I.

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Park Jimin, ragazzo prodigio di soli 22 anni.
Primo del suo corso, laureato in psicologia in tempo record.

Si stava dirigendo nella prigione di massima sicurezza, situata nel triangolo delle Bermuda.
Nervoso e agitato, si avviava a passo svelto verso il suo nuovo e più importante caso: si trattata di J, il famigerato criminale più terribile di tutti i tempi.
Doveva fargli da psicologo e cercare di riportarlo sulla sanità mentale.

Ma pareva un'impresa impossibile per ogni persona, ogni tipo di terapeuta della mente aveva rinunciato nel giro di poco, dichiarando il paziente completamente pazzo.
Jimin si era fatto una carriera piuttosto pretenziosa, riuscendo ad essere uno dei più famosi psicologi non solo in Corea, ma in tutto il mondo.
La cosa che lo rendeva ancora più incredibile era la sua giovane età.

Una volta arrivato di fronte alla porta d'accesso al carcere, deglutì mostrando alle guardie il proprio pass ed entrò al suo interno.
Camminò in un lungo e oscuro tunnel che gli sembrò infinito, silenzio e il solo rumore dei propri passi.

Gli dava alla testa.

Giunse finalmente alla scrivania della guardia generale, il capo del carcere, dopodichè Jimin posò alcuni fogli su di essa, erano i propri dati e vari accordi di riservatezza.
《Park Jimin, era ora arrivassi, contiamo molto su di te ma sarebbe una menzogna se ti dicessi che non mi aspetto un tuo fallimento.
Perciò se mai ti ritirassi, lo comprenderei.》
Jimin si limitò ad annuire e poi prese la parola anche se un po' intimidito.
《Le assicuro signore che non rinuncerò a questo lavoro, spero di riuscire a portarlo al termine e convertire il paziente.》

La guardia tutt'al più che incoraggiarlo, fece una leggera risata roca, dicendogli solo "buona fortuna" in un tono sarcastico.
Azionò vari pulsanti posti sul quadrante al lato della scrivania e l'enorme porta centrale si aprì, sfilandosi verso l'alto.
Jimin deglutì nuovamente prima di varcare quella soglia e si voltò verso di lui con aria interrogativa.
《Signore ma...lei non mi accompagna?》
La guardia rise ancora una volta.
《Park, mi rifiuto di mettere piede là dentro onestamente, e non ti perderai, segui tutto il corridoio e poi svolta a sinistra proseguendo sempre a dritto, la sua cella è isolata dalle altre.》
Gli fece cenno con la mano di andare avanti e Jimin annuì titubante.

Che cosa lo avrebbe atteso?

『Daddy's lil monster』- JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora