Correre. Era l'unica cosa che gli importava fare in quel momento. Sentì dietro di sé i poliziotti che gli intimarono di fermarsi, ma lui non poteva, dato che se l'avesse fatto sarebbe andato di sicuro incontro alla pena di morte.
Ogni persona sarebbe stata abbastanza intimorita di essere inseguita dalla polizia, ma lui rideva. Non era una risata normale, di quelle piene di gioia, no. Era una risata che ti ghiacciava il sangue nelle vene, che puoi sentire solo nei tuoi incubi più spaventosi, e che aveva il potere di paralizzarti dalla paura. Rideva senza quasi interrompersi per riprendere fiato, come se non ne avesse bisogno nonostante stesse correndo da quasi mezz'ora. Mentre correva saltava e scartava ogni cosa intralciasse la sua strada, con una facilità ed un'agilità quasi sovrumana. Nel tentativo di disorientare i poliziotti, rovesciava dietro di sé bidoni della spazzatura, scatoloni, tutto ciò che avrebbe potuto intralciarli.
I due uomini faticavano a stargli dietro, e, nonostante lo stessero inseguendo da tantissimo tempo, non dava cenni di affaticamento.
Un lampione gli illuminò il viso: sulla pelle innaturalmente bianca uno squarcio, ormai cicatrizzato, fungeva da agghiacciante sorriso, che faceva risaltare gli occhi di un azzurro ghiaccio talmente chiaro da risultare quasi bianco. Occhi che sembravano scrutarti l'anima ogni volta che si posavano su di te. Intorno agli occhi aveva un indelebile alone nero, creatosi quando anni addietro si era bruciato le palpebre, rendendole quasi inesistenti.
-Jeff the Killer, ti ordino di fermarti!-. L'intervento del poliziotto non fece altro che far aumentare d'intensità la risata del killer. -Centrale, servono rinforzi: stiamo inseguendo Jeff the Killer. Mandate delle volanti e dei poliziotti armati.- disse il secondo poliziotto alla radio.Intanto il primo estrasse la pistola e sparò un colpo, ma il killer aveva già previsto la sua mossa, e si era voltato verso i due poliziotti, evitando il proiettile. Smise di correre, subito seguito dai due, che si fermarono, sempre tenendolo sotto tiro. Approfittando della distrazione del killer, le due silenziose volanti, appostate alla fine fella via, avanzarono, accerchiando così il fuggiasco.
Lui intanto aveva smesso di ridere, lasciando cadere un silenzio quasi innaturale, spezzato solo dai respiri ansanti dei tre. Questo silenzio durò pochi istanti, durante i quali Jeff avanzò lentamente, senza smettere di guardare negli occhi prima un poliziotto, poi l'altro.I suoi passi erano difficili da sentire, allenati da nove anni di omicidi. Per cui quando il suono della voce di uno dei poliziotti a bordo delle volanti gridò al megafono: -Jeff the Killer, sei circondato! Alza le mani aperte lentamente.-, si sentì perfettamente, facendo impercettibilmente sobbalzare il killer. Appena la voce del poliziotto smise di risuonare nell'aria, si sentì il rumore di otto portiere che si aprirono, contemporaneamente a quello di otto pistole che vengono caricate quasi simultaneamente. Tutto durò pochi secondi, durante i quali il killer si voltò sorpreso in direzione delle auto, e dei poliziotti scesi da esse.
Jeff cercò con lo sguardo una via di fuga, e in pochi secondi ne trovò una: era un piccolo spazio tra un poliziotto ed il muro accanto, abbastanza grande per sgusciare via.
Il punto ora stava nel raggiungerlo.
Per poter scappare doveva giocarsi al meglio ognuna delle poche carte che aveva. Anche se era in una situazione di netto svantaggio numerico doveva riuscire a trovare una soluzione per non farsi arrestare.
Poi l'idea gli arrivò in testa come un fulmine a ciel sereno: la paura. "Ma certo, la gente ha paura di me. - pensò Jeff - Diamo a questi poliziotti un motivo per temermi, per temere di una mia banale decisione."Fingendosi perfettamente a suo agio e sicuro di sé -come del resto era-, si obbligò a sorridere, mentre parlava con un tono falsamente cordiale: -I miei complimenti, - disse, battendo lentamente le mani, schernendo i poliziotti - siete riusciti a costringermi le spalle al muro.- Si accorse che un poliziotto stava tremando leggermente, e decise di usare la sua debolezza a suo vantaggio.
-Questa volta ce l' avete fatta a fermarmi. Tanto di cappello. - visto che i poliziotti erano troppo spaventati dal suo aspetto, anche se cercavano di non mostrarlo, ed erano troppo concentrati a tenerlo sotto tiro, continuò. - Voglio dare l'onore di ammanettarmi a quel poliziotto laggiù, quello che trema. Così potrà vantarsi con i suoi colleghi di aver reso inoffensivo uno dei più pericolosi e sfuggenti killer in circolazione.- Disse, tendendo le braccia davanti a sé e lasciando cadere il coltello, che produsse un tintinnio metallico quando toccò terra.
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One-Shots
FanfictionRaccolta di one-shots o flashfic basate sulle Creepypasta. N.B. Sono presenti scene di violenza.