Crono, il Titano padre di Zeus, non è la personificazione del tempo. In italiano il nome è lo stesso, ma nella mitologia greca esistevano due divinità ben distinte, Chronos (la personificazione del tempo) e Kronos (il padre di Zeus).
Chronos (o Khronos) era uno dei protogonoi, ossia una delle divinità primordiali nate dal Chaos. Nei miti orfici, invece, Chronos era il padre di Etere (l'aria divina) e di Chaos stesso; in seguito, insieme ad Etere, aveva dato origine a Phanes, creatore ultimo dell'universo e degli Dei. Una cosmogonia ancora diversa è quella di Ferecide di Siro (VI secolo a.C.), secondo cui Chronos inseminò gli altri due principi primordiali, Zas (Zeus) e Chthonie (la Terra, in linea di massima) e diede luce agli Dei.
Nell'iconografia greca (e successivamente anche in quella romana) era rappresentato come un saggio uomo dalla barba bianca che spingeva la ruota dello Zodiaco.Chronos era contrapposto ad Aion, un altro protogonos, che rappresentava il tempo assoluto, slegato dai vincoli di Chronos (la divisione in passato, presente e futuro) e quindi spesso associato all'eternità – grazie a questa illimitatezza, Aion venne presto inserito nei culti misterici legati all'aldilà. Iconograficamente, Aion era rappresentato come un giovane seminudo all'interno di un cerchio che, oltre all'eternità e alla ciclicità del tempo, raffigurava lo stesso Zodiaco di Chronos. Adottato dagli imperatori romani (come Antonino Pio) come garante della continuità dell'Impero, i Romani lo associarono a Saeculum, Aevum ed Aeternitas.
Kronos, invece, è il famoso Titano figlio di Urano e Gea: nel mito, depose Urano e regnò sul monte Otri durante l'Età dell'Oro (quella appunto in cui il potere era in mano ai Titani), finché non venne detronizzato a sua volta dal figlio Zeus e, a seconda delle versioni, ucciso e/o imprigionato nel Tartaro. Nonostante questa natura crudele, fu proprio il suo aver regnato nell'Età dell'Oro a consacrarlo come divinità (minore) del raccolto e dell'abbondanza, in onore del quale venivano anche svolti i riti chiamati Kronia. Ecco perché il romano Saturno, dio dell'agricoltura, venne poi identificato con Kronos.
Ricapitolando, Chronos era il tempo primordiale ed Aion era l'eternità primordiale (poi identificata con Saeculum, Aevum o Aeternitas), mentre Kronos era un Titano, legato all'abbondanza dei raccolti (identificato con Saturno). Perché allora due entità così diverse sono state confuse talmente tanto da generare effetti estremamente radicati al giorno d'oggi?
Lo storico greco Plutarco sosteneva che già i Greci stessi sbagliassero, credendo che Kronos fosse un nome allegorico per indicare il tempo (chronos) – altre etimologie, indicate da Platone nel "Cratilo", sarebbero "kouros" ("κοῦρος", "fanciullo", per indicare purezza) e il fatto che i nomi di Kronos e Rea fossero collegati al campo semantico dei fiumi ("rhoe" e "chronos"); oggi invece si pensa che una più probabile etimologia sia collegata all'indoeuropeo *(s)ker-, "tagliare", in riferimento alla falce di Kronos con cui egli evira Urano e poi viene ucciso da Zeus.
Già fra i Greci e i Romani vennero formulate varie teorie che accostavano Chronos a Kronos: che, similmente al Kumarbi urrita, Kronos separando il cielo dalla Terra avesse dato origine alla storia dell'umanità (e quindi al "tempo"); che, come sosteneva filosoficamente Cicerone, Kronos controllasse il tempo per regolare i cicli stagionali del raccolto e, soprattutto, che il suo divorare i figli simboleggiasse il passare del tempo che consuma gli anni (da cui il Saturno "saturo", "pieno"). Va annoverata anche la cosmogonia del latino Marziano Capella (V secolo d.C.), affine a quegli stravolgimenti tipici dei culti misterici quali l'Orfismo e il Mitraismo, secondo cui Aion (simile a Chronos!) va identificato in Kronos, marito di Rea identificata con la Physis.
Fu però proprio l'ultima teoria di Cicerone a prendere piede nei secoli successivi, passando dal simboleggiare il tempo che divora ogni cosa al denunciare la generazione vecchia (i Titani) che sopprime quella nuova (gli Dei), fino ad arrivare al Rinascimento: qui nacque la figura di Padre Tempo, in sostanza una personificazione letterario-filosofica del tempo, raffigurato come un vecchio alato provvisto di clessidra e falce (riferimento, quest'ultimo, a Kronos). Derivato (oltre che dalla confusione fra Chronos e Kronos) dal Tristo Mietitore, Padre Tempo viene spesso a rappresentare l'anno vecchio in contrapposizione all'anno nuovo, un neonato.
Fonti bibliografiche: D. Levi, Hesperia, 1944; G. S. Kirk, J. E. Raven, M. Schofield, The presocratic philosophers, 1983; Plutarco, De Iside et Osiride, 100 d.C. ca.; D. Shanzer, A philosophical and literary commentary on Martianus Capella's 'De nuptiis philologiae et Mercurii', 1986; Cicerone, De natura deorum, 44 a.C.; Platone, Cratilo, 400-301 a.C. ca.; P. Dronke, J. Marenbon, Poetry and philosophy in the Middle Ages, 2001
Fonti grafiche: Chronos: Keeper of Time illustration, ste7nl (Reddit); Chronus-Mono, Mista Breakfast (Flickr); Astrological Oracle, Antonella Castelli; x26, Vania Zoruavliov
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Crono è veramente il titano del Tempo?
RandomSi sa: Zeus è figlio del titano del tempo, Crono, da cui vengono "cronometro" e "cronologia" e che venne ucciso con la sua stessa falce... o no? In questa puntata, scoprirete la differenza fra Chronos e Kronos, come mai già i Greci li confondevano...