Un amico,forse l'unico.

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<Prendimi! Sei lenta,non mi raggiungerai!>
<Diane,attenta. Fermati!> Grida mia sorella,alle mie spalle. <Lo dici perché vuoi prendermi!> Le rispondo facendole la linguaccia. Mentre mi giro mi salta addosso, mi scaraventa dall'altra parte. Una luce mi impedisce di vedere il resto. Un suono assordante di ruote che si sfaldano contro il terreno. <Saraaaaaaaaaaaaa!> Urlo. Non risponde nessuno.

<Diane svegliati!> Mio padre mi strattona da una parte all'altra del letto. Sono in un bagno di sudore. Piango,non so cosa fare. Gli incubi mi tormentano dal giorno della morte di Sara. É colpa mia. Lo so, l'ho sempre saputo. E questo pensiero mi tormenta.
<Sto bene papà. É tutto apposto. Come tutte le notti degli ultimi 12 anni.> Lo rassicuro sorridendogli.
<Ricorda, sii più forte della tua forza>

Non ho mai capito il senso di questa frase. Me la dice sempre. La diceva anche quando ero piccola. É sempre stato la mia ancora,la mia forza. Mia madre é morta dopo avermi dato alla luce. Non l'ho mai conosciuta. Questa é un'altra colpa che mi porto addosso. Faccio solo casini.
Sono cresciuta con mio padre e mia sorella. Poi,a causa mia,solo con mio padre. Sono molte le frasi che mi dice per incoraggiarmi in tutto. Ma la mia preferita é quella che mi disse quando mi spiegó che io non avevo più la mamma.
"Dobbiamo andare avanti. Non pensare di non poter essere più una bambina felice. La felicità si guadagna,come tutte le cose,del resto. Nessuno ti darà mai niente per niente."
Non dimenticheró mai questa frase.
Mentre rifletto suona la sveglia. Sono già le sette,non voglio iniziare il nuovo anno. A causa dei miei problemi con la casa vicino dov'era avvenuta la disgrazia di mia sorella,siamo stati costretti a cambiare casa e città.
Io non ho mai avuto molti amici,ma per lo meno,anche se finti ne avevo alcuni. Qui in questa nuova scuola,no. Ma dovró arrangiarmi.
Mi costringo ad alzarmi e vado dritta in bagno. Cerco con disperazione la spazzola,ma non la trovo. Mi arrangio con un pettine che tengo sempre nella borsa. I miei capelli color mare,sono un casino.
Dato che sono blu,li definirei un maremoto,ma la mattina non sono pronta per le metafore. Corro in camera e prendo dei pantaloncini cachi,e una maglietta bianca con l'infinito. Li indosso,nel complesso non sono male. Infilo i libri alla rinfusa nello zaino e mi avvio in cucina.
<Giorno!> Dice mio padre,stampandomi un bacio sulla fronte. Io ricambio e lui sorride. Apro il frigo e verso il latte in una tazza. lo bevo d'un fiato,e saluto mio padre con un altro bacio. Infilo il giubotto ed esco.
Corro alla fermata del bus, e aspetto. Arriva con due minuti di anticipo e mi affretto a salire. L'uomo dei biglietti mi guarda storta,forse é perché ho un colore di capelli fuori dal comune. In qualsiasi caso non m'importa.
Gli lancio un'occhiataccia e lui prende i biglietti.

Arrivo a scuola un po' prima,cosi mi avvicino all'entrata e scruto quelli che saranno i miei "amici". Non sembrano sto granché,nulla di particolare. Vedo un ragazzo;bellissimo,alto,capelli castani e occhi nocciola. Noto un tatuaggio con le stelle,proprio sotto l'orecchio.

Corre verso l'entrata,ha lo zaino aperto e perde fogli e libri da tutte le parti,nel frattempo impreca. Mi arriva praticamente addosso e mi fa cadere lo zaino sul piede.
<Oddio,scusa.> Dice,tendendomi la mano. Io la affero e mi alzo. <Non preoccuparti é il mio primo giorno. Non ti conosco, non posso rovinarti neanche la reputazione!> Scherzo. <Piacere io sono Claudio!>Si presenta. Mi sta già simpatico. Vorrei che fosse nella mia classe. <Che classe sei?> Chiedo incuriosita. <Terza b, tu?> Oddio menomale. <Anch'io!> Esclamo con troppo entusiasmo. Mi sta fissando,so già cosa vuole sapere. <Si,lo so che vuoi sapere perché ho i capelli blu!> Lo anticipo. <Bhe,solo se vuoi dirmelo!> Risponde. Ero certa che lo volesse sapere. <Perché blu era il colore preferito di mia sorella.> Ammetto ad occhi bassi. <Ah,io scusa. Non volevo infierire> É mortificato,crede di aver fatto una gaffe. <Tranquillo é passato ormai tanto tempo,sono abituata.> Lo rassicuro. Sembra più tranquillo. <Dove vivi?> Mi chiede per rompere il ghiaccio. <Dall'altro lato della città,vengo in bus>
<Anch'io vengo in bus,potremmo andare insieme domani>
<Ehm okay!> Confermo con un sorriso.
<Ma come ti chiami,non me lo hai detto?!>
<Scusa, mi chiamo Diane!>
Entriamo in classe. Si siede vicino a me e passiamo il resto della lezione a fare battute.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 04, 2017 ⏰

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