Capitolo Tre

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Abby prese il telefono e se lo portò alle orecchie per vedere se l'agente di polizia era ancora in linea.

Io nel frattempo mi piegai sulle ginocchia e incomincia a piangere. Sentivo le guance accaldarsi ad ogni lacrima che scendeva e con le mani le asciugavo.

Ancora non sapevo cosa fosse successo a mio fratello ma ero sicura che non era una cosa da niente, altrimenti la polizia non mi avrebbe chiamato, giusto?

“Pronto è ancora in linea?” disse portandosi il telefono alle orecchie.

Abby mi guardò con occhi sorpresi e capii che lo era.

"Metti in viva voce” dissi e lei subito lo fece.

“Salve sono l'amica di Juliet, può spiegarmi meglio cosa è successo?” disse cercando di avere un tono tranquillo.

“Il ragazzo ha avuto un incidente, ma non posso dirvi i dettagli al telefono” disse l'agente.

“Ho capito..” disse semplicemente Abby.

“E' stato portato in ambulanza al King's College Hospital. E' pregata di avvisare anche i genitori” continuò

“E' qualcosa di grave?” le domandò Abby.

“Come già le ho detto, non posso darle informazioni al telefono, ma appena arriverete all'ospedale mi troverete lì e vi dirò tutto” disse salutando Abby e attaccando la telefonata.

“Gli è successo qualcosa di grave, me lo sento!” dissi singhiozzando.

“Sono sicuro che non è così Juliet..” disse Harry mettendomi una mano sulle spalle, seguito da Abby che fece la stessa cosa.

Per tutto questo tempo non me ne ero accorta che Harry era rimasto lì, e ne fui sorpresa perché mi aspettavo che se ne sarebbe andato. Nonostante non lo conoscessi bene ne ero grata per non averlo fatto.

“Vado a dirglielo io a tuo padre, tu stai ferma qui” disse Abby appoggiandomi una mano sulla gamba.

Harry rimase in piedi davanti a me e mi guardava con compassione. Dopo qualche minuto sentii un formicolio alle gambe e capii che stavano per addormentarsi. Piano mi alzai per far si che non cadessi una volta in piedi per le gambe indolenzite.

Mi massaggiai le gambe e poi mi andai a sedere sugli scalini d'avanti alla porta di casa mia, seguita da Harry che fece lo stesso.

“Quanti anni ha tuo fratello?” mi domandò con tono basso.

“Ventidue” dissi e scoppiai di nuovo a piangere.

“Scusami, non volevo..era solo..” disse agitato per quello che aveva appena detto.

Non ero arrabbiata con lui per quello che aveva detto era solo che pensando all'età che aveva Charlie, così giovane non volevo pensare al peggio.

L'agente di polizia era stato molto vago sulle informazioni riguardanti mio fratello, quindi poteva essere successo di tutto o magari si era semplicemente rotto una gamba, ma come mio solito pensai alla cosa più grave.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 11, 2015 ⏰

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Stay but go away||Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora