Padre e figlio giungono ai piedi dell'alta torre sulla sponda della palude Stigia, dove Magneto nota che da essa era partito un segnale luminoso, cui aveva risposto un segnale identico proveniente da un'altra torre, che sorge più lontano.
"Oh Pietro, ma quella luce icche l'è? Tra poco mi acceca, maremma cinghiala"
"Attraverso il vapore della palude potremmo vedere colui che stiamo aspettando" risponde Pietro.
"E chi si sta aspettando? Il bus? Io un c'ho il biglietto"
Pietro risponde puntando una figura su una barca che si sta avvicinando a loro.
"È maleducato puntare il dito contro le persone, disgraziato" dice Magneto dando una pacchina a Pietro.
"Bene bene bene, guarda chi abbiamo qui: Dante e Virgilio" esclama la figura che ormai ha raggiunto i due.
"Chi sono codesti?" Chiede Magneto.
"No scusate, mi so confuso. Comunque siete dannati anche voi, giusto? Perché io posso portare solo anime dannate e sapere di avere fatto il viaggio a vuoto mi scoccia" dice il traghettatore.
"Non siamo dannati..." inizia Pietro.
"Siamo perfetti" lo interrompe Magneto. Detto questo, Pietro gli tira un calcio, che manda a terra l'altro.
"Vedi di non svenire anche sta volta" gli dice infine.
"Come stavo dicendo, non siamo dannati, ma ci dovete trasportare attraverso la palude" riferisce Pietro, trascinando il compagno di viaggio sulla barca. Il traghettatore lascia la sponda e inizia a remare.
Mentre la barca attraversa la palude, si avvicina l'anima di un dannato che chiede a Magneto chi sia lui per giungere all'Inferno quando è ancora vivo.
"Prima di tutto, che cazzo vuoi?" Risponde Magneto.
"Secondo, chi cazzo sei?" Termina la risposta.
"Magneto, sii più cortese. Okay che è Loki, ma comportati meglio" sussurra Virgilio.
"Loki?" Magneto rimane scioccato. "Come mai è in questo girone? Pensavo di trovarlo nel girone degli ipocriti"
"No, qui si trovano quelli che in vita si credono grandi re"
"Ah ecco, ora si spiega tutto"
Ad un tratto Magneto sente un coro di voci dolorose che lo riempiono di angoscia.
"Maremma maiala. Ste voci hanno scartavetrato i coglioni. Ma icche si pole sentire sempre ste lagne? Dio bono, chetatevi"
"Magneto, taci. Stiamo arrivando alla città di Dite" risponde Pietro con voce un po' tremante.
"Pietro, perché sei preoccupato? C'è per caso tua madre?" Chiede Magneto guardandosi intorno, pronto a nascondersi sotto il mucchio di dannati.
"Nono, è perché la città è popolata da diavoli"
"Non essere così crudele. Okay che ci sono delle persone cattive al mondo, ma non le chiamerei diavoli"
"No, Magneto, sono diavoli. Dei veri diavoli"
"Ah. Azz. Forse era meglio aver visto tua madre. Naaah scherzo"
Arrivati, il traghettatore urla loro di scendere, e così fanno. Naturalmente con qualche commento poco gradevole di Magneto.
"Magneto, tu resta qui. Vo a parlare con quei diavoli per lasciarci passare"
Magneto si guarda intorno e rimane impaurito dallo scenario che hanno intorno. "Pietro, non so se hai visto, ma mi sembra di essere in un film d'horror. Quindi io ora vengo con te e andiamo a parlare insieme con i diavoletti" dice mentre inizia a incamminarsi, ma Pietro lo ferma prendendolo per il cappuccio.
"No caro, ora tu resti qui e mi lasci fare il mio lavoro"
Magneto attende con impazienza, mentre Pietro scambia coi diavoli parole che lui non può udire.
Dopo poco tempo, però, i diavoli corrono dentro la città chiudendogli le porte in faccia. Pietro torna sconsolato dal compagno di viaggio, con gli occhi bassi e la vergogna dipinta sul volto.
"Hai fatto un bel lavoro" commenta Magneto.
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I'M BAAAAAAAAAACK.
Scusate per l'enorme ritardo. Sono viva ma per poco. La scuola mi sta tenendo parecchio occupataaaa :(
Comunque, LA DIVINA MARVEL È ARRIVATA A 5000 VISUALIZZAZIONI.
MAREMMA MAIALA, VI AMO.
Mi scuso se ci sono alcuni errori e niente, buona lettura.
Se avete bisogno di qualche traduzione per alcune frasi (non credo che siano difficili da comprendere, ma io chiedo) fatemelo sapere.
Adiossssss,
Elisssssssssssss
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La Divina Marvel
FanfictionLa divina commedia reinventata coi personaggi MARVEL Attenzione: La storia può contenere alti livelli di disagio e stupidità, tenere fuori dalla portata dei bambini.