«Quando il mondo ti volta le spalle, non devi fare altro che voltargli le spalle anche tu».
Questa frase mi risuona nella mente nei momenti in cui l'ansia cerca di prendere il sopravvento.
Sono nata e cresciuta con i film d'animazione del caro Signor Walt (che tutt'ora riguardo recitando le battute a memoria) e nonostante la famigliarità, ogni volta colgo una sfumatura diversa. Nonostante questo, la frase che il sagace e filosofico Timon dedica a Simba in un momento di grande sconforto mi ha sempre lasciato uno strano sapore di "incompleta comprensione".
Da piccola ero più affascinata dal tono con cui il piccolo suricato si rivolgeva al leoncino che dal senso della frase in sè, ma crescendo le parole hanno cominciato ad assumere un peso diverso e così anche quelle dette da questi personaggi; però mi sembrava sempre un tantino stonato: perchè mai dovremmo rispondere al disinteresse con disinteresse? Per ripicca? Dove sta la parte costruttiva del confronto?
Queste alcune delle domande che mi facevo e a cui non riuscivo a dare risposta; poi ho cominciato davvero a conoscere la vita e credetemi: quel Timon aveva dannatamente ragione.
Intendiamoci, con questo non voglio dire che bisogna diventare dei Signor Scruge senza cuore e menefreghisti; dico solamente che bisogna essere preparati al fatto che il mondo possa realmente decidere di voltarci le spalle.
Non parlo di egocentrismo, ma di autoconservazione.
Per questo motivo ho pensato di ricorrere all'insegnamento del saccente suricato nei casi particolari in cui l'esistenza deciderà di farmi qualcuno dei suoi simpatici sgambetti per reagire senza realmente reagire.
Orientaleggiante come riflessione.
Non per vantarmi, ma l'esistenza mi ha già riservato un paio di sgambetti e credo di essermela cavata...più o meno. Mi spiego, ovviamente i primi sgambetti sono stati un giro di prova, ho incassato il colpo, inghiottito la tristezza e digerito la vergogna ma ehi, sono ancora in piedi. Con gli anni e l'esperienza il cosmo ha deciso di mandarmi un messaggio, o meglio, il mio stomaco lo ha fatto regalandomi un simpatico disturbo gastrointestinale strettamente correlato all'ansia.
Fantastico, non è vero?
Io e la gastrite siamo ormai amiche di vecchia data, io rispetto lei e lei cerca di rispettare il mio organismo anche se ogni tanto batte un colpo (nel caso in cui mi fossi dimenticata di lei), ma nonostante tutto la devo un favore perchè è stato proprio grazie a lei che ho imparato ad apprezzare quella che ritengo essere la vera natura dell'insegnamento di Timon. Il mio stesso fisico non ne poteva più di accondiscendenza immotivata ed eccessivo buonismo, o perlomeno non sopportava la tendenza a giustificare tutto e tutti e ad incassare anche i colpi di altre persone senza poi trovare un modo di liberarsene. I problemi si tende a tenerli dentro, a erodere lentamente lo spirito e, quando di spirito ne rimane poco, a passare alla mucosa gastrica.
E quando anche di mucosa ne rimane poca, entra in gioco la battuta del suricato.
- Il tuo fidanzato ti ha tradita e vieni da me in cerca di una spalla su cui piangere anche se negli ultimi mesi mi hai cercata solo per gli appunti? Va bene.
- Hai bisogno di un cambio turno sabato pomeriggio (lo stesso sabato pomeriggio che aspettavo da un mese per andare al firma copie del mio autore preferito che viene organizzato una volta ogni...mille anni) perchè devi andare al funerale della prozia, ma dieci minuti dopo pubblichi su Facebook una foto di te e della tua bestie mentre fate shopping? Ok.
- Sei stressata perchè odi il tuo lavoro, hai cioccato con la macchina, hai rovesciato il caffè sulla camicia nuova e scarichi la tensione inveendo contro di me accusandomi di cose assurde pretendendo anche delle scuse perchè "tanto è tutta colpa tua!" ? La porta per andare a fanculo è in fondo a destra, grazie per essere passata da noi.
Visto? Semplice autoconservazione.
È la legge della natura ed è scritto nel nostro codice genetico, non possiamo farci niente.
Ormai tutti parlano di ansia e sembra che tutti ne soffrano, anche i gatti. Hanno addirittura una terapia omeopatica specifica per ogni tipo di ansia: notturna, da luogo chiuso, da separazione, da sovraffollamento...e potrei continuare.
Cercando tra i post di instagram, la scorsa giornata sono state pubblicate 393'553 foto con #ansia: è diventato alla moda, un must have. Se non "c'hai l'ansia addosso" sei out.
Permettetemi però di lanciare un messaggio: persone ansiose, dobbiamo smetterla. Non siamo l'Atlante del ventunesimo secolo, non dobbiamo sopportare sulle nostre spalle il peso del mondo senza nemmeno che qualcuno ce lo abbia ordinato. Dobbiamo dire a questo inutile e perenne stato d'ansia: addio, bye-bye, au revoir, sayonara, na svidenje, auf wiedersehen, adieu.
Ne va della nostra salute psico-fisica.
Purtroppo alcune persone soffrono di seri problemi d'ansia e davvero, sono sicura che la medicina abbia fatto passi da gigante in questo senso; ma con questo appello mi rivolgo ai miei compagni di sventure, di pare mentali senza senso e fondamento: non ci servono terapie speciali per guarire, basta mandare a quel paese le persone meritevoli. Come dice sempre mio padre: «Meglio un vaffanculo oggi che la gastrite domani», io ho scoperto troppo tardi la veridicità di queste parole; come ho scoperto tardi che Timon aveva altrettanto ragione e ad un certo punto il suo insegnamento non mi suonava più strano.
È inutile cercare di ragionare con persone che nemmeno vogliono ascoltare, o fasciarsi la testa ancora prima di cadere o credere che qualsiasi cosa si cerchi di fare andrà storta.
È più che sufficiente avere fiducia nelle proprie capacità, in ciò che siamo e facciamo e nessuno potrà dire qualcosa al riguardo, nemmeno noi stessi.
È sufficiente voltare le spalle ai problemi che non esistono.
La vita è già abbastanza complicata così com'è, cerchiamo di non offrirle ulteriori appigli per smantellarci a dovere, ma piuttosto di agevolarne il corso, diventarne gli artefici: le cose ci accadono perchè siamo noi a permetterlo e nessun altro ha il potere di fare altrettanto.
E poi, alla fine dei conti, l'ansia non è così cool: rende nervosi, irascibili, alcuni cominciano a perdere capelli, altri a dimagrire e altri ancora a mangiare in cerca di consolazione guadagnando peso e scatenando così una serie di sfortunate conseguenze.
Non ne vale proprio la pena.
Vivi e lascia vivere. Panta rei.
Se poi dedicassimo un momento di riflessione al problema, la risposta ci apparirà lampante: il nostro benessere parte da noi, nessuno ci conosce meglio di noi stessi. Nel monolocale che è il nostro corpo ci abitiamo da quando siamo nati e nessun altro può dire lo stesso.
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Storie Straordinariamente Ordinarie
Short StoryLa vita di tutti i giorni è un libro di avventure estremamente sottovalutato: bisogna solo imparare a scorgere la meraviglia nella quotidianità di ognuno di noi. In questa raccolta vengono raccontate piccole riflessioni e storie straordinariamente o...