CAPITOLO 2

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Apro gli occhi, e la prima cosa che vedo è il soffitto, è un soffitto nero opaco, non è niente di che, giro la testa verso destra e vedo che c’è la mia borsa, con il mio cellulare, mi siedo sul lettino e prendo in mano il telefono, mi ritrovo 30 messaggi da chiara che mi chiedono dove sia finita, così armandomi di santa pazienza le scrivo che sono andata a casa mia e mi sono addormentata perché non mi sentivo tanto bene, cosa che in parte era vera, ma non volevo farla preoccupare, più del necessario, dopo neanche 5 secondi  mi arriva un messaggio di conferma da chiara, così spengo il telefono e lo metto in borsa. 

mi guardo intorno, e vedo che sono dentro una stanza nera, e dove sono seduta non è proprio un lettino, ma è un divano, nel fondo di una corriera, e di fronte a me c’è il classico corridoio con i sedili, solo che al posto dei sedili ci sono cinque letti, messi due a due a castello, con delle tendine, guardo l’ora nell’orologio, il concerto dovrebbe essere finito ormai da cinque minuti, e l’unica cosa che mi ricordo è che stavo chiedendo indicazioni a quattro addetti alla sicurezza quando mi sono sentita male, e poi mi sono ritrovata qui.

Ad un tratto sento la porta aprirsi così mi sdraio nel divano e faccio finta di dormire. Sento delle voci di ragazzi molto diverse l’una dall’altra, ma non parlano italiano, palano inglese! Il cuore comincia a battermi a mille, mentre cerco di capire cosa stanno dicendo.. 

Sento che stanno salendo i gradini del bus e anche molto frastuono dall’esterno, per lo più grida di ragazze, quindi deduco che siano delle fan, ma allora quello che avevo pensato,  Era giusto! Ma cosa ci facevano loro la fuori conciati in quel modo!? 

Non riesco a trovare una risposta in quel momento perché sento le porte dell’auto bus si stanno chiudendo e sento i passi avvicinarsi, mi sdraio velocemente come prima e faccio finta di dormire, mentre le voci si fanno più forti, insieme alle risate, quando ad un tratto,le voci si spengono, e l’unica cosa che sento è un sibilio, che da quello che ho capito traducendo diceva “dorme ancora” preceduto da un “shhhh” molto delicato. 

Sento i passi che si fanno più leggeri, ma sono ancora udibili, il bus si mette in moto, e parte, dove cavolo va l’autobus con me sopra?! Poi tutto d'un tratto c’è una frenata talmente brusca che senza volerlo mi butta giù dal divano e collaborando con la forza di gravità mi fa cadere a terra a faccia in giù, faccio un bel respiro e mi metto seduta per terra mentre mi strofino le mani sugli occhi, quando alzo la testa e metto a fuoco mi ritrovo otto occhi che mi fissavano e quattro visi divertiti, subito non mi resi conto di chi mi stava guardando ma poi… 

subito mi tappai la bocca con le mani per evitare di urlare, ma poi le lascio scivolare in grembo e rimanendo a osservare la scena. 

*quando parlano i ragazzi sarebbe tutto in inglese…*

-è tutto okay? Come ti chiami?- 

- Sarah, mi chiamo Sarah – 
Mi sento un po' frastornata ed è strano sentire le persone intorno a me parlare inglese

- io mi chiamo Niall- 

- Harry – 

- Liam– 

- Louis– 

- hammm ..okay – 

- ti senti meglio?- 

-  boh, penso di si.. , perché sono qui? – 

- beh, ci sei venuta incontro e ci hai chiesto qualcosa e poi sei crollata a terra… - 

- ah si, mi capita spesso quando corro troppo, ho cali di zucchero – 

- quanti anni hai? – 

- di solito non si chiede l’età ad una ragazza – risposi con un ghigno, loro risero e Niall mi ripropose la domanda, 

-tu quanti me ne dai? – 

HAPPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora