Capitolo 1.

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"The beautiful thing about life is that you can always change, grow and get better. You aren't defined by your past. You aren't your mistakes."


Megan pov

So che non è consolo iniziare un qualcosa presentandosi, ma io sono fatta così e la mia storia la racconterò a modo mio o per lo meno quasi.
Perciò eccoci qua, il mio nome è Megan, e ho diciassette anni, capelli color miele tendente al biondo cenere  e occhi azzurri, ma soprattutto altissima.
Per l'esattezza un metro e settantotto.
Sono qui per raccontarvi la mia storia, di come un giorno tutto cambiò, di come una catena di incontri casuali stravolse completamente la mia ordinaria vita.

Ormai erano passati quasi cinque mesi da quando io e mio padre ci trasferimmo da una piccola città vicino a Venezia fino a Los Angels e ancora non ci avevo fatto l'abitudine.

Era tutto così nuovo, stili di vita, orari, cibo, ma almeno mi separano migliaia di chilometri di distanza da quella piccola città opprimente da cui venivo.
Non me ne vogliate l'Italia è stupenda, ma lì tutti erano pronti a giudicare.
Lì io persi me stessa, l'inizio della fine insomma. Era bastata una sera, di cui neanche ricordavo i particolari per distruggere la mia vita in mille pezzettini.

Ci trasferimmo a Los Angeles soprattutto perché mio padre aveva accettato questo lavoro come primario perché era un'opportunità e un po' per me, se dobbiamo essere sinceri.
Sapeva quanto stessi soffrendo, lo vedevo da come mi guardava ogni giorno tornando da scuola e sapevo con certezza che fosse lo stesso anche per lui.
Dopo la morte di mia madre Anastasia, non è più stato lo stesso, né con me né con mio fratello Micheal.
Mio fratello se ne era andato dopo essersi laureato l'anno scorso in Economia e Commercio a pieni voti, decise di trasferirsi in Germania con la sua fidanzata Penelope.

<< Megan! Muoviti o farai tardi il tuo primo giorno!>> disse mio padre dalla cucina.

<< Sì papà, arrivo.>> risposi sbraitando.

Ero talmente felice che alzai gli occhi al cielo da camera mia fin sotto alla cucina almeno dieci volte sbuffando.

<< Sei felice? Conoscerai nuova gente, farai nuove amicizie, ripartirai da zero..>> disse mio padre tutto d'un fiato in preda a un attacco logorroico.

<< Sai ero un po' preoccupato, in questi mesi non sei uscita molto di casa e non ti ho visto parlare con nessuno, vorrei solo che tu stessi bene angelo mio, lo vorrebbe anche la mamma lo sai..>> continuò a dire guardandomi intensamente e con dolcezza.

In quel momento mi venne in mente mia madre, era sempre così dolce e solare.
Preparava sempre i pancake o le crêpes alla Nutella a me e Micheal ogni mattina.
Amava molto mio padre, mi diceva sempre "spero che un giorno tu trovi un'amore che ti sconvolga la vita e ti faccia scoppiare il cuore di felicità come fa tuo padre con me."

<< Si papà stai tranquillo,  avevo solo bisogno di ambientarmi, dei miei tempi sai com'è... >> gli sorrisi dolcemente e gli diedi un bacio sulla guancia e uscì di casa evitando il resto della conversazione.

Era ormai metà Settembre e c'era un caldo pazzesco quasi opprimente, arrivai alla fermata dell'autobus che distava giusto un paio di metri da casa mia, e lì che incontrai quella che divenne poi la mia migliore amica.

Love Hurts, Darkest SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora