mano si recò su di essa, che cessò improvvisamente ogni suo tremolio.
Si spalancò la porta con uno scricchiolio rumoroso...
Mi ritrovai davanti un essere a me alieno, con tre file di denti. Dalle sue fauci grondava un liquido salmastro, aveva zampe enormi, simili a quelle di un insetto, ma di dimensioni differenti.
Aveva circa una decina di occhi che mi scrutavano affamati.
Sibilando disse parole, grugniti o versi che trovavo incomprensibili, poi mi si precipitò addosso.
Gli scaraventai contro la prima cosa che trovai sotto mano: un vaso di ceramica, souvenir di un viaggio in Grecia, ma lui sembrò quasi non accorgersene.
Mi afferrò per la gamba, trascinandomi verso la sua enorme bocca spalancata.
Raccolsi il telecomando della televisione e lo lanciai contro di lui, l'oggetto venne subito ingoiato da quell'essere.
Inaspettatamente uno sconosciuto  ragazzo con capelli color oro entrò nel mio appartamento, senza prestarmi un minimo di attenzione, si gettò sul demone e affondò una lama nel suo addome.
Il demone divenne immediatamente polvere, e poi scomparse misteriosamente.
Quel ragazzo mi guardò, i suoi occhi color ambra rifletterono la luce dell'alba.
Sul suo viso comparve un accenno di sorriso, il suo volto emanava una luce quasi angelica.
Infine sparì lasciandomi a bocca aperta ed occhi sgranati, che proiettavano ancora il suo volto nella mia mente.

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