Past: part one

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• Volevo avvisarvi che alcuni capitoli, da questo qui fino ad altri due o tre saranno dedicati al passato di Taehyung quando stava a Daegu. •

Pov Taehyung - Daegu - qualche anno prima.

Camminavo per strada con la testa bassa e gli occhi di nuovo rossi a causa delle lacrime.
La mia vita qui a Daegu stava diventando un inferno e non riuscivo a trovare lati positivi.
La mia famiglia? Mi odia.
L'unica cosa bella della mia vita? Kookie.
Jungkook, il mio migliore amico, l'unico che mi era stato vicino fin da piccolo.
Ora non avrei potuto rivederlo mai più per merito dei miei genitori tanto egoisti quando menefreghisti.
Mi avevano allontanato da quello che mi rendeva felice, dalla mia vita, da tutto quello che rendeva la mia esistenza sensata.
Ora a cosa servo?
A niente Taehyung, non servi a niente.
Mi appoggiai lentamente ad un muricciolo di una via poi chiusi gli occhi scuotendo la testa.
Non potevo riempire quel vuoto che avevo dentro.
L'unica persona che poteva farlo era Jungkook, ma ora sapevo di ottenere solo odio da lui.
Sicuramente la mia partenza improvvisa lo aveva fatto stare molto male ed io non riuscivo a perdonarmelo.
Avevo fatto soffrire il mio Kookie, una cosa che mi ero ripromesso di non fare mai.
Sospirai pesantemente sentendo il mio respiro farsi più affannoso e poi posai le mani sugli occhi scoppiando a piangere.
Sei un debole Taehyung.
Mi manchi Jungkook...
« Ma chi abbiamo qui eh? Il nuovo sgorbio del quartiere? » chiese una voce o per meglio dire, quella voce, la conoscevo bene.
Alzai il capo digrignando i denti e stringendo i pugni ai lati dei miei fianchi.
« Non ti basta darmi fastidio a scuola? Anche qui devi perseguitarmi? » chiesi a mia volta quasi urlando a causa del nervosismo che avevo addosso.
« Diciamo che ci stiamo annoiando perciò giocheremo un po' con te » rispose il ragazzo afferrandomi per il braccio assieme agli altri suoi amici e portandomi dentro quella che sembrava una casa abbandonata.
« Lasciatemi andare! » gridai domandandomi ma l'unica cosa che ottenni fu un pugno nello stomaco.
« Se stai zitto faremo prima » disse seccamente uno dei ragazzi per poi legarmi ad una sedia con forza.
« Il gioco che faremo oggi è tratto da un video game, lo sai qual'è ? » chiese il capo ridendo e accendendo una piccola luce sopra la mia testa.
« Fottiti! » sbottai cercando di liberarmi, cosa che però non ebbe nessun successo.
« Visto che insisti tanto ti insegneremo direttamente le regole » continuò quest'ultimo aprendo un cassetto e tirando fuori un coltellino da tasca.
« C-che cosa v-vuoi farmi? » sussurrai rabbrividendo e iniziando ad avere veramente paura.
« Giocare »

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