༝Capitolo 1༝

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Il sole batteva sul castello, riscaldando l'aria, sebbene Natale si stesse avvicinando.

Teddy Lupin era seduto su una poltrona nella Sala Comune dei Tassorosso e ripassava Trasfigurazione. O meglio, avrebbe dovuto ripassare.

Non che non gli piacesse studiare,anzi, era uno degli studenti più bravi del suo anno. Ma quella mattina aveva la testa altrove. Come molte volte del resto, quando si ritrovava solo, a pensare.

Pensava a lei, ai suoi capelli argentei, ai suoi occhi blu zaffiro che le incorniciavano il volto, candido come la neve.

La amava. Lo sapeva da sempre; dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta, a tre anni, quando Harry, in estate, lo aveva portato a casa di Bill e Fleur per un pranzo in famiglia.

Era bellissima, lo era sempre stata. Ma non era solo la discendenza Veela che aveva fatto innamorare Teddy. Victoire era anche sveglia, gentile, spiritosa ed estremamente intelligente. Non per niente era stata smistata in Corvonero.

In quel momento, si disse Ted, stava sicuramente leggendo qualche libro in Biblioteca o in Sala Comune.

Erano cresciuti insieme e lui le si era affezionato subito. Anche con gli altri Weasley-Potter era stato così, Harry lo aveva sempre fatto sentire uno di famiglia e Teddy lo considerava come un padre. Ma lei, aveva qualcosa in più, lei era speciale.

Teddy non era assolutamente un ragazzo introverso, anzi. Era molto stimato a scuola e aveva il carattere mite e riflessivo di suo padre Remus, lo spirito e la sfacciata simpatia di Ninphadora, ma ricordava in un modo impressionante anche James e Sirius. Non si sa come, aveva , se così si può dire, ereditato il loro lato Malandrino. Così, all'età di tredici anni, Harry aveva deciso di affidargli la Mappa. Riteneva fosse meglio darla a lui che a quella peste di suo figlio James, di cui non si fidava molto.

Teddy era anche un bel ragazzo e non gli mancavano sicuramente le occasioni per farsi una ragazza. Ma lui non voleva, non lo aveva mai voluto. Preferiva persino tenersi tutto l'amore che provava per Vic, per sé, e non ne aveva mai parlato con nessuno per tutti quegli anni. Aveva cercato di non far trapelare mai niente; lui e Victoire erano come fratelli, passavano un sacco di tempo insieme e lui non voleva rovinare niente.

Da questo punto di vista, infatti, Teddy era completamente impedito.
Aveva provato tante volte a dire ciò che provava a Vic.
Si alzava dal letto, convinto, si sistemava e si avviava con passo spedito verso la Sala Grande, ripetendo tra sé e sé le parole da dire, non prestando attenzione neanche agli amici che gli passavano accanto, salutandolo.
Poi arrivava, la cercava con lo sguardo e la trovava seduta al tavolo di Corvonero.
Le si avvicinava, poi lei si accorgeva di lui e alzava la testa per salutarlo, sorridendo.
Quel sorriso, quello che faceva diventare di un porpora intenso i capelli da Metamorfomagus di Ted.
Allora lui si scordava tutto e restava imbambolato davanti alla ragazza. Poi si riprendeva e cercava un argomento di cui parlare.

Era sempre la stessa storia, ci aveva provato infinite volte, ma lei gli faceva sempre lo stesso effetto.

Si passò una mano tra i capelli che in quel momento erano biondo platino, striati di un verde acqua intenso -il suo preferito- dandosi dell'idiota mentalmente, per l'ennesima volta.

In quel momento arrivò Daniel.
Si conoscevano dal primo giorno ad Hogwarts ed erano migliori amici.
《Posa quel libro e vieni con me in cortile, tanto non stai concludendo niente.》 disse il ragazzo spostando un ciuffo di riccioli nerissimi dalla fronte.
Aveva sempre l'aria di chi ne sa più di quello che dovrebbe, ma Teddy non aveva mai voluto ammettere che forse sarebbe stato bene aprirsi con il suo migliore amico, col quale condivideva tutto.
Si alzò dalla poltrona e seguí l'amico fuori dalla Sala Comune, convinto che avrebbe fatto bene a svagarsi un po' e a godersi la bella giornata.

And all was wellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora