La Pietra Misteriosa

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Maurik si svegliò in mezzo ad un cumulo di macerie. Era la mattina dopo l' esplosione. La taverna era crollata, e con lei  parte degli edifici più vicini. Sicuramente molta della gente dentro il locale era rimasta schiacciata, e guardandosi intorno vide che un paio di persone si stavano alzando dalle macerie, andando a soccorrere chi era rimasto ferito, bloccato da un'asse di legno o, nei casi peggiori, chi era morto, a estrarne il corpo. Maurik si alzò dolorante, cercando vicino a sé sua madre e suo padre,invano.-Mamma!!Maaammaa!- urlava Maurik. -Dove siete?? Paapino! Vi prego rispondete!- iniziò a singhiozzare, chiamando sua madre e suo padre con voce flebile e interrotta dai continui singhiozzi. Ad un tratto inciampó in qualcosa di duro. Si chinó a vedere e trovò, incastrato tra le macerie, un ciondolo. L'avrebbe riconosciuto tra mille, era di sua madre. Cadde in ginocchio, e i singhiozzi diventarono lacrime, vere e proprie goccie di tristezza. Dopo una manciata di minuti passati lì a piangere, si alzò e corse via. Corse verso casa. Corse, corse e corse come se ci fosse un lupo ad inseguirlo, ma si dovette fermare subito: nella piazza del villaggio si era creato un' enorme cratere brunito, con delle fiammelle blu ancora presenti sui bordi, che arrivavano fino al pozzo e alla statua del Soldato. Praticamente era un cratere di circa venti piedi di diametro. Al centro si stagliava una pietra dalle mille sfaccettature violacee che si intrecciavano sulla pietra nera come il carbone che la costituiva nella gran parte. Era alta a occhio e croce sui trentacinque piedi, perché superava in altezza la già imponente statua alla sua destra. Maurik si avvicinò piano piano, insieme a molti dei sopravvissuti al suo impatto col terreno. La pietra misteriosa iniziò a brillare, e più si avvicinava più gli sembrava che stesse brillando. Arrivato a una spanna dalla superficie rocciosa le sfaccettature brillavano più di mille candele, accecandolo. Si guardò intorno e vide che tutti si erano fermati prima del cratere, mentre lui era l' unico ad essersi avvicinato così tanto alla pietra. Allungò una mano per sfiorarla e sentirne la superficie ruvida sul palmo della mano. Non voleva farlo veramente, era come se la mano si stesse muovendo da sola, come se volesse toccarla a tutti i costi, quasi ignorando Maurik che pensava "non toccarla,non toccarla!" Ma la mano continuava ad avvicinarsi. A un pollice di distanza dalla roccia, un fulmine violaceo partí da essa e toccò il suo palmo, spingendolo via con forza oltre il cratere. Maurik atterró di schiena, e rimase lì, boccheggiando, perché gli mancava l'aria. Una donna venne ad aiutarlo a rialzarsi, seguita a ruota da tutti i compaesani. Si rimise in piedi a fatica, con il respiro affannoso e la vista offuscata. Tutti gli facevano domande del tipo:" come ti chiami? Chi sono i tuoi genitori? Come ti senti? Ti fa male qualcosa?" Ma Maurik non aveva né la forza né la voglia di rispondere. Ad un tratto un uomo urlò- EHI VOI! VENITE A VEDERE!! FORZA!- la voce veniva dal centro del cratere. La folla si aprì, lasciandolo passare. La pietra si era aperta esattamente  a metà, e le due parti giacevano ai lati del cratere. In mezzo a esse  c'era un oggetto ovale, un guscio di un piede per due di grandezza, dritta in mezzo alle due parti della Pietra. Maurik si avvicinò zoppicando, si accovacció per osservarla meglio e vide che la superficie era completamente liscia, con macchioline viola, bianche e  blu su base nera. La prese in mano con fatica, e un istante dopo il contatto con il suo palmo, si ruppe in mille pezzi, che caddero per terra, rivelando il suo contenuto: un drago.

SCIAU RAGAZZUOLI! OGGI AVEVO VOGLIA E SONO RIUSCITO A SCRIVERE UN CAPITOLO, DITEMI SE VI PIACE E SE VOLETE CHE LO CONTINUI. IGNORATE LA GRAMMATICA MOLTO PROBABILMENTE SCORRETTA, E DATEMI CONSIGLI PER MIGLIORARE LA STORIA.

LE CRONACHE DEL REDove le storie prendono vita. Scoprilo ora