Punti di vista.

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"Allora, vuoi dirmi dove stiamo andando?"
"No."
"Non vuoi darmi nemmeno un indizio piccolo piccolo?"
Sam si lasciò scappare una risata veloce prima di scuotere la testa in segno di diniego.
"Sono muto come una tomba, tu segui le indicazioni che ti ha dato Erica e non ti preoccupare!"
Chris si lasciò scappare un sospiro di arresa e alzò gli occhi al cielo.
"Ecco, lo sapevo, è giunta la mia ora! Adesso mi porterai in un luogo isolato e mi ucciderai con il tuo bastone!" Disse Chris con aria melodrammatica.
Sam scoppiò a ridere e il suo viso si illuminò. La risata cristallina e divertita del ragazzo contagiò anche Chris che non poté fare a meno di sorridere. 
"Davvero credi che sia un serial killer?" Chiese Sam non riuscendo a nascondere una certa curiosità. 
"Certo! La prima volta che abbiamo preso l'autobus assieme ho seriamente temuto per la mia vita!" 
Sam continuò a ridere, ma piano piano la sua risata si ridusse a un lieve sorriso. 
"Sai, mi ricordo di quel giorno... Mi hai addirittura accompagnato fino a casa perché temevi che mi perdessi..."
Chris sorrise a sua volta e si imbarazzò leggermente ricordando quanto fosse apprensivo nei confronti di Sam. Non che adesso non lo fosse, ma nei primi tempi lo era particolarmente. Forse perché non lo conosceva ancora bene o forse perché temeva sempre che gli succedesse qualcosa, non era chiaro nemmeno a lui il motivo del suo comportamento. 
"Comunque, se ti volessi uccidere con il mio bastone, oggi non l'ho portato, quindi puoi ritenerti salvo per il momento!" Disse Sam sfoggiando un ampio sorriso da angelo e stringendo con un po' di forza il suo braccio attorno quello di Chris. 
Quando Sam non aveva con sé il suo bastone da non vedente, di solito si faceva guidare dai suoi amici tenendosi a braccetto. Stranamente con Chris, Sam dimenticava molto spesso di prendere il suo bastone. 
Chris tirò un sospiro di sollievo e controllò la strada sul suo cellulare. 
"Okay, siamo quasi arrivati a San Lorenzo. Manca poco."
L'indirizzo che Erica gli aveva dato era proprio dietro al Mercato di San Lorenzo, in una zona piena di ristoranti.
"... Sam?" 
"Sì?" 
"Mi stai per caso portando fuori a cena?" 
"Dipende, hai fame? Guarda che sono solo le otto di sera!" Rispose Sam in tono sarcastico. 
"Ora che me lo hai fatto notare, sì! Ho decisamente fame!" Disse Chris sorridendo al suo ragazzo. 
Sam gli diede una pacca sul braccio e iniziò ad accelerare il passo. 
"Allora facciamo presto! Non voglio che tu muoia di fame per strada!" 
"Sam, stai attento al palo!"

"Buona sera, avete prenotato?" 
"Sì, un tavolo per due a nome Ferrario."
La cameriera annotò qualcosa su un registro che poi ripose sotto il bancone. 
Nel mentre, Chris si guardò attorno. Il ristorante sembrava nuovo ma in qualche modo spoglio. L'atrio era piccolo e scarsamente illuminato, ma le pareti bianche rendevano l'ambiente più luminoso. Il vecchio bancone sembrava essere lì da tanto tempo, anche se la cassa e un piatto pieno di caramelle senza zucchero parevano nuovi... Forse le caramelle non erano proprio nuove. Di fianco al bancone, appesa alla parete, c'era una pesante tenda nera che arrivava a toccare il pavimento. Infine, un'insegna appesa al muro dietro il bancone catturò la sua attenzione.

Ristorante al buio
Installazione temporanea

Chris strabuzzò leggermente gli occhi per poi puntarli su Sam. Il ragazzo aveva lo stesso atteggiamento di un bambino che cerca di nascondere la proprio euforia: si stava morendo il labbro inferiore come se stesse cercando di nascondere un sorriso e continuava a spostare il peso da una gamba all'altra ogni tre secondi. 
"Siete in perfetto orario. Prego, seguitemi." La cameriera scostò la pesante tenda nera di fianco al bancone, rivelando un altro ambiente ancora più oscuro. 
Chris tentennò qualche secondo prima di dirigersi verso la piccola stanzetta avvolta dalla semioscurità. Sam, per l'emozione, aumentò la forza sulla presa al braccio di Chris e lo seguì con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. 
La cameriera entrò anche lei nella piccola stanza e fece ricadere la pesante tenda. 
"Bene, ora vi devo chiedere di prendere la mia mano, così vi potrò condurre al vostro tavolo." La sua voce era calma e pacata. 
A sentire quel tono, Chris si rilassò, facendosi sfuggire un lieve sospiro. Ancora con qualche timore, prese la mano della cameriera, mentre Sam lasciò la presa al braccio per afferrare la sua. 
La ragazza aprì una porta e poi... Il buio più assoluto. Chris non riuscì più a distinguere la sagoma della cameriera dalle tenebre in cui erano stati inghiottiti. Un fastidioso brusio gli si insinuò nelle orecchie: un vociferare leggero divenne quasi assordante nell'oscurità opprimente di quella stanza. Istintivamente il suo corpo si tese come la corda di un violino e tutti i suoi muscoli erano pronti a scattare in caso di pericolo. Il suo respiro gli sembrò infinitamente più pesante del normale e le sue mani iniziarono a sudare. 
"Tranquillo" La voce di Sam era calma e pacata; in qualche modo sovrastava quello sciame di suoni che gli ronzavano confusi nella testa. "ci sono io qui con te."
Sam strinse più forte la sua mano e Chris riuscì di nuovo a rilassarsi: inspirò ed espirò profondamente e tutto il suo corpo si rilassò. 
"Ecco, siamo arrivati al vostro tavolo."
La cameriera fece accomodare i due ragazzi e gli espose tutte le pietanze del menù. Chris rimase sbalordito per l'incredibile memoria della ragazza nel ricordare tanti piatti, anche se si perse a metà dei primi. Il prezzo era fisso ed era possibile ordinare un primo o un secondo, un dolce e una bottiglia d'acqua. 
Chris ordinò il primo piatto che gli venne in mente: pasta alla carbonara. Per il dolce era stato più attento perciò aveva optato per del tiramisù. Sam, invece, impiegò più tempo per scegliere ma alla fine ordinò un piatto di penne al salmone e una cheesecake ai frutti di bosco. 
Soltanto quando la cameriera se ne andò dopo aver portato l'acqua al tavolo, Sam si decise a parlare, non riuscendo più a trattenere l'eccitazione.
"Allora, cosa ne pensi? Mi ha suggerito Erica di portarti qui."
Chris non poteva vederlo, ma sapeva che Sam stava sorridendo. Lo sentiva dal suo tono di voce e da come pronunciava ogni parola. Non poteva vederlo, ma sapeva che c'era, era lì: il sorriso più bello di tutti. Era una sensazione davvero strana, ma piacevole... Com'era possibile sapere quando una persona stava sorridendo senza vederla in volto, si domandava. 
" Be', non mi aspettavo di certo un appuntamento così... unico." Chris cercò il tovagliolo sul tavolo per poterselo mettere sulle gambe. "Sai, avevo già sentito parlare di eventi come questo, ma non c'ero mai stato prima d'ora."
"E ti piace?" Chiese Sam in tono speranzoso.
Chris si guardò intorno. Il buio assoluto lo circondava, ma ora non era più spaventato. Aveva la strana sensazione che il suo corpo in qualche modo vedesse l'ambiente circostante: una coppia anziana era seduta al tavolo di fianco a loro a discuteva animatamente sulla loro voliera di canarini; in lontananza sentiva i rumori della cucina, quasi soffocati dalle voci degli altri commensali; gli odori erano mescolati tra di loro, ma ciò non li rese indistinguibili.
"È una sensazione strana... È come se fossi incastrato a metà tra un sogno e la realtà: sento la realtà e in qualche modo la vedo e mi muovo in essa, ma è come se stessi ancora dormendo con gli occhi chiusi..." Chris sorrise sentendosi in imbarazzo per quello che aveva appena detto. "Scusa, forse quello che sto dicendo non ha proprio senso..."
"No no, Chris, è davvero interessante! Ha perfettamente senso quello che stai dicendo!"
Chris capì che Sam si era sporto sul tavolo verso di lui perché sentì il rumore metallico delle posate cozzare tra di loro e la voce del ragazzo sempre più vicina. 
"Sai... Non voglio risultare egocentrico oppure sadico per quello che ti sto per dire, ma volevo davvero farti vivere un'esperienza del genere..." Sam si mosse a disagio sulla sedia e appoggiò i gomiti sul tavolo. "Non è che volessi proprio farti vivere ciò che ho passato io, ci mancherebbe altro... È solo che volevo mostrarti un po' com'è il mio mondo... Anzi di come io vedo il mondo... Sai... È difficile spiegare a una persona cosa si prova ad essere ciechi... E anche a diventare ciechi, ovviamente..." 
Sam iniziò a giocherellare con la forchetta e il suo tono si fece più serio, come se fosse colto da una tristezza infinita. 
"Chris, non voglio di certo che tu ci stia male per questo appuntamento o che in qualche modo ti metta a disagio tutta questa situazione... Volevo soltanto mostrarti com'era la mia quotidianità, tutto qui..." Chris sentì che Sam espirare profondamente prima di continuare la frase. "Sono già stato in un posto del genere con Fede ed Erica l'anno scorso, ma da allora non ci sono più andato con nessun altro. Penso che sia un modo importante per far capire alle persone a me più care come io vivo e percepisco questo mondo... E tu ovviamente ne fai parte, ma volevo farti vedere il tutto da un altro punto di vista."
Chris percepì un nodo stringergli la gola: sentire Sam così malinconico lo aveva distrutto. Mai una persona aveva fatto una cosa così tanto speciale per lui. Mai nessuno l'aveva fatto sentire così tanto speciale ed apprezzato. 
"... Sam?"
" Sì?"
" Scusa, ma potresti mettere la mano sul tavolo?" 
Sam sentì il rumore metallico delle posate cozzare tra di loro, il tintinnio del bicchiere che veniva colpito goffamente e il basso lamento di una sedia trascinata verso il tavolo. Chris stava cercando la sua mano sul tavolo. Cercò di soffocare una risata mentre appoggiava la mano sul bordo. 
"Alla tua destra."
"Grazie..." Rispose Chris un po' imbarazzato. 
Infine, le loro mani si sfiorarono nell'oscurità ed entrambi si ritrassero leggermente, come se fosse successo tutto per sbaglio. Poi, superata la sorpresa iniziale, le loro dita si intrecciarono. Non c'era stato bisogno di vedere in quel momento, le loro mani si erano trovate e incastrate alla perfezione nonostante l'oscurità che li separava. 
"Sam..." Disse Chris con la voce che gli tremava dall'emozione. "... Io... Io non so davvero come ringraziarti. Sono così contento che non so davvero cosa dire o cosa fare... Davvero, nessuno aveva mai fatto qualcosa di così unico per me..."
Sam sorrise dolcemente e accarezzò con il pollice il dorso della mano di Chris. 
"Allora non dire niente. Guardami. Guardami dritto negli occhi. Io sono proprio qui davanti a te. Soltanto perché non mi vedi, non vuol dire che io non ci sia. Sai, anche se sono cieco, io so perfettamente quando stai sorridendo. Sei tu che me lo fai capire con il tuo corpo e la tua voce e ti giuro che è il sorriso migliore di tutto l'intero mondo. Quando succede, provo una sensazione davvero strana, ma davvero piacevole. Perciò tu adesso guardami negli occhi. Non vedrai niente, ma saprai che anch'io ti sto sorridendo."
Chris guardò l'oscurità davanti a sé e lo vide. Vide il fantastico sorriso di Sam. Non lo stava vedendo con gli occhi, ma sapeva che c'era e lo contemplava anche lui con un sorriso dolce che gli incurvava le labbra. 
Poco dopo arrivarono le loro ordinazioni e Chris ebbe non poche difficoltà a mangiare. 
"Eddai! Non pensavo fosse così difficile!" Disse esasperato mancando ancora una volta la carbonara. 
Sam, d'altro canto, si lasciò scappare una lieve risata prima di portarsi alla bocca la sua forchettata di penne al salmone. 
"... Sam?" 
"Sì?" 
Chris si sporse di più verso di lui e abbassò il tono della voce. 
"Secondo te se mi aiuto con le mani qualcuno mi dirà qualcosa?" 
"Tranquillo Chris." Rispose Sam in tono scherzoso. "Credo proprio che nessuno ti vedrà."

"Quella cheesecake era davvero deliziosa!" Disse Sam in tono sognante. "Avrei tanto voluto fartela assaggiare!" 
"Allora la prossima volta dovrò assaggiarla prima io, visto che te la sei letteralmente mangiata in un boccone!" 
"Non è vero! Erano tre bocconi!" 
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata. 
Erano da poco usciti dal ristorante ed era ormai diventata sera. Non faceva particolarmente freddo, ma tanto quanto bastava per tenersi vicini senza morire di caldo. 
Chris aveva cinto le spalle di Sam con un braccio, mentre Sam lo aveva abbracciato all'altezza della vita. 
Camminarono così per un po', ridendo e scherzando sulla serata appena trascorsa. A un certo punto, Sam rallentò il passo fino a fermarsi. 
"Hey, Chris..."
"Mh?" 
"Dove ci troviamo?" 
"Siamo in piazza del Duomo, perché?" 
Sam guardò il suo ragazzo con la stessa espressione che ha un bambino quando desidera qualcosa. 
"Chriiiiis~" 
"Davvero? Ancora un'altra volta?" 
"Ti prego, mi descrivi la cattedrale?" 
Chris fece finta di sospirare con fare seccato, ma in realtà non sapeva proprio dire di no a Sam.
"Va bene, ma soltanto perché sei tu!" 
Chris stava già pensando da che punto iniziare a descrivere la cattedrale, quando una mano di Sam si appoggiò delicata sulla sua guancia e lo girò verso di lui. Sam premette con dolcezza le sue labbra su quelle di Chris. Il bacio fu veloce, dolce e soffice. 
"Descrivimela dal tuo punto di vista. Sii i miei occhi." Disse Sam a un soffio dalle labbra di Chris. Poi appoggiò la testa sulla sua spalla, in attesa che il ragazzo iniziasse a parlare. 
Quando Chris cominciò a descrivere la chiesa, Sam non poté fare a meno di sentire il suo petto pervaso da quella strana e piacevole sensazione. Chris stava sorridendo e quel sorriso era destinato a vederlo solo lui.

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