Natahel's pov
La strada per la città di Irisia si dimostrò lunga e noiosa.
Natahel galoppava su Saphir dietro la carrozza regale.Una tartaruga zoppa arriverebbe prima di noi.
Pensò.
Mentre imprecava contro la strada nella sua mente, vide all'orizzonte la città di Irisia.
Irisia era una città di media grandezza: i palazzi erano costruiti con lastre di madreperla sovrapposte l'una all'altra fino a formare un guscio bianco.
Le strade erano dipinte d'azzurro e tra le piastrelle del pavimento erano incastonate delle gemme di acquamarina.
La città era un manipolo di ricconi, proprietari terrieri e illustri individui dell'alta borghesia.
Non mancavano i nobili ereditari che sostenevano di avere un ramo in comune con la famiglia reale, cosa che Natahel sapeva bene essere falsa.
Riassunto in poche parole Natahel odiava tutto ciò che avesse a che fare con quella città.
Arrivarono in uno spiazzo circolare circondato da palazzi bianchi e azzurri con balconi dorati.
I portoni erano decorati da coralli, gemme preziose, pepite d'oro e perle bianche.
Tutto era sfarzoso ed eccessivo.
Al centro dello spiazzo c'erano tre carrozze che si integravano perfettamente con l'ambiente, erano bianche con attaccati ai fianchi dei drappi verdi raffiguranti un serpente che si avvolgeva attorno ad una rosa bianca fino a stritolarla.
I bordi delle carrozze avevano una complessa rifinitura in oro e persino le ruote dei carri erano dorate.
Il capitano della scorta fece segno al suo seguito di fermarsi.
La carrozza si arrestò di colpo e un paggio scese dai sedili del guidatore spalancando la porticina della carrozza, inchinandosi e annunciando la regina.
-Vostra Maestà Helle Samyja Astralya, regina del regno di Luïx.
Helle fece il suo ingresso come la regina che era: bellissima, eterea come la luna, la più bella tra tutte le regine.
I suoi passi leggeri erano un soffio d'aria, come un sospiro malinconico non abbastanza forte da essere ricordato ma abbastanza forte da lasciare un vuoto.
La sua espressione era la stessa identica espressione di chi deve andare al patibolo, con l'unica differenza che lei affrontava la situazione a testa alta e con orgoglio.Scommetto che in questo momento vorrebbe essere a casa a dipingere o a cavalcare.
La scorta rimase indietro mentre lei avanzava verso le carrozze e i tre individui che vi stanziavano davanti.
Natahel in quanto scudiero aveva il compito di seguirla.
Si incamminò dietro di lei affiancato dal Duca Mereneux.
La regina arrivò di fronte ai tre individui e Natahel si sistemò alla sua sinistra mentre il conte si sistemava alla sua destra.
I tre uomini davanti a loro erano completamente diversi tra loro, tanto che Natahel fu subito curioso di sapere chi fossero e quale tra loro fosse il conte.
Il primo tra loro era alto e magro, probabilmente aveva una ventina d'anni, la pelle non era particolarmente abbronzata e gli occhi erano verdi, i più chiari che potessero esistere, i capelli castani ricci ricadevano sulle spalle.
Indossava una blusa verde e dei pantaloni di pelle nera con degli stivali di metallo simili a quelli delle armature.
Molto appariscente era la cicatrice che gli partiva dallo zigomo sinistro fino ad arrivare a quello destro, ma la cosa più intrigante per Natahel fu studiare l'espressione dipinta sul volto dell'uomo: le sopracciglia inarcate verso l'alto e la bocca inclinata in un sorriso arcano, gli occhi sembravano cogliere ogni dettaglio dell'ambiente e delle persone che lo circondavano, sembravano continuamente in azione come se stessero cercando un punto debole, una particolarità, una differenza, un errore.
Natahel si sentì improvvisamente messo a nudo, sperò che i capelli coprissero bene le orecchie e che i suoi occhi sembrassero sufficientemente azzurri.
Il ragazzo gli rivolse un sorrisetto complice e per un secondo Natahel ebbe l'impressione che sapesse cosa stava pensando, poi però si convinse che non era possibile.
Desiderò allontanare lo sguardo da quell'uomo così particolare e posarlo su qualcuno di più normale.
Peccato che lì di normale non c'era nessuno.
L'uomo davanti al Duca era un omone alto e robusto con una lunga e folta barba rossa come i capelli corti.
Gli occhi azzurri erano sormontati da folte sopracciglia rossicce, il volto molto squadrato e spigoloso aveva un aria annoiata e seccata.
Era vestito con degli abiti che sembravano mediorientali: portava un vestito verde chiaro senza maniche che si allacciava al collo con un colletto cilindrico e due bottoni, il vestito gli arrivava alle ginocchia e presentava due larghissimi spacchi laterali che lo facevano sembrare più una blusa che un vestito, in fine sul davanti presentava il ricamo dorato di un dragone allungato.
Sotto il vestito portava dei pantaloni larghi e delle scarpe di quelle usate per fare arti marziali.
Quello davanti Helle, invece, non era altro che un ragazzino, dall'apparente età di circa diciotto anni.
Non era granché alto e aveva i capelli verde chiaro e il viso pallido, gli occhi grigi erano cerchiati da profonde occhiaie e il viso era molto magro e smunto.
Indossava degli abiti molto sfarzosi con delle tinte rosse verdi e dorate, dalle orecchie pendevano diversi pendenti con rubini e smeraldi, le braccia erano coperte fino al gomito di bracciali d'oro e d'argento.
Il volto del ragazzo non faceva trasparire nessun emozione se non la stanchezza.
Il primo a rivolgersi alla regina fu l'uomo davanti a Natahel.
-È un piacere conoscervi Maestà, io sono Stephan Rayner e l'uomo alla vostra destra è Ramsaak Seelaz, siamo la scorta del Conte Voschans. Le saremmo molto riconoscenti se si potesse accompagnare il signorino nei suoi alloggi, purtroppo al momento il conte è di salute cagionevole.-
Disse sorridendo enigmaticamente a Helle.
Proprio in quel momento il giovane conte oscillò pericolosamente per poi svenire.
Natahel si precipitò a sorreggerlo insieme a Stephan, mentre il
Duca Mereneux chiamava le carrozze.
La regina nel frattempo fece prendere un panno bagnato che posò sulla fronte del conte.
Natahel aiutò Stephan trasportare il Conte sulla carrozza.
Dopo aver depositato il giovane Voschans sulla carrozza e averlo visto partire verso il palazzo dove avrebbe alloggiato e sarebbe stato curato Stephan si avvicinò a Natahel, mentre il Duca e Helle parlavano con Sir Seelaz.
L'uomo non parlava, ma ogni tanto faceva un cenno di dissenso con la testa.Stephan appoggiò un gomito sulla spalla di Natahel e incrociò una gamba davanti all'altra, non sembrava essere particolarmente scosso dall'improvviso malessere del conte.
Messer Rayner era incredibilmente leggero, a compensare però il suo peso vi era la sua opprimente presenza.
Natahel si sforzò di ricordare dove aveva visto degli occhi indagatori come quelli di Stephan.
-Voi avete delle fattezze e soprattutto degli occhi molto particolari messer, posso sapere il vostro nome e il ruolo che occupate alla corte della Regina Astralya? Se non riulto indiscreto, è ovvio.- chiese fissandolo negli occhi.
Natahel sospettò che l'uomo sapesse benissimo di risultare indiscreto, tuttavia non gli importasse granché.
-Il mio nome è Natahel, sono lo scudiero della Regina, non credo di occupare un ruolo essenziale all'interno della Reggia.-
Rispose lui.
-La regina però sembra tenere particolarmente a voi, come ve lo spiegate questo?- chiese Stephan.Questo non è un uomo a cui è saggio dare informazioni.
Si disse Natahel.
-Adesso risultate indiscreto.- disse sgarbatamente, senza curarsi di messer Rayner che aveva alzato un sopracciglio davanti a tanta sfacciataggine.
-Non siete uno che usa mezzi termini vero Natahel?- disse ridendo.
-Non vi preoccupa il fatto che io sia superiore a voi?- continuò con il chiaro scopo di punzecchiarlo.
-Quanti anni avete messer?- domandò Natahel.
-Ventiquattro.-
Pensavo fosse più grande.
Pensò Natahel.
-Siete più giovane di me, avete meno esperienza e saggezza.
Non vedo perché dovrei ritenervi superiore.-
Sapeva d'essere stato sfacciato, tuttavia non gli importava, e poi aveva l'impressione che Stephan non se la sarebbe presa.
-Voi siete molto sfacciato, ora devo solo decidere se mi state simpatico o no.-
Disse.
Per poi voltarsi e andarsene.
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Quello che non si vede.
FantasíaPer anni hai creduto che l'amore fosse a prima vista, che avresti incontrato il principe azzurro e che avreste vissuto felici e contenti in un castello. Ma ora sei grande: hai delle responsabilità verso il tuo regno, il tuo popolo e la corte di un...