Io ci godo.

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"Io godo a far stare in ansia la gente".
Quella fu la frase; all'incrociarsi i nostri occhi si ricoprirono di complicità, eravamo fatti l'uno per l'altra, ne ero certo.
L'appuntamento da quel punto in poi scorse fluido, senza silenzi imbarazzanti. Ci salutammo con un bacio sulla guancia e ognuno a casa propria, sembrava tutto perfetto e in effetti lo era, mi sentivo bene, protetto da una forza sconosciuta, illuminato da una luce che rifletteva il suo nome. La volevo, questo è certo e lei voleva me, eppure non rispose ai miei messaggi e alle mie chiamate per tre giorni e mezzo: i giorni più lunghi della mia vita, non capivo, ero confuso e mi auto-infliggevo paranoie e ansie, tanto da chiudermi in casa tutto il giorno, a bere, a fumare, a giocare ai videogiochi, sempre e solo con la suoneria attivata e gli occhi sul telefono, fino a che non mi resi conto, il suo era feticismo, lei in quel momento stava provando piacere nel sentirmi ai suoi piedi e sofferente. Da quella mia illuminazione non fui più lo stesso, ero deciso a darle pane per i suoi denti, sentivo del calore in me mai provato, ero eccitato dalla voglia di cominciare, solo l'idea che lei provasse quel dolore e quella frustrazione che avevo provato io, mi faceva sentire vivo e forte. Smisi di cercarla al secondo giorno e infatti, un giorno e mezzo dopo, mi rispose, con una scusa banale che mi deluse non poco (giusto perché la ritenevo molto più abile nell'usare la fantasia). Era finita nella mia rete ed io nella sua, eravamo pronti ad iniziare.
Ci vedemmo due giorni dopo, un invito a cena per cominciare ed un programma speciale per sorprenderla: saremmo andati ad una mostra, non una qualsiasi, una mostra dei quadri più macabri della storia dell'arte. Passammo davanti a varie opere degne di nota, ma ci soffermammo davanti ad un'opera di Edvard Munch, noto pittore ed incisore norvegese: "La morte di Marat", l'interpretazione del celebre delitto d'amore, un quadro disturbante dal mio punto di vista, ma allo stesso tempo affascinante, ci guardammo con uno sguardo malizioso, non mi ricordo nemmeno il motivo se devo essere sincero, so solo che non mi sentivo a disagio, stavamo sorridendo di fronte alla morte e al sadismo, ma non c'era nulla di male, probabilmente poiché per noi era solo un gioco, un modo di flirtare, una passione in comune per il macabro che sicuramente non sarebbe mai sfociato in nient'altro, almeno così credevo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 28, 2017 ⏰

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