Capitolo 15

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Ogni giorno è un nuovo giorno, scriveva Ernest Hemingway, e non ho mai capito questa frase così bene come oggi. Il forte odore di caffè ha ormai invaso le mie narici, costringendomi ad abbandonare il sonno profondo. Rimango con gli occhi chiusi per un attimo, inalando ancora più a fondo.

«Buongiorno amore.» la voce calma e tranquilla di mia madre mi risveglia insieme a quel fortissimo e piacevole odore di caffè amaro.

«Mamma.» borbotto ancora mezza addormentata mentre mi frego un po' gli occhi.

«Hai dormito bene?» si siede sul bordo del mio letto singolo e mi accarezza la fronte e i capelli.

«Sì e tu?» le sorrido dolcemente cercando di svegliarmi completamente.

«Benissimo.» annuisce lei, «hai fame?»

«Tantissima!» rido mettendomi seduta, strappando una breve risatina anche a lei.

Appoggio sulle gambe, coperte da un caldo piumone rosa, il vassoio di legno con il caffè e una brioche. Adoro quando mia madre mi porta la colazione a letto e rimane a chiacchierare un po' con me. Non passiamo molto tempo insieme siccome lavora tanto e adoro essere svegliata così la domenica mattina.

«Cosa vuoi fare oggi?» domanda rubando un pezzo del delizioso cornetto alla crema.

«Ehi!» rido allontanandolo da lei, «Non lo so.»

«Shopping?» propone scherzando.

«No!» mi affretto ad esclamare con una smorfia disgustata ed entrambe scoppiamo in una fragorosa risata.

«Facciamo una passeggiata al parco?»

«Molto meglio!» annuisco io convinta.

«C'est bien,» si alza lei sorridendo, «allora finisci di mangiare e preparati così usciamo.» mi stampa un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza.

Forse, in fondo al mio cuore, spero che mia madre voglia recuperare il rapporto con me e che mi porti il caffè a letto come ha fatto qualche volta a Parigi, sedendosi di fianco a me e chiacchierando del più e del meno. Però, con mia grande meraviglia ed un pizzico di delusione, scopro che chi mi ha portato la colazione non è lei.

«Buongiorno!» la voce un po' roca e ancora assonnata di Zayn mi fa sgranare gli occhi, soprattutto quando lo vedo entrare con un vassoio pieno di frutta, croissant, succo, caffè.

«B-buongiorno.» balbetto incredula.

«Come stai?» appoggia il vassoio al letto e lui si siede in fondo.

«Bene.» sorrido appena mentre mi metto seduta e lo squadro notando i suoi capelli arruffati e i suoi occhi stanchi.

«Ho pensato di portarti la colazione, potrebbe farti bene.» mi informa con un'insolita dolcezza, sembra premuroso e affettuoso.

«Grazie, sei davvero gentile.» rispondo sincera ma un po' stranita e prendo il succo d'arancia tra le mani, «Non è che hai avvelenato qualcosa?»

«Non ti resta che scoprirlo,» scherza alzando le spalle, «stai bene?»

«Sto bene ora, grazie. E tu?»

«Se può interessarti i nostri genitori sono appena partiti.» mi informa e prende un mirtillo dal piatto di frutta provocandomi una risata.

«No, sinceramente non mi interessa affatto.» scuoto la testa osservandolo e intanto riesco solo a pensare che mia madre non mi ha nemmeno salutata e, nonostante la nostra lite, mi sembra davvero assurdo.

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