Chapter 1

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Ed ero lì, in quella stanza di ospedale così silenziosa da essere quasi assordante.
Stesa sul letto da non so quanto tempo a cercare di realizzare cosa realmente fosse accaduto quell'orribile giorno che non dimenticherò mai in tutta la mia vita.

La storia nella mia mente si ripeteva in continuazione ripetendo sempre le stesse scene.
Io, mia sorella piccola, mia madre, mio padre e quella maledetta macchina che ci prese in pieno scaraventandoci per l'aria. E d'un tratto il buoio e il silenzio diventarono parte di me e di quell'auto.

L'ultima cosa che ero riuscita a vedere fu il piccolo viso di mia sorella che urlava a squarciagola e si nascondeva sotto il sedile per cercare invano di proteggersi dallo schianto. Ma poco dopo i suoi lamenti erano cessati e, con loro, anche lei.

Avevo avuto la notizia poche ore prima da un'infermiera che l'unica sopravvissuta all'incidente ero stata io.

I medici continuavano a ripetermi quanto fossi stata fortunata ad essere ancora viva e che avrei dovuto ringraziare solo il Signore per questo grande miracolo.

Io non mi ritenevo per niente fortunata e per niente contenta o rilassata di quella notizia.
Continuavo ad uccidermi mentalmente dandomi colpe che sapevo fossero inesistenti, ma quella era l'unica cosa che potevo fare in quel momento.
Non avevo motivo di "ringraziare" il Signore, perché aveva portato via la mia famiglia e, con loro, si era portato anche una parte di me.

Pur avendo avuto la certezza di essere sana nonostante tutto, avrei preferito non esserlo.
Avrei preferito che la morte toccasse a me  piuttosto che a mia sorella di soli quattro anni con ancora una vita davanti, con ancora tante esperienze e tante emozioni da  provare.

E in un attimo mi accorsi di come la vita fosse breve per quanto a noi potesse sembrare infinita. Pensai a quante poche volte avevo detto un "ti voglio bene" ai miei genitori e a quante volte li facevo innervosire per qualcosa che avevo combinato. Avrei tanto voluto essere una figlia perfetta, ma io non lo sono mai stata. In molte occasioni sono anche stata "la loro più grande delusione", ma ero pur sempre la loro bimba e, come dicevano loro, un giorno sarei cambiata e li avrei ringraziati.

Beh ora non avrei più potuto farlo e mi pento molto di tutte quelle volte che non sono riuscita a dire quelle semplici parole che per loro significavano tanto.

La porta della mia camera di ospedale si aprì lasciando spazio alla figura dell'infermiera che era ancora intenta a sistemare dei medicinali nei bicchieri che erano disposti ordinatamente sul tavolino.

<<Signorina, ora le daremo questa pillola che le permetterà di riposare per un po' >> disse quasi sottovoce come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.
<<Va bene>> risposi quasi indifferente.
<<Signorina, volevo dirle anche un'altra cosa. Essendo maggiorenne lei può ritornare a casa anche domani, ovviamente sempre con la conferma del Dottor James>> annuí.
<< Va bene allora, buonanotte signorina >> concluse spegnendo la luce e uscendo dalla stanza socchiudendo la porta.

Il buio si impossessò di quel posto facendolo diventare ancora più spaventoso di quanto non lo fosse già. I ricordi ricominciavano a riaffiorare e a ripetersi alll'infinito non appena cercai di chiudere occhio.
L'effetto della medicina non era immediato a quanto pare e, così, decisi di andare ad aprire la finestra per far passare un po' di aria che ormai in quella stanza mancava.

Era notte, e gli alberi si muovevano a tempo con il forte vento. Varie macchine erano parcheggiate sul ciglio della strada e notai come tutte erano dello stesso colore, ovvero bianche. Tranne una che era nera, molto grande e molto bella. Guardando molto attentamente vidi un ragazzo alto e riccio che gli si era poggiato sopra.

Aveva lo sguardo fisso dalla mia parte e non osava distoglierlo, era lì fermo che sembrava un pezzo di ghiaccio.

Stanca di quella situazione richiusi l'anta della finestra ossevando, però, un'ultima volta quello strano ragazzo.
Ritornai nel letto e mi coprí per bene sperando che l'effetto della pillola facesse al più presto effetto.
E così fu, dopo qualche minuto i miei occhi si chiusero in un sonno profondo, sperando che il giorno dopo mi sarei risvegliata nella mia camera e che quell'accaduto fosse stato solo un brutto sogno.



SPAZIØ ME
Salve a tutte, volevo solo dirvi ch questa è la mia prima storia quindi scusate eventuali errori.
Sono molto contenta di iniziare a scrivere questa storia perché è tutto ideato da me ed è una cosa di cui vado molto fiera.
Ho deciso di chiamare la storia " I'm Titanium" perché mi sembrava adatto al carattere del personaggio. Come avete già visto si trova in una situazione molto particolare e molto delicata per una ragazza di soli diciotto anni.

Sia ha l'entrata anche di un ragazzo che, come abbiamo visto, la sta osservando dal parcheggio dell'ospedale.
Ma chi è veramente questo ragazzi? E per quale ragione la stava osservando dal ciglio della strada in piena notte?
Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Sarei molto contenta se lasciaste qualche, commento per capire se, come inizio, va bene e se vi sta piacendo.
Grazie ancora e ci vediamo al prossimo capitolo
XX _Lodovi_

I'm Titanium ~ H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora