Non sono una persona che ama dormire ma ne sentivo la necessità. Guardo la sveglia sul comodino ho dormito anche troppo sono le 15.00 ed io alle 16.00 devo montare a lavoro. Non ho mai preso permessi e non ne vedo il motivo ora. Mi alzo dal letto appena sgualcito e mi fiondo difronte alla mia cabina armadio beh non è del tutto mia, è mia e di Giada la mia coinquilina. Indosso un pantalone largo e una felpa rossa abbinata alle mie converse rosse. Le adoro sono comode e mi permettono di camminare molto velocemente. Mi vesto velocemente e poi vado nel bagno. Devo darmi una sistemata. Prendo dalla mia borsetta del trucco il mascara e il lucidalabbra. Penso può andar bene. Mi trucco il giusto, cerco sempre di non esagerare. Sono pronta. Prendo il mio zaino, le chiavi della macchina e le chiavi di casa che sono dove le avevo lasciate: sul tavolo della cucina. Sto per chiudere la porta di casa quando mi ricordo di aver lasciato il telefono da qualche parte in casa. Rientro ed inizio a cercarlo. Dove diavolo l'ho messo? Penso di essere l'unica ragazza di ventidue anni che non da molto peso al proprio cellulare. Lo trovo per terra nel bagno. Fortunatamente non si è rotto, non ricordo di averlo fatto cadere. Lo prendo e lo butto nella borsa. Chiudo la porta e mi avvio nel garage. Una volta in auto allaccio la cintura di sicurezza e accendo lo stereo. La musica è sempre una cura per l'anima. Mentre percorro piazza del Duomo vedo una figura che conosco: Eric. Sta parlando con la sua ragazza, Natasha. Quello che vedo dopo mi spezza il cuore. Si stanno baciando. Un bacio passionale. Anche se sono in auto riesco a percepire la loro passione. Le lacrime iniziano a scendermi sul volto. Lo odio. I flashback tormentano la mia testa. Il nostro bacio dato poche ora prima mi fa venire i brividi, le labbra mi tremano. Sento ancora il suo respiro sul mio collo. Sento il mio cuore a mille. "Voglio baciarti.." così mi ha detto. Non l'ho fermato. Io lo volevo, volevo le sue labbra su di me. Volevo Eric nella mia vita ma non più come amico. Quando ho chiuso con Riccardo, la mia unica gioia era Eric. Lui, lo scrittore che mi parlava con tanto amore che mi faceva sentire a casa. Quando penso alla mia casa la prima persona che penso è Eric. La rabbia mi assale, non ha aspettato molto dopo aver baciato la sottoscritta per andare dalla sua ragazza. Che delusione. Assorta nei miei pensieri tampono un'autovettura, perdendo il controllo della mia auto. Poi sento un forte rumore. Una luce abbagliante mi acceca poi più nulla. Solo buio. L'ultimo mio pensiero va a lui al ragazzo che tormenta il mio cuore e la mia testa: ERIC.
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Come un fulmine nella tempesta
RomanceQuesta è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi ed episodi sono frutto della mia immaginazione. Qualsiasi somiglianza con fatti, persone o eventi sono casuali. Questa è una storia d'amore con un pizzico di drammaticità. Spero di riuscire ad emoziona...