3. abracada[bra]

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Essendo una ragazza intelligente, e anche piuttosto pratica, Lily Evans si era presto accorta di non essere molto propensa per le amicizie femminili, e senza farne una tragedia si era arrangiata senza.

A differenza di sua sorella Petunia, mai a corto di pettegolezzi, sempre a fantasticare sul suo bel principe azzurro, Lily non perdeva tempo in quel genere di sciocchezze, e più che libricini di principesse la appassionavano i romanzi d'avventura e le brave favole del mondo magico.

Credeva di essere unica al mondo, soprattutto da quando aveva scoperto che le sue compagne di dormitorio erano molto più simili d'indole a sua sorella che a lei; l'unico problema di Lily Evans, in realtà, era sempre e solo stato cercare nei posti sbagliati. Da quando a nove anni era andata nel reparto surgelati per trovare lo jogurt magro, a quando a quattordici si era iscritta ad un campo estivo per giovani suffragette per cercare tranquillità.

Aveva conosciuto Juliet e Susan per caso, infatti, durante l'ultima settimana del quinto anno, quando nel correre per i corridoi del castello era stata beccata da Gazza, e le due ragazze avevano cercato di salvarla dal lucidare i trofei di quidditch, ma erano finite a scontare la punizione insieme a lei. Davanti a quella che sembrava un'infinità di coppe e coccarde le tre streghe si persero in chiacchiere, parlando fra loro del più e del meno, e finirono inevitabilmente per diventare amiche.

Si erano frequentate per tutta l'estate a Londra, e all'inizio dell'anno scolastico avevano fondato il club esclusivo delle margherite.

Andava molto di moda in quel periodo ad Hogwarts fondare club e dare loro una sede fra le sale inutilizzate del castello, così le margherite avevano preso in affitto una torre bassa e poco appariscente dove riunirsi nei pomeriggi liberi per studiare, chiacchierare o semplicemente leggere un libro.

La prima settimana di scuola dal rientro delle vacanze invernali era conosciuta da tutti universalmente come la peggiore dopo l'ultima di Maggio, per quel motivo le ragazze non avevano avuto granchè modo di trovarsi tra loro, neppure nelle ore buche o per cinque minuti dopo cena, così la decisione unanime era stata di incontrarsi la domenica, alla loro torre per le otto del mattino.

Si erano fatte poco più delle otto e dieci quando Lily Evans venne svegliata da qualcuno che bussava alla porta del suo dormitorio.

Inizialmente cercò con tutte le sue forze di ignorare quel fastidioso rumore, ma quando questo si fece tanto insistente da diventare insopportabile, Lily si alzò dal letto mugugnando per qualche altro minuto di sonno e ignorando completamente le sue enormi occhiaie da mascara sbavato o il suo pigiama sgualcito era andata ad aprire la porta.

La stanza del dormitorio era completamente vuota, altrimenti qualcuno sarebbe di sicuro andato ad aprire al posto suo, e quando Lily spalancò la porta per vedere chi con tanta insistenza stava continuando a bussare, davanti a lei trovò l'ultima persona che avrebbe pensato di trovare.

Sirius Black, vestito di tutto punto, se ne stava davanti all'entrata, con un libricino dalla copertina rigida in una mano e con l'altra intenta a bussare, -in quel momento all'aria- con un movimento incondizionato.

"Sto bussando da almeno venti minuti Evans." Sbuffo il ragazzo quando si accorse che la porta gli era stata aperta.

Lily lo guardò interrogativa, mentre chiedeva a se stessa cosa ci facesse Sirius davanti alla sua porta di domenica mattina. Subito dopo sgranò gli occhi verdi, ricordandosi dell'appuntamento. "che ore sono?"

"Uhm, le otto e qualcosa credo?"

"Merda!" disse, e senza aggiungere altro schizzò via dalla porta tanto velocemente da dimenticarsi di chiuderla. Non era certo la prima volta che le succedeva di essere in ridardo, anzi, erano rare le occasioni in cui Lily si trovava ad essere in orario, ma le sarebbe piaciuto esserlo sempre, o quantomeno che il suo ritardo fosse minimo.

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