Quella pazza della mia migliore amica

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Sono le 8:30 e io mi trovo in un aeroporto, tutto per aspettare la mia migliore amica.
Ha detto che mi voleva fare una sorpresa, come minimo mi aspetto che mi porti un bel souvenir da Los Angeles.
La vedo da molto distante, fortunatamente oggi non c'è gente, anche perché è troppo bassa per trovarla in mezzo ad una folla.

"Camila!"Urlo io come un forsennato.
Lei mi notò e iniziò a correre nella mia direzione(manco avesse visto un cucciolo di labrador), si muoveva davvero molto velocemente.
"Tesoro quanto mi sei mancato!"Disse stringendomi a se.
"Ti devo dire così tante cose... ma prima la cosa più importante " Disse lei incrociando le gambe.

All'improvviso uscì un ragazzo: molto alto, gambe molto secche e delle spalle tutto sommato abbastanza larghe.
Non riuscivo a vederlo in faccia perché era troppo distante, più si avvicinava più mi sembrava molto familiare.

"Ciao io sono Shawn il ragazzo di Camila " Disse sorridendomi.
"Uffa volevo dirglielo prima io" urlò prendendolo a Schiaffi.
"Ah... Tu devi essere quel cantante che va tanto di moda adesso vero? Piacere di conoscerti" lo avevo detto in un modo molto acido, ma non l'avevo fatto apposta.
"Cosa mi racconti stronzetta, allora hai abbordato qualche ragazzo ultimamente?" Disse lei dandomi una gomitata.
"No per niente" Dissi io sbadigliando, in realtà stavo mentendo, ho avuto diverse storie durante questi 4 mesi.

Iniziammo a uscire dall'aeroporto, notai che il ragazzo mi guardava in un modo veramente strano, quasi incuriosito.

"Se non l'avessi capito sono gay..."Dissi ridendo.
"Certo che l'avevo capito, ma mi sembri molto familiare" rispose scrutandomi.
"Non credo che ci siamo visti prima d'ora ".

Iniziai ad aprire la macchina e a mettere la roba di Camila nel bagagliaio, c'erano almeno 3 valigie molto piene, povere le persone che hanno dovuto portarle per tutta l'America, accesi la macchina e spinsi l'accelleratore.

Accesi la radio.
"Non ci credo ti ricordi questa canzone?" Chiese la mora con entusiasmo.
"Ovvio che Sì, la ballavamo sempre quando eravamo piccoli... Poi dicono che gay non si nasce.... Bah!" Esclamai io premendo l'acceleratore.
"Puoi andare piano... soffro la macchina" Disse il belloccio dietro di noi.
"Subito sua maestà" Dissi io in modo beffardo, Camila mi diede un colpo per farmi stare zitto.

Parcheggiai davanti al vialetto della mia casa, ci eravamo fermati prima da me perché Camila voleva salutare sua "zia", eravamo cresciuti insieme.

"Mamma sono a casa" Urali io.
"Ciao tesoro hai preso la mia nipotina? Chiese mia madre asciugandosi le mani sullo strofinanaccio.

Appena sentita la voce di mia madre Camila entrò immediatamente in casa, quelle due si volevano molto bene.

"Quanto mi sei mancata zietta! Ti devo far conoscere una persona molto importante per me!" Disse prendendole la mano.
"Zia questo è..."
"Shawn!"Esclamò mia madre correndo verso di lui.

Mia madre abbracciò il ragazzo, io e Camila ci guardavamo perplessi.

"Mamma non ti facevo fangirl."Dissi io grattandomi la testa.
"Ma quale fangirl! Questo è il figlio della mia amica Karen."Disse abbracciandolo.
"Come fa a conoscere il nome di mia madre?"Chiese il ragazzo perplesso quanto noi.

Mia madre si sedette su una poltrona e si tolse gli occhiali, quando doveva fare un discorso serio se li toglieva sempre perché affermava che la rendessero troppo buffa.

"Vedi caro, io e tua madre abbiamo partecipato allo stesso corso universitario, siamo rimaste molto amiche ma da uno stupido litigio ci siamo allontanate" Raccontò mia madre con gli occhiali in mano.
"Mi puoi dare mica il suo numero?"chiese lei infine.

Dopo averle dato il numero corse immediatamente verso il telefono che tenevamo in salone, componeva il numero in maniera veramente tanto veloce.
Aspettava impaziente che la madre di Shawn rispondesse al telefono, e quando rispose scoppiò in lacrime, dovevano essere tanto amiche quelle due!

"Chissà se io e te diventeremo così fra un bel po di anni" Disse Camila guardandomi sorridendo.
"Sicuramente non sarò io quello che piange!"Risposi facendo una smorfia.

Mia madre si staccò dal telefono e si incamminó verso di noi, aveva una espressione di pace e calma, come se quel litigio era una macigno da buttare giù.
Mi guardò in maniera strana, come se mi dovesse dire qualcosa.

"Ragazzi voi due vi conoscete da molto tempo, non vi ricordate l'uno dell'altro perché avete perso la memoria quando eravate piccoli".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2017 ⏰

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