Capitolo 2

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"Tutto pronto?" Chiede mio padre con aria stanca.
"Sì, è tutto in macchina"
È finalmente arrivato il giorno tanto atteso: mi trasferisco nel nuovo appartamento.
Sta mattina presto ho radunato tutte le mie cose e le ho caricate in auto. Non nego di aver sentito un nodo alla gola mentre mettevo tutti i miei averi, o comunque una parte di essi, negli scatoloni.
Tutta la mia vita da adolescente è ancora nella mia camera, ho preso solo le cose principali come vestiti, cosmetici vari, saponi e qualche libro.
La vita da indipendente un po' mi spaventa, ma la gioia di ricominciare da capo è più grande della paura.
Finalmente non sentirò più le urla di mia madre se non sono pettinata bene, se non ho le unghie smaltate alla perfezione o se ho le labbra screpolate. Finalmente non sentirò il dovere di essere impeccabile sempre, ma potrò girare per casa in tuta e magari anche senza reggiseno.
Non mi sentirò più giudicata per le mie scelte o i miei gusti. Potrò essere me stessa fino in fondo, ed è tutto ciò che desidero.
"Sei sicura di voler andare.. Cioè, insomma.. Se hai cabinato idea.. non c'è problema, ecco" balbetta mio padre impacciato.
Lui è l'unico ad avermi apprezzata così come sono. Mi ha sempre difeso dalle accuse di mia madre, mi ha sempre sostenuta in ogni scelta. Mi dispiace lasciarlo, ma so che questa è la mia strada.
"Verrò spesso a trovarvi papà, e quando mamma ti farà esasperare sai dove trovarmi" ridacchio leggermente.
Sorride sincero. So che è felice per me, ma capisco anche il suo timore a lasciar andare via la sua unica figlia.
Mi abbraccia dolcemente. Non servono troppe parole tra di noi.
"Allora cara, sei pronta?" Ci raggiunge mia madre nel vialetto della casa, che tra poco sarà la mia vecchia casa.
"Si mamma"
Anche lei non sembra troppo entusiasta del mio trasferimento. In fondo so che mi vuole bene, a modo suo, ma me ne vuole.
Ha cercato di educarmi come sua madre aveva fatto con lei, ha cercato sempre il meglio per me, anche se non nel modo giusto.
"Ci mancherai molto" dice "e chiama appena arrivi"
Mi avvicino a lei e chiedo il permesso, con lo sguardo, di abbracciarla. Lei acconsente allargando le braccia.
Il nostro è un abbraccio sbrigativo, distaccato, ma sono anni che non mi è permesso farlo e me lo faccio bastare.
"Beh.. Allora vado"
Annuiscono entrambi mentre mio padre porta la mano sinistra sul fianco di mia madre e la stringe a se dolcemente.
Salgo in macchina, allaccio la cintura e metto in moto.
Saluto i miei genitori ancora una volta con la mano poi, finalmente, parto.
La sensazione che sento buttando un occhio sullo specchietto retrovisore, per guardare dietro di me, è difficile da descrivere: mi viene da piangere guardando la casa dove sono cresciuta allontanarsi sempre più.
Poi, però, guardo davanti a me, e vedo la mia nuova vita che inizia così, con questo viaggio in auto, verso quell'appartamento. Il mio appartamento. La mia vita.

Giro la chiave, che mi è stata mandata per posta qualche giorno fa dal proprietario dell'appartamento, e apro lentamente la porta.
È ancora più bello dal vivo, che dalle foto.
Il parquet grigio chiaro rende l'ambiente accogliente ma semplice ed essenziale. Il divano nero di pelle addossato al muro con il tavolino in vetro e la tv davanti, mi fanno immaginare a quante sere passerò a guardare serie tv sgranocchiando popcorn. Spingo con i piedi gli scatoloni e le valigie e li lascio lì all'entrata. Li sistemerò dopo.
Apro la porta scorrevole di legno scuro e mi ritrovo in cucina. Il design della stanza mi piace da impazzire: non è molto grande ma è dello stesso materiale e colore della porta, quasi nero, con i ripiani grigi chiari. È molto spoglia, ma conto di arricchirla presto con addobbi vari.
Il tavolo è dello stesso colore del ripiano della cucina e crea un delizioso contrasto con le sedie nere lucide. Sfioro con le dita il lavandino. Il mio lavandino. Poi con straordinaria sorpresa noto la lavastoviglie a lato del forno e sorrido felice.
Non dovrò lavare piatti.
Passo a ispezionare le altre stanze e mi ritrovo nel bagno: le piastrelle grigio chiaro ricoprono la parete fino a metà altezza. I sanitari hanno un design moderno e sopra al lavandino si trova un grande specchio. Il parquet riveste il pavimento di tutte le stanze e questo mi piace da morire.
Arrivo nella camera da letto e rimango spiazzata.
Un enorme letto matrimoniale è coperto da lenzuola nere e cuscini grigi al centro nella parte superiore. Due comodini di legno scuro ai lati e una porta finestra che da su un balcone abbastanza ampio. L'armadio è dello stesso colore dei comodini e del comò, sopra il quale scopro un altro specchio sempre molto grande.
L' appartamento è mediamente grande, con uno stile molto moderno e minimal, che adoro. I colori sono tenui e forse per qualcuno possono sembrare anche tristi, ma io personalmente li amo e non potrei chiedere di meglio.
Sono sempre stata attratta da tutto ciò che è pulito e semplice, forse un po' perché sento il bisogno di tenere tutto sotto controllo.
La mia università si trova a pochi passi da qui, così non avrò nemmeno il problema dei mezzi pubblici o dovrò prendere la macchina ogni mattina.
Afferro il cellulare dalla borsa, che ho lasciato sul divano entrando, e inizio a fotografare le stanze per mostrare ai miei genitori e a Melissa la mia nuova casa.
Sono davvero felice.

Vago distrattamente per le corsie del supermercato più vicino che ho trovato, pensando a ciò che potrebbe servirmi. Ho deciso di fare un po' di spesa come prima cosa.
Passo alla corsia dei prodotti per la cura del corpo, dopo aver finito con cibo e bevande.
Mi fermo di fianco allo scaffale degli shampoo mentre cerco quello che fa per me.
"Merda"
Un uomo, dalla parte opposta, che mi dava le spalle, indietreggiando sbatte contro il mio carrello.
Mi volto velocemente con una bottiglia di shampoo a mezz'aria e la mano destra ancora sul carrello che si è spostato leggermente.
"Vuoi stare attenta?" Dice raccogliendo i prodotti dal pavimento.
Resto sconvolta. Cioè, lui non guarda dove va, e sono io a dover stare attenta?
"Come scusi?" Chiedo con un pizzico di acidità.
L'uomo alza lo sguardo e i suoi occhi incastrano prepotenti i miei.
"Ho detto di stare attenta" ripete coi denti stretti mentre si rialza e si liscia la giacca semi elegante.
"È lei a dover guardare dove mette i piedi" rispondo a tono mentre poso nel carrello il mio flacone.
Ritorno con lo sguardo di lui che mi guarda... Divertito. Ma come, fino a qualche secondo fa sembrava volermi sbranare e adesso questa situazione sembra divertirlo.
"Non chiedi scusa?" Mi chiede con aria di sufficienza.
"Non ci penso minimamente"
Il suo sguardo si indurisce di nuovo e mi sembra di averlo già incontrato. Poi ride leggermente.
"Quasi non ti riconoscevo senza una vodka Lemon in mano, ma devo dire che è mille volte meglio lo shampoo della Pantene" dice ridacchiando. Ecco dove l'ho già visto. È il simpaticone che si è preso allegramente gioco di me qualche settimana fa al locale, di cui non ricordo il nome, con Melissa.
"Il tizio dei quattro bianchi?" Chiedo curiosa.
"Di solito mi chiamano Alex" dice porgendomi la mano non impegnata a tenere il cestino rosso. È ancora più attraente di quanto potessi ricordare.
"Lisa" rispondo allungando la mano e stringendo la sua.
"Grandi spese?" Mi chiede indicando il carrello.
Gli occhi scuri mi scrutano curiosi mentre un accenno di barba contorna il suo sorriso furbo.
"Mi sono appena trasferita" mi giustifico.
Lui annuisce in risposta senza dire nulla. Ci guardiamo per qualche secondo ancora, poi "beh, ci si vede in giro" dice lui, regalandomi un ultimo sorriso e voltandosi.
Non rispondo e dopo qualche secondo di riflessione riprendo la mia ricerca. Ma che diavolo vuole quello lì?
Mi avvicino allo scaffale dei dentifrici e spazzolini, e mentre prendo ciò che mi serve non riesco a togliermi quegli occhi dalla mente.
Alex.
Bel tipo devo dire, ma troppo presuntuoso per i miei gusti.
In ogni caso, difficilmente lo rivedrò.
Finisco le mie compere e dopo aver pagato alla cassa, raggiungo il mio appartamento in pochi minuti con i sacchetti tra le mani.
Quando mi ritrovo davanti il portone del mio palazzo recupero le chiavi nella borsa e lo apro. Attraverso l'ampio androne ed entro nell'ascensore premendo il tasto 4, per raggiungere il mio piano.
Una volta aperta la porta, un ondata di familiarità mi invade, eppure sono arrivata solo qualche ora fa e tutte le valige e gli scatoloni sono ancora all'entrata. È possibile che io mi senta più a casa qui che dai miei?
Accendo la tv perché mi faccia compagnia mentre poso i sacchetti di plastica sul tavolo della cucina.
Ho comprato delle pizze surgelate e sta sera mangerò una di quelle. Ovviamente non l'ho detto alla mamma quando ho parlato con lei prima, si sarebbe arrabbiata e avrebbe iniziato ad elencare per l'ennesima volta tutti i motivi per cui non sono pronta per vivere da sola. Ma non capisce che me ne sono andata anche perché voglio essere libera di decidere se mangiare o no una pizza surgelata per cena.
Accendo il forno per preriscaldarlo e finisco di disfare la spesa.

Taglio la pizza in quattro parti e mi verso della Coca-Cola nel bicchiere trasparente.
"Alla mia nuova vita!" Brindo con me stessa.
Qualcuno potrebbe pensare che sia triste trovarsi in una casa nuova, da sola, a cenare con una pizza surgelata e brindare con della Coca-Cola, ma per me non lo è. Ho desiderato tanto questo momento e mi sento finalmente me stessa. Senza dovermi preoccupare di essere seduta composta o che ci siano tutte le posate al posto giusto sul tavolo. Anzi, la pizza si mangia con le mani, anche se mamma non è d'accordo.
Perché qui, ci sono solo io, e posso fare quello che voglio.

Dopo aver finito la mia meravigliosa e ricca cena poso il piatto, il bicchiere e il coltello che ho usato per tagliarla nella lavastoviglie e raggiungo il divano. Mi stendo e lascio che la stanchezza e lo stress di queste giornate si sciolgano sotto i miei muscoli.
Mi appisolo con la tv accesa e mi rannicchio su me stessa.
Il cellulare mi avvisa di un messaggio e contro voglia mi allungo verso il fondo del divano per recuperare la borsa. Afferro il telefono e apro il messaggi. È Melissa.
"La casa è stupenda! Appena riesco vengo a trovarti, sto solo risolvendo alcuni problemi prima della partenza. Un bacio, ti voglio bene!"
Rispondo in fretta e torno a stendermi sul comodissimo divano. Sono contenta per lei, ha sempre amato viaggiare e finalmente realizzerà il suo sogno. Chissà cosa ha in serbo il futuro per me.
Ora pero, non voglio pensarci, voglio solo vivermi il mio presente.
Mi addormento così, cullata dal rumore della tv, nella mia nuova casa.

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