Prologo

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I capelli biondi si muovevano grazie al vento. Ogni singolo ciuffo prendeva direzioni sempre diverse creando una rete di capelli. Gli occhi verdi scattavano tra le strade mentre attendeva che un movimento la facesse scattare. Sentì dei passi in lontananza. Lei sapeva ascoltare.
Quando i suoni furono abbastanza vicini scattò velocemente di fronte alla persona che camminava con tranquillità, tenendo tra le mani il cellulare, senza fare il minimo rumore grazie ai piedi nudi. Dietro al ragazzo che camminava iniziò a seguirlo senza far nulla, se non respirare.
Lui alzò lo sguardo sulla strada mentre lei seguiva i suoi movimenti. Gli tappò la bocca impedendo ogni suono.
- Azzardati a fiatare e ti strappo dal petto quell'inutile organo che ti tiene ancora in vita. - sussurrò nel suo orecchio.
I guanti impedivano a ogni rumore di uscire.
Lei alzò il coltello fino a sfiorare la pelle del collo con la lama affilata.
- Conto fino a tre, poi lacererò la tua gola con il mio coltello, pian piano ti toglierò il respiro e infine ti lascerò qui, aspettando che trovino il tuo corpo - sorrise.
- Uno - il suo sorriso si allargava sempre di più.
- Due - il ragazzo in preda al panico iniziò a urlare, urla rese mute grazie ai guanti.
- Come passa in fretta il tempo... Tre! - il coltello trafisse la carne mentre il sangue iniziava a colare lungo il collo. Scivolava piano lungo la pelle liscia fino a macchiare la maglia chiara. Come adorava quel colore. Strappò il coltello dalla gola del ragazzo ormai morto. Alzò con la mano la testa scoprendo i centimetri di pelle. Prese a leccare il sangue che ripetutamente scendeva.
- Sogni d'oro - sorrise mentre appoggiava delicatamente il corpo senza vita a terra.
Si aggrappò ai mattoni che formavano l'edificio e facendo leva con le gambe si spinse più in alto fino a raggiungere il tetto dell'edificio. Prese un respiro e cominciò a correre saltando di tetto in tetto. Il sapore di ferro del sangue le ritornava imperterrito sul suo palato regalandole una piacevole sensazione. Si leccò le labbra al pensiero del colore rosso scuro del liquido. In poco tempo arrivò nel piccolo palazzo dove lei abitava.
Alzò il colletto della sua camicia a quadri e premé il bottone in acciaio in attesa che l'ascensore arrivasse. Aperte le porte vi ci entrò premendo immediatamente il pulsante per l'ultimo piano.
Il "ding" rimbombò nella piccola stanza ricoperta da legno laccato. Uscì all'apertura delle porte entrando di corsa in casa. Si liberò dei vestiti gettandoli a terra. Accarezzò il piccolo gatto e poco dopo entrò nella vasca godendosi del calore dell'acqua a contatto con la sua pelle.
Guardò il liquido trasparente sporcarsi in poco tempo per colpa del tempo trascorso fuori. Sospirò e prese il telefono mettendo la musica di sottofondo mentre si rilassava.

Jeff The Killer ~ Sogni D'oro Mia Piccola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora