Di vodka, macchinazioni e sorprese.

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La neve scendeva lenta sulle strade di San Pietroburgo, innevando tutto ciò che trovava sulla sua via e colorando di bianco le altrimenti  sgargianti tinte della città. Gli abitanti erano abituati a quel tenore di vita e ormai non rappresentava più né un fastidio né una novità e si limitavano a sbuffare con leggerezza ogni qualvolta vedevano quei cristalli di ghiaccio cadere su di loro.

Per Yuuri tuttavia era un cambiamento non indifferente. Nel Kyushu non vierano spesso queste temperature così fredde e la neve era anch'essa un evento poco frequente.  Aveva faticato un po' ad abituarsi a questa sua nuova realtà, alla Russia, così fredda e così calda in certi frangenti. In un certo qual modo, gli piaceva.

Passeggiando per le vie della città, si riscosse dalle sue riflessioni, per riportare l'attenzione sulla missione assai ardua che doveva portare a termine: trovare un regalo decente per il compleanno di Victor. Non si illudeva di poterlo stupire tanto quanto con il suo dono precedente, che portava sempre al dito, ma era comunque deciso a non darsi per vinto. Magari, un'ispirazione improvvisa avrebbe fatto luce su tutti i suoi dubbi.

Nonostante tutta la buona volontà, la camminata non portò a nessuna svolta degna di menzione e Yuuri, ormai immerso in una coltre di pessimismo misto ad ansia, pensò che avrebbe fatto una misera figura a presentarsi pochi giorni dopo davanti a Victor a mani vuote. Piagnucolando si diresse verso il loro appartamento e si rallegrò appena, per qual calore che vi avrebbe irrimediabilmente trovato. Il vibrare del cellulare lo distolse per un momento dai suoi pensieri e con un brivido si tolse un guanto per poter impugnare meglio il dispositivo. Si apprestò a leggere l'e-mail appena arrivata, fermandosi davanti a una vetrina per non intralciare i passanti. Sorrise appena lesse il mittente, per poi sgranare gli occhi a causa dello stupore improvviso che quelle parole gli provocarono.

Era qualcosa di fattibile? Victor era impegnato a riportare il suo corpo nella situazione ottimale, per poter dare il massimo nella prossima stagione. Certo, sarebbero sicuramente sorte un sacco di magagne che poi avrebbe dovuto risolvere ma forse... non era dal tutto una cattiva idea.

Ma sopratutto, sarebbe riuscito a non scoppiare a ridere all'apparire di Victor quella sera? Non ne era molto sicuro.

Quell'idea malsana però, doveva ammetterlo, gli piaceva un sacco.


***


Makkachin lo accolse con il solito entusiasmo, ma Yuuri ormai si era abituato agli attentati a sorpresa di quel cucciolo troppo cresciuto e pertanto riuscì a mantenere un precario equilibrio anche quando il cane iniziò a leccargli la faccia e ad abbaiare. Uscito ancora vivo da quell'attacco di poderose coccole, si tolse giubbotto, cappello e guanti e si avviò verso la cucina, da dove provenivano dei suoni non molto promettenti. Makkachin lo seguì e per poco non lo fece inciampare, ma fortunatamente arrivò indenne da Victor, che pareva stesse organizzando la terza guerra mondiale nel loro piano cottura.

«Okaeri, Yuuri!»Victor lo accolse con un gran abbraccio in cui lui mormorò Tadaima a mezza voce, come se ancora non potesse credere che era tutto vero e reale anche dopo quelle due frenetiche settimane.

Ancora dovevano arrivargli i suoi effetti personali e ormai i vestiti diVictor erano diventati per metà anche i suoi, mentre per portare Makkachin da loro erano servite pochissime ore – perché Victor aveva ingaggiato non sa quale agenzia di viaggi che facesse imbarcare il cane in prima classe, il quale probabilmente si era goduto di più la traversata di certi passeggeri.

Si scostò di mala voglia dal russo, che invece cercava di farlo rimanere ben spalmato su di lui, ma Yuuri sapeva benissimo che tutta questa premura era a causa del casino in cui versava la cucina e pertanto non ebbe alcuna pietà quando si staccò e gli rivolse quell'occhiata inquisitoria che, a detta di Victor, era spaventosa.  A dir la verità, non era neanche irritato – entrambi non erano quel che si suol dire cuochi provetti – ma l'espressione di Victor era memorabile e lui dovette trattenersi per non scoppiare a ridere e, cavolo, proprio oggi doveva venirgli in mente anche il modo perfetto per festeggiare il suo compleanno?

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