Prologo

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YOU ARE MY DESTINY

(Sequel: You are my Love)


PROLOGO


Luce's POV


Era passato ormai un mese dal mio "ritorno" alla normalità, ma non c'era secondo, minuto, ora, giorno o settimana che non pensassi ad un ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi.

Mi mancava.

Mi mancava terribilmente.

Avevo quasi finito un quaderno da disegno raffigurando solo il mio Principe, o meglio lui e tutte le persone che avevo incontrato nel passato. Però il mio soggetto preferito, la persona che riempiva i tre quarti di quelle pagine, era lui.

Lo disegnavo per mantenere vivo il ricordo del suo profilo, dei suoi ricci lunghi e morbidi, delle sue labbra carnose e gentili, e soprattutto dei suoi occhi verdi e luminosi. Per mia sfortuna non riuscivo mai a trovare la giusta sfumatura per il suo sguardo, ma almeno ci andavo vicina quanto più possibile e me lo facevo bastare.

That I love you. I have loved you all along. And I miss you. Been far away for far too long.

<< Pronto? >> risposi al cellulare.

<< Ciao Luce, come stai? >>.

Un piccolo sorriso solcò le mie labbra nel riconoscere la voce calda e sensuale di Zayn.

<< Ciao Zay, bene e tu? >>.

<< Bene, ma volevo sapere come stavi realmente e non come vuoi far credere che tu stia >>.

Sospirai, conscia che il moro oramai mi conosceva troppo bene e non si sarebbe fatto ingannare tanto facilmente.

<< Come pensi che stia Zay? Vado avanti perché non voglio preoccupare ulteriormente la mia famiglia, ma non sto vivendo... sto sopravvivendo. E' difficile guardare al futuro quando l'unica persona che potrebbe darmi la forza per rialzarmi completamente è vissuta all'incirca millecinquecento anni fa >> mormorai.

Percepii chiaramente il profondo respiro che il mio migliore amico aveva emesso, prima che lo sentissi parlare a bassa voce con qualcuno. Evidentemente non era solo in quel momento, ma data l'ora supposi fosse in negozio e che il suo interlocutore fosse Liam.

<< Vieni a cena da me domani >> disse.

Mi riscossi dai miei pensieri, corrugando la fronte.

<< Cosa? Perché? >>.

<< Non fare domande, vieni e basta. Ci saranno anche Liam e Niall >>.

<< Ok >> mi arresi.

<< Brava piccola, ci vediamo domani sera alle 20 >>.

E con quella raccomandazione, o forse dovevo definirlo ordine, chiuse la telefonata lasciandomi ancora confusa e titubante.

<< Uomini. Chi li capisce >> scrollai le spalle.

Ripresi la mia strada lungo il marciapiede, diretta a casa, quando venni superata da un bambino che trascinava la madre con tutte le sue forze.

<< Vieni mamma! Stanno donando dei cuccioli da questa parte! >> esclamò il bimbo.

Non riuscii ad impedirmi di sorridere per quella scena, osservando la coppia fermarsi a pochi metri da me. Effettivamente c'era un numeroso gruppo di persone fuori dal cancello principale di una delle abitazioni e nell'aria si potevano ben udire gli uggiolii dei cuccioli.

Rallentai il passo quando raggiunsi la folla di genitori e bambini che formavano un semicerchio attorno ad un grande scatolone da cui spuntavano i musetti dolci e dalle lingue penzoloni dei cucciolotti. Dietro la scatola il padrone di casa stava spiegando ad alcune persone il sesso e l'età dei cagnolini mentre la madre di quest'ultimi li annusava e leccava probabilmente per l'ultima volta.

Era un magnifico esemplare di pastore tedesco e la sua prole era bellissima proprio come lei.

<< Mamma possiamo prenderne uno? >>.

Ridacchiai per l'espressione supplichevole, con tanto di mani unite, del bambino nei confronti della madre.

Spostai lo sguardo sullo scatolone contando sette cagnolini e stavo per proseguire verso casa quando incrociai gli occhietti scuri di uno di loro.

Trattenni il respiro nel leggere una forte emozione in quelle iridi marroni, seguita da una luce di gioia e speranza. Il cucciolo iniziò ad abbaiare in maniera forsennata, tentando di uscire dalla scatola.

<< Ehi piccolo che ti prende? >> s'incuriosì il padrone.

La madre invece stava osservando attentamente il figlio, prima di spostare l'attenzione su di me. Una strana sensazione mi fece capire che quel cane sapeva ed infatti la vidi prendere per la collottola il cucciolo e farlo uscire dalla scatola, lasciandolo andare.

Il cagnolino subito corse verso di me che prontamente m'inginocchiai per prenderlo tra le braccia.

<< Gray >> sussurrai.

La linguetta umida e ruvida del cane iniziò a leccarmi il viso, cancellando le lacrime che non mi ero accorta di stare versato.

<< Ma tu guarda, non mi era mai successo di assistere ad una scena simile >>.

Alzai lo sguardo ritrovandomi il padrone ed il suo cane proprio dinanzi a me, mentre la piccola folla si era zittita e mi stava osservando attentamente.

<< Sembra che questo piccolino l'abbia riconosciuta signorina >> disse l'uomo << Forse era destino che v'incontraste >>.

Destino.

Ormai ero certa che le cose non accadessero per puro caso, ma perché erano già stabilite da una forza molto più grande ed incomprensibile.

<< Credo abbia ragione >> ammisi.

La madre si avvicinò e lasciò un'ultima leccata al piccolo, prima d'incontrare il mio sguardo.

<< Mi prenderò cura del tuo cucciolo, te lo prometto >> proferii.

Alzai una mano e carezzai il capo del cane.

<< E' un maschietto, l'unico della cucciolata aggiungerei. La mia Lyka ha avuto solo femmine ad eccezione di lui >> mi confessò il padrone << Hai già in mente un nome? >>.

<< Sì, Gray >> annuii.

Ed il cucciolo guaì contento, accoccolandosi tra le mie braccia mentre ringraziavo e salutavo il padrone e Lyka, allontanandomi verso casa.

<< Grazie per essere rinato in quest'epoca Gray >>sussurrai.


You are my DestinyWhere stories live. Discover now