Il Pericolo in agguato

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Naturalmente, le parole del vecchio giardiniere non furono prese con serietà dalle autorità; al contrario si rivelarono piuttosto delle mezze storielle farfuggliate dopo un bicchierino di troppo.
<< I cittadini sono al sicuro, nessuna minaccia incombe sulla nostra bella e amata città>> rassicuró il sindaco Munigns, e quando lo dice il sindaco, c'è poco da contraddire.

Tutta la città si sentiva avvolta da un turbine caldo di sicurezza; ad eccezione della Signora Sorbemol, del giardiniere Arthur e di un'altra decina di famiglie, le cui case erano andate a fuoco nello stesso identico modo.

Nel frattempo, Mary Sorbemol e suo marito Gregory, avevano trovato una sistemazione presso la casa di una giovane ragazza della zona: Judy Granjot.

Certo, non era quel ben di dio che può essere chiamata casa, visto la sua piccolezza; ma era comunque accettabile.
<<Spero vi troviate bene!>> disse loro la ragazza.
<< Questa catapecchia?Fa sch..>>
<<Ehm..è stupenda, mia cara>>intervení Mary facendo zittire il continuo borbottio lamentoso di suo marito. <<Sono sicura che ci troveremo benissimo>>.
<<Lo spero.. oh cielo!>>esclamò guardandosi l'orologio <<è tardissimo devo andare al lavoro>>.

Judy, lavorava presso la caffetteria Swetty, gestita dall'irritante Caroline Delaylar, la donna cui tutti odiano.
Judy e Caroline, non erano mai andate d'accordo,fin dal loro primo incontro piuttosto imbarazzante; ma tra le due c'era un formale rispetto lavorativo. Judy era una cameriera in gamba, che oltre ad offrire caffè, offriva anche dolcezza a coloro che ogni giorno si sedevano su quei sgabelli.
Quella mattinata, Judy andò di corsa alla caffetteria cercando di non beccarsi la solita ramanzina di "Muso di gallina" Caroline(soprannome datole dai dipendenti).
Frenó i piedi sulla soglia della porta d'ingresso; respirò affannosamente.
Al bancone, a sostituirla, c'era Cindy la sua migliore amica e collega. E questo era un problema, dato che Cindy era sempre stata un po' imbranata; ma grazie all'aiuto di Judy se l'era sempre cavata.
Ma ora che era da sola..Come avrebbe fatto? Come avrebbe sopportato le continue lamentele di Caroline?.
Dentro Judy, era nato un senso di rimorso e dispiacere. Entrò stando attenta a non incrociare lo sguardo inferocito di Caroline e quello scocciato di Cindy.
<< Ehi, ma che diavolo fai? Sei impazzita? >>aveva urlato un signore in giacca e cravatta, a cui Cindy aveva accidentalmente bagnato di caffè quelli che dovevano essere dei documenti di lavoro.
<<Oh mi scusi...la prego, mi perdoni...sono così dispiaciuta...Non era mia intenzione>> si scusò Cindy portandosi le mani sui ricci capelli biondi.
<< Se ce qualcosa che posso fare..>>continuò lei..e poi sorridendo come se avesse trovato la soluzione suggerì <<forse mettendoli un po' sulla piastra degli hamburger, possono asciugarsi...>>.
Il signore la guardò accigliato, impassibile; solo una vena gli pulsava in fronte.
<< Ha un diploma in marketing,percaso?>>domandò sprezzante a denti stretti.
<<Oh...questa è una lunga storia..da piccola volevo diventare una cantante, ma i miei genitori volevano che intraprendessi la carriera di allevatrice di mucche...Forse lei non lo sa ma mio padre è il "Re delle Bufale" e fin da....>>

Oh no, Cindy aveva ripreso a raccontare tutta la Genesi della sua vita; era un vizio piuttosto frequente quando era imbarazzata e cercava di sviare la situazione.

<< Ci voglia scusare!>> intervení Judy schierandosi tra i due.

Cindy, la guardò meravigliata ma nello stesso tempo irritata.

<< Oh Judy! Ti sembra questo... l'orario di arrivare al lavoro?>>.
Judy non rispose; era mortificata, tentò di fissare gli occhi marroni di Cindy, ma non ci riuscì; a quel punto chiuse gli occhi e imprecò a gran voce:

<< Lo so, hai tutte le ragione per essere furiosa... ma ho dovuto mostrare la casa ai signori Sorbemol!>>.

Lo sguardo duro di Cindy si stese in un espressione pietosa.

<< Oh, mi fanno una tale pena... Povera Mary, è una donna gentilissima....Non capisco chi possa aver incendiato la sua casa!>>

<< Tu credi che sia stato un incendio? >> domandò Judy sbalordita,infilandosi il grembiule <<Il sindaco Mugnings ha detto che...>>

<< E tu credi alle parole di quel provolone?>> domandò Cindy ancor più sbalordita di quanto lo fosse Judy. << L'anno scorso aveva promesso una grande somma di denaro all' Orfanotrofio Santa Maria José, ebbene ti dico solo che: i soffitti crollano, mancano le medicine e i bambini vivono nella muffa!>>
<< È disgustoso!>> commentò Judy.
<< È disgustoso piuttosto ...assistere a una tua mancanza di responsabilità Judy ..>> disse una voce alla sue spalle.
Si voltò, Caroline era lì, a braccia conserte.
Caroline era una donna quarantenne. I lunghi capelli mossi, un tempo castani erano di colore rosso ramato.
<< Allora con che scusa...mi delizierai oggi?>> domandò inarcando il sopracciglio.
Judy tacque, le sembrava che le parole, stampate nella sua mente, fossero trattenute da un incredibile forza dentro di sé. Parvero passare minuti, ore e addirittura secoli prima che Caroline finisse la sua ramanzina.
<< Se ci saranno altre irresponsabilità da parte tua...sta sicura che cambierò idea sulla possibilità di licenziarti>> avvertì Caroline, trattenendo quello che pareva un sorriso malizioso.
<< Ed ora tornate al vostro lavoro>> ordinò loro.

<< Signor si Signora>> disse Cindy scattando sull'attenti; Judy le lanciò una gomitata.
Caroline la guardo in tralice,prima di dirigersi nel suo ufficio, borbottando "Che idiota!".

<< Fantastico, la giornata inizia alla grande!>> commentò Judy sarcasticamente tra sé è sé.

Quel giorno, i clienti erano molto pochi .
Il signore in giacca e cravatta era intendo, tra una bestemmia e l'altra, a schiarire la macchia di caffè sui documenti.
Più in là, di un tavolo, c'era un gruppo di signore indaffarate in quelli che erano le loro specialità: i pettegolezzi.
<<Sai ho saputo che Natalie si è rotta l'anca, una settimana fa>> disse una signora con indosso un cappellino giallo canarino.
L'altra accanto a se, con un vestito verde acido scoppiò in una risata simile al gracchiare di una cornacchia.
<< Beh, con il problema che si ritrova....Non capisco perché debba tenere una cosa talmente pericolosa in casa >> commentò un altra signora con una collana di perle rosa appesa al collo.
Tutte risero. D'un tratto, quest'ultima si bloccò a fissare il vuoto; gli occhi dilatati, lo sguardo perso.
Il viso da un color pallido, divenne lentamente color porpora violaceo e le sue labbra divennero grigiastre. Poi si assistí a uno spettacolo scioccante; le perle rosa, scorrevano, senza che nessuno le muovesse, lungo il collo grasso della signora.
Le amiche accanto a lei urlarono dalla paura.
All'improvviso, il movimento rotatorio della collana si fermò; per poi riprendere velocemente, all'impazzata; la collana si strinse al suo collo fino a farla soffocare.
Svenì, le amiche accanto a lei gridarono aiuto; la collana continuava a stringerla in una presa mortale.
Quello era il segno che spiegava, che c'era qualcosa di strano a Estmound City. Una presenza assassina, forse la stessa che aveva appicato il fuoco alle case.

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