Di legami che non si spiegano e mani che si toccano

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Buon pomeriggio people! Adoratemi perchè, sotto minaccia, sono qui a pubblicare il capitolo che tutte voi stavate aspettando con aaaaansia.

Ecco, sappiate che ora sono io ad avere ansia, perchè scrivere questo capitolo è stato un incubo: ho fatto davvero fatica a descrivere quello che state per leggere e spero di non aver reso Claudio e Mario troppo diversi dalla realtà, perchè ho cercato in tutti i modi di mantenere i loro caratteri simili - uguali mi sembra impossibile - a quelli che noi tutte conosciamo. A tal proposito, se così fosse, non abbiate paura a dirmelo, anzi! Preferirei saperlo e, dato che in una storia questo può succedere, non sarebbe una poi così grande catastrofe, per quanto spero tanto che non sia così.

Da qui in poi cambierà tutto. Vi avviso già che nel prossimo capitolo capirete davvero quello che qui prova Mario, perchè adesso leggerete tutto sotto il punto di vista di Claudio e certi dettagli, ovviamente, lui non riesce a coglierli e a vederli. E, soprattutto, non può sapere quello che Mario prova.

Insomma, per l'ennesima volta non odiatemi :)))))

Vorrei ringraziarvi di nuovo per tutto, siete splendide e ogni vostro commento mi fa ballare come una pazza scatenata in giro per la casa. Mi raccomando: scleri e insulti sono i benvenuti! E, vi prego, ho davvero bisogno di sapere cosa pensate di questo capitolo, quindi non abbiate paura e scrivete scrivete scrivete <3

Grazie di tutto e a presto (martedì/mercoledì?)








7.

Di legami che non si spiegano e mani che si toccano








Ogni volta che è a Roma piove e questa cosa è fastidiosa da morire, perché Claudio ha la maledetta abitudine di dimenticarsi sempre l'ombrello a casa. E con casa intende Verona. Quindi, puntualmente, si ritrova a girare per Roma con il cappuccio in testa e a bagnarsi dalla testa ai piedi. Prima o poi, Claudio lo sa, si ritroverà con la febbre a trentanove e un raffreddore terribile. Per fortuna questo giorno non è oggi.

Claudio sa che sta facendo una cazzata. Lo sa benissimo: ha passato tutto il viaggio in treno a chiedersi come si è ritrovato in una situazione tanto assurda, non ha mangiato nulla di nulla – ed è paradossale, perché di solito lui mangia sempre – ed è addirittura arrivato a chiamare Rosita per chiederle cosa fare, cosa dire, come comportarsi. Lui che chiama Rosita per un consiglio, proprio lui che tende sempre a fare di testa sua e a non ascoltare mai nessuno! Inoltre si sente un ladro, perché non ha detto alla redazione che sarebbe sceso a Roma con un giorno di anticipo, è venuto a farsi prendere in stazione da un amico che conosce da mille anni e addirittura si fermerà a dormire a casa sua, in modo che nessuno lo scopra mai. E adesso ha l'ansia che lo possano vedere in giro per Roma, nonostante gli occhiali da sole che indossa – con la pioggia, già – e il cappuccio in testa.

Claudio ha trascorso gli ultimi tre giorni a torturarsi: dopo la conversazione con Paolo, ha passato quasi quattro ore sul profilo di Facebook di Mario, a guardare tutte le foto, a leggere tutti i commenti e i post. Ha scoperto che Mario adora i cani, che vive con due suoi amici (su Facebook lui li chiama i gemelli) e, soprattutto, che è single. Il che, sinceramente, è stato un sollievo: potrebbe fare ancora una grandissima figura di merda, è vero, ma almeno la farebbe con un ragazzo che non è fidanzato. Ha scoperto, poi, che Mario lavora come commesso in un negozio di abbigliamento a via del Corso. In realtà questo gliel'ha detto Paolo, suggerendogli anche di andare a parlarci lì e intimandogli: "Mi raccomando, Cla: entra quando non c'è quasi nessuno e cerca di non farti riconoscere."

Che poi è quello che Claudio sta facendo adesso, porca puttana.

Claudio respira a fondo, stringe le mani, infilate nelle tasche del giubbotto, a pugno e, abbassandosi il cappuccio, entra nel negozio. Improvvisamente sente caldo. Per un millesimo di secondo si blocca, chiedendosi di nuovo: ne vale la pena? E poi si risponde quello che si è risposto ogni giorno da quel famoso ballo: sì, ne vale davvero la pena, perché Mario è bellissimo, perché Mario l'ha fatto sentire sulle nuvole solo ballando con lui, perché Mario merita una chance. Perché loro meritano una chance.

Ritrovarti quando ti abbandoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora