Il Drago

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Il drago era bellissimo: aveva scaglie nere lucenti, con sfumature tendenti al violetto, che lo ricoprivano dalla piccola testa appuntita fino alla coda lunga e sottile. Il ventre era leggermente più chiaro, tendente al grigio. Le zampe avevano artigli neri e lucenti come le scaglie, in netto contrasto con gli occhi dall' iride viola, che si muovevano a destra e sinistra, di scatto, come per cercare di capire la situazione. E le ali...ah, le ali grandi quanto la testa di Maurik, la cui membrana translucida vibrava al ritmo dei battiti del piccolo cuore del drago. Maurik lo teneva in mano e sentiva il suo battito pulsare dentro il suo ventre caldo. Il drago si voltò a guardarlo. Gli occhi lo fissarono intensamente per poi distogliere l' attenzione dal bambino, che era rimasto così sorpreso del contenuto della pietra da tremare dalla gioia. Il drago  strofinó  il muso sulla mano sinistra di Maurik, che le teneva a coppa, come tenendo in mano un piccolo pulcino appena nato. Il drago si stiracchiò aprendo un po' le ali, come se si stesse svegliando da un sonno lunghissimo e mugoló piano, rivolgendosi di nuovo a Maurik. Lui non sapeva che fare, si guardò intorno, ma vide solo paura e ribrezzo nei volti dei compaesani. Un uomo uscì dalla folla, era il cavaliere della sera prima, si avvicino con passo lento a Maurik, si chinò per mettersi allo stesso livello del bambino e disse -Ehi tu, ragazzino, come mai la creatura sembra provare affetto nei tuoi confronti? Hai avuto esperienze passate con i draghi? Sei per caso figlio di un Rispettato?eh?-. -Non lo so, Signore, non ho mai visto un drago in vita mia, Signore.- il cavaliere annuì, si alzò e se ne andò. Maurik rimase da solo con il drago in braccio. Si voltò, per andare a casa, si incamminó, ma venne bloccato da un braccio muscoloso:il macellaio, che disse -Ehi tu, ragazzino, dove pensi di andare?-.
-A casa- rispose Maurik. -E il drago?-.
-lo porto con me.- il macellaio scoppiò in una fragorosa risata. -Non se ne parla,potrebbe incendiare casa tua, ucciderti, o peggio, ucciderci tutti, quei cosi diventano maledettamente enormi, lo sai? I tuoi genitori non te l' hanno mai detto?- a quel pensiero Maurik scoppiò a piangere. Già gli mancavano i suoi genitori, e il drago sembrava averlo capito, dato che ringhió contro il macellaio, sbuffando fumo dalle narici, per poi mugolare piano a Maurik, come per consolarlo. Il ragazzino corse via, non verso casa, no, gli avrebbe ricordato troppo i suoi genitori, ma nella foresta, nella fitta e buia foresta intorno al villaggio, lì il drago avrebbe potuto crescere e cacciare, senza dare fastidio a nessuno. Certo, avrebbe potuto incendiare qualche albero, ma Maurik gli avrebbe insegnato a trattenersi, l' avrebbe addomesticato, si, avrebbe addomesticato un drago, e sarebbe vissuto nella foresta, come i selvaggi, mangiando quello che il drago cacciava, o che avrebbe cacciato lui.

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