Sono sempre stata una ragazza che con la società non ci voleva avere proprio a che fare. Mio fratello Charlie mi diceva sempre che ero un'asociale ma allo stesso tempo mi incoraggiava ad immischiarmi tra la gente che stesso lui chiamava "belve". Mi diceva anche che non tutte le persone erano cattive e che se sapevo scavare nel profondo, forse avrei potuto trovare il buono che c'era in loro.Il rapporto che avevamo noi due era qualcosa di speciale, esistevamo solo perché c'era l'altro, un esistenza che è stata mandata in frantumi quando nostra madre, quella che credevamo fosse la mamma migliore del mondo, ci lasciò andandosene con un ragazzino che aveva si e no quindici anni meno di lei.
Lasciò mio padre con due bambini piccoli, mio fratello aveva sette anni ed io quattro. Per quello che riesco a ricordare, ricordo che mio padre per i primi tempi non si prendeva cura di noi. Il dolore che mia madre gli aveva lasciato era immenso, ma la cosa che più lo mandava in bestia era che il ragazzino era un suo dipendente e che lui per tutto il tempo non se ne era accorto di niente.
Gestiva un piccolo negozio di ferramenta che però chiuse poco dopo perché gli affari non andavano bene.
Le cose sembrarono andare meglio quando entrò nelle nostre vite Keith, la nuova compagna di mio padre che accolse me e Charlie come suoi figli. Per me era la mia vera madre. Quella che ci abbandonò la odiavo, e ritenevo che era lei l'unico motivo per cui io non mi fidavo delle persone, non mi legavo mai a loro, perchè la paura era troppa di essere abbandonata, di nuovo.
Come tutte le mattine mio padre mi svegliava per andare a scuola, e come sempre la voglia di alzarmi era zero. Per darmi forza mi ripetevo che era l'ultimo anno e che si trattava di pochi mesi prima che la scuola finisse.
“Juliet alzati! che tra poco è pronta la colazione”“Papà non mi va di andare a scuola oggi. Ho sonno!”
E fu così che mio padre si avvicinò alla finestra e la aprii facendo entrare un raggio di sole che sembrava volesse accecarmi.Scesi dal letto e infilai le pantofole che si trovavano accanto ad esso dopodiché seguii mio padre per le scale per andare in cucina a fare colazione.“Dov'è Charlie?” chiesi non vedendolo in cucina come al solito.
“E' andato a sbrigare le ultime cose prima di partire. Parte dopodomani”
“Quindi è deciso?”“A quanto pare si.”
La conversazione tra me e mio padre finì là perché sapevamo che continuarla avrebbe creato una mancanza già prima che partisse. Di solito si dice che il pilastro di una famiglia sia il padre o la madre, ma nella mia il pilastro fondamentale era mio fratello.
Prima di uscire di casa salutai mio padre che era seduto a tavola mentre leggeva il giornale e sorseggiava una tazza di caffè.
“Cosa ti preparo per pranzo?” mi chiese dalla cucina.“Niente, rimango fuori a pranzo con Abby”dissi mentre uscivo di corsa da casa.
Abby era l'unica amica che avevo. Si poteva dire che eravamo nate insieme visto che le nostre mamme ci aspettavano quasi nello stesso tempo. Lei c’era sempre e sapevo che non mi avrebbe mai abbandonato.
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Stay but go away||Liam Payne
FanfictionJuliet Brown è un'adolescente come tutte, ma ha un passato che non riesce a dimenticare dopo che la madre se ne è andata di casa con un altro uomo. Vive con suo padre e suo fratello Charlie che sfortunatamente verrà a mancare a causa di un incidente...