Capitolo 1
Giulia's pov
Il giorno seguente arrivò, e una volta tornata dal lavoro presi la macchina e mi indirizzai verso il parco. Il bambino era ancora lì, nella stessa posizione di ieri, ma l'unica differenza rispetto al giorno precedente era la presenza di solo poche persone. Decisi di andargli a parlare, e cominciai col porre la solita domanda che si usa per cominciare una conversazione: «Ehi come stai?». «Tu... tu chi sei? Che vuoi da me?» rispose spaventato, ma come biasimarlo, d'altronde ero una perfetta sconosciuta. «Tranquillo, non voglio spaventarti, voglio solo essere tua amica, ti va ?» gli proposi, e lui un po' esitante accettò. «Giovanotto, comincio con il dirti che hai dei bellissimi occhi azzurri, ma se non ti dispiace, vorrei conoscere il tuo nome», dissi con tono di voce abbastanza allegro.
I suoi occhi erano così grandi, sprigionavano tanta energia.
«Christian, mi chiamo Christian, e tu?» «Io mi chiamo Giulia, quanti anni hai?». In quel momento mi sentii un agente che voleva indagare sulla vita del proprio indiziato. «Signorina Giulia, non vorrei sembrarle un po' scostumato, ma sembra un terzo grado tutto questo. Comunque ho otto anni, non vorrei neanche sembrare scortese, quindi non le chiederò la sua età.» mi rispose con un pizzico di ironia. «Dammi pure del 'tu' Christian. Sei venuto da solo?» domandai con un sorriso sul volto, dopo la risposta simpatica che mi diede. «Mi ha accompagnato il maggiordomo, viene a prendermi sempre verso le 19:15.» rispose. «Beh, sono le 18:45, che ne dici se ti accompagno a casa?» proposi. «Oh, sì certo.» rispose in tono gentile. Mi disse dove abitava e mi indirizzai verso casa sua. Il viaggio trascorse bene: disse che era figlio unico e che la sua mamma si chiamava Beatrice, una Stilista di fama, mentre il padre, Federico, un avvocato; disse anche che in casa serviva una babysitter perché i genitori erano sempre fuori casa, a causa dei loro lavori fin troppo impegnativi. «Bene, eccoci arrivati» mi avvisò il piccoletto. Delle cameriere gentilissime ci fecero accomodare dentro. Mi presentai davanti i genitori di Christian e loro si presentarono con me. Mi invitarono a cena ed io accettai. Dissi loro che lavoravo come segretaria in ufficio e che molte volte avevo guardato dei bambini per mantenere le spese. Durante la cena Beatrice tutto d'un tratto si alzò e mi disse «Quindi ti occupi anche di bambini?» «Sì, certo» risposi tranquillamente. «Che ne dici di fare la babysitter a Christian? Ce ne servirebbe una, inoltre vedo che Christian si è aperto con te, lui è un bambino di poche parole ed è molto riservato, verrai pagata molto bene, non preoccuparti per questo.» Rimasi un po' in silenzio e pensai dentro di me -Perché no? sono stufa di stare dietro un banco e di svolgere il lavoro degli altri!- mi affrettai a rispondere: «Certo, quando posso cominciare?» tutto d'un tratto spuntò un gran sorriso sul volto del bambino e Beatrice mi rispose: «Da domani mattina cara, benvenuta in famiglia!». Ero felice di tutto quello che mi stava accadendo, volevo rivoluzionare la mia vita, e quella era una buona occasione. Finita la cena chiacchierammo un po', li ringraziai per l'opportunità e andai a casa. Quel bambino era così dolce e furbo, ma allo stesso tempo innocente, occhi azzurri e capelli biondi proprio come la mamma.
STAI LEGGENDO
Il Bambino Dagli Occhi Blu
Kurzgeschichten«Non ero solita cambiare le mie abitudini, ma quando mi accorsi che la mia vita stava diventando fin troppo noiosa, decisi di stravolgerla, ma a piccoli passi. Incontrai un bambino, che riuscì a farmi allontanare dalla triste monotonia che aveva sem...