2 IMPREVEDIBILITà

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DENNY

In quel momento mi girava così forte la testa che pensavo sarebbe uscito il cervello dal cranio. Ma cosa stava succedendo?! Riuscivo solo a pensare che non avrei mai compreso le donne fino in fondo, aveva ragione Socrate quando affermò Sò di non sapere, forse lui si riferiva a qualcos'altro, ma in quella situazione ci calzava a pennello.

Non mi era mai capitato di rifiutare una ragazza che mi chiedesse palesemente di scopare, ma lei non era una qulunque, cazzo! Era Gaia. Anche se eravamo coetanei, avevo sempre pensato a lei come ad una sorellina più piccola da difendere, c'era qualcosa di incestuoso in tutto questo. Ero talmente confuso da non riuscire a far chiarezza tra i miei pensieri, che si susseguivano ad un ritmo troppo veloce.

Alzando lo sguardo vidi il suo volto illuminato da un raggio di sole e rigato dalle lacrime che continuava a versare, aveva un'espressione angelica. Guardandola bene era davvero bella, nonostante avesse i capelli legati in modo disordinato sopra la nuca e alcune ciocche ribelli le scendevano davanti al viso. Indossava una tuta di due taglie superiori rispetto a quella giusta, in modo da nascondere completamente il suo corpo e dopo tutte quelle lacrime, il poco rimmel era colato fino alla bocca, donandogli un'aria alquanto buffa.

Vedendola sconvolta mi riscossi dai miei pensieri e tornai alla realtà, stava gesticolando in modo furioso muovendosi avanti e indietro nella stanza. D'un tratto si fermò davanti al tavolo e raccimolò i suoi libri più in fretta possibile, scaraventandoli nello zaino. poi si girò di scatto puntandomi addosso uno sguardo truce e con passo determinato si diresse verso la porta.

Non potevo permettere che se ne andasse, non perchè provavo pena per lei, ma c'era qualcos'altro, che neanche io sapevo spiegare, forse semplice curiosità. Decisi di seguire l'istinto, anche se capivo che in questo modo il nostro rapporto sarebbe cambiato per sempre, ma l'unica certezza in quel momento era che non potevo perderla. Così corsi verso la porta d'ingresso e riuscii a bloccarla. Gaia era girata di schiena e mi implorava di lasciarla andare anche se potevo sentire la disperazione nella sua voce, perciò feci quello che ritenevo giusto al momento "Smettila di piangere, tanto sai che non ti lascio andare da nessuna parte."

La sua bocca emetteva soltanto sussurri, la grinta di poco fà era svanita "Non mi sono resa già abbastanza patetica?!" Vederla in quello stato mi procurava un malessere che non mi sarei mai aspettato di provare, infatti non potevo definirmi una persona sensibile e fino a quel momento non mi era mai interessato cosa sentisse chi era difronte a me, perchè lei invece mi faceva quell'effetto? Volevo solo farla stare meglio, non meritava ciò che era accaduto, sia io che Giorgio eravamo stati troppo duri con lei, senza alcun motivo.

Quando si girò ci ritrovammo vicinissimi, potevo sentire il suo respiro confondersi con il mio. Continuava a tenere gli occhi bassi e le guance erano visibilmente paonazze, perciò con un tocco leggero le alzai il mento costringendola a guardarmi. Mi accorsi solo allora che i suoi occhi alla luce del sole sembravano quasi verdi e vedendola mordersi le labbra arrossate e gonfie non riuscii più a trattenermi. Mi avvicinai con cautela, appoggiando la bocca alla sua, aveva un buon sapore, decisi allora che volevo qualcosa di più, perciò con la punta della lingua sfiorai i contorni delle sue labbra, facendola trasalire.

GAIA

Ero bloccata dal peso del suo corpo e mi stava baciando. Le labbra erano morbidissime e il contatto lieve, la sua lingua si muoveva in modo delicato alla ricerca della mia. Poi sentii le sue braccia stringersi intorno a me, potevo percepire i suoi muscoli che si contraevano e la sensazione era fantastica, finalmente ero a casa dopo tanto girovagare senza meta, mi sentivo protetta. La sua bocca aveva un sapore dolcissimo, probabilmente dovuto al frullato che avevamo bevuto poco prima, ma sapeva lo stesso di buono.

passo dopo passoWhere stories live. Discover now