Capitolo 2

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《Ciao Jason》Mi risponde mio padre sorridendo appena.《Ciao Grace》dice vedendo mia cugina.
《Ciao zio》dice Grace ricambiato il saluto.
Mio padre mi guarda per qualche secondo scrutandomi da testa a piedi, arrossisco per la situazione di disagio e di imbarazzo che si è creata tra di noi, cosí fingo di distrarmi guardando per qualche attimo i cespugli affianco alla porta di casa. Grace tossisce per interrompere quella situazione sgradevole, ma non c'è niente da fare. Continua a focalizzare il suo sguardo profondo alla ricerca di qualcosa su di me.
《Entriamo?》Chiede Grace a mio padre per interrompere il silenzio con un sorrisino irritato.
《Certo》risponde mio padre sugli attenti distogliendo lo sguardo su di me. Faccio un breve respiro di sollievo e ci rechiamo in casa.

La casa, per quanto possa essere carina all'esterno, è molto malandata all'interno. Si sente molto la mancanza di mia madre qui dentro che metteva allegria e felicità a mio padre a me e a mio fratello. Adesso questo posto sembra come un carecere in cui mio padre si è imprigionato volontariamente per un dolore troppo grande da sopportare. Mi siedo su una poltroncina color rosa come la mia carnagione subito dopo mia cugina Grace.
《Cosa posso offrirvi?》Ci chiede mio padre guardando il frigorifero ormai quasi vuoto.
《Acqua》Rispondo camuffando la voce tremante. Ne ho proprio bisogno e, inoltre, è anche un utile pretesto per riacquistare un po' di confidenza con mio padre. Prima o poi dovremmo ricomniciare. Dovremmo lasciarci il passato alle spalle, ma è troppo difficile. Il passato fa parte di noi.
《Anche a me, grazie》 dice Grace soddisfatta che quella situazione di timore tra padre e figlio si stia eclissando.
Consegnatomi il bicchiere d'acqua, dopo tanti inutili preamboli mio padre passa al sodo, il che mi fa paura perché lui é sempre stato una persona molto obiettiva e che non ha "peli sulla lingua".
《Suppongo che Jason stanotte rimarrà a dormire qui.》dice Papá con aria dispregiativa. Beh, e quale sarebbe il problema? (Vorrei ribattere). Capisco che ho ucciso il suo unico figlio brillante e che lui mi vorrebbe morto, ma sono pur sempre sangue del suo sangue. Ma a quanto pare questa cosa a lui poco importa. Resto comunque in silenzio senza dire una parola e lasciando quest'ultima a Grace.
《Certo, sempre se per te non sia un peso, zio》
《Beh in effetti...》
《In effetti cosa?》 Lo interrompo pieno di rabbia che brulica dentro di me 《ti ricordo che sono pur sempre tuo figlio》
《Già un figlio che... lasciamo stare》Ribatte mio padre
《No ti prego continua. Non ci vediamo da tre anni scommetto che hai tantissime cose da dirmi》Gli dico con la mia tipica e ineguagliabile spavalderia.
《Jason...》Mi rimprovera Grace cercando inutilmente di calmarmi. Mio padre resta in silenzio con lo sguardo basso concentrato su un punto fisso del pavimento.
《Ho sentito fin troppo》Gli dico con aria temeraria alzandomi e uscendo fuori dalla casa. Grace mi guarda con aria delusa per il fallimento di un recupero di rapporti tra me e mio padre. Mi fermo a metà del vialetto sentendo i passi indistinguibili di Grace che sta venendo verso di me.
《Perché ti sei comportato cosí, Jason?》Mi domanda mia cugina dietro di me emettendo piccoli respiri che mi arrivano leggermente sulla parte destra del collo.
《Scusami Grace non volevo comportarmi così, ma quando mi adiro non mi calmo. Divento come una macchina da guerra sempre in moto. Anche se non ho tutti i torti, e tu questo lo sai benissimo》le dico in modo dspiaciuto ma allo stesso tempo arrabbiato.
《Jason》mi dice con aria perentoria 《non devi mai scusarti con me, io sarò sempre la tua spalla su cui piangere. Sei sicuro di non voler ritornare dentro a parlare e chiarire con tuo padre in modo civile?》Mi incita mia cugina Grace
《No Grace ti prego, non me la sento. Se vuole sarà lui a cercarmi》Le dico con testa bassa e muovendo la gamba destra avanti e indietro.
《Va bene, allora andiamo. Ti porto a casa mia》

Dopo essere entrato nella macchina di Grace arriviamo a casa sua nella lontana periferia di New York. L'edificio in cui abita è un palazzo con una dozzina di piani almeno. Prendo i bagagli dal retro dell'auto e ci dirigiamo all'interno della struttura. Mentre saliamo non posso fare a meno di notare che in ogni pianerottolo si alternano quadri con diversi aforismi per la maggior parte di Oscar Wilde. La frase "posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni" (Oscar Wilde), letta mentre stavo salendo, mi rimane impressa nella mente. Penso che questo aforismo mi riguardi molto per la spietata voglia di uccidere che mi soprassale nei momenti di stress e che difficilmente riesco a controllare.  Continuo a leggere altre frasi, questa volta anche di altri autori, facendo attirare l'attenzione di Grace verso di me.
《Sì lo so è strano. Il proprietario del palazzo è completamente fissato con i proverbi della letteratura inglese》Mi informa mia cugina.
Rimango in silenzio e annuisco. Io non penso che sia strano, perché queste frasi  fanno conoscere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda.

Arrivati nell'appartamento di Grace, posiziono le valigie vicino alla poltrona che affaccia sulla finestra. L'appartamento è carino e accogliente. Al centro della stanza c'è un tavolo rotondo con al centro una rosa rosso bordeaux composto da quattro sedie. Retrostrante al tavolo c'è una finestra di medie dimensioni che affaccia sulla vetrata di un appartamento del palazzo affianco. I muri sono abbastanza malandati poiché pieni di muffa. La cucina è incorporata nel soggiorno e, infine, c'è verso la parte sinistra di quest'ultimo una porta in legno che porta a due stanze da letto di cui una con un bagno.
Il telefono di Grace squilla spezzando il silenzio che si era creato nella stanza.
《Pronto》dice mia cugina rispondendo al telefono 《O santo cielo, è terribile》continua a dire Grace. Cosa sarà successo, mi domando tra me e me senza riuscire a trovare una risposta plausibile.
《Ma come...》dice mettendosi l'esile mano destra sulle labbra 《va bene veniamo subito》conclude la telefonata con voce impaurita e confusa.
《Che succede Grace?》le domando in preda al panico con uno sguardo vitreo
《Jason sono sconvolta》 mi risponde emettendo piccoli gemiti di pianto che si disperdono nella stanza 《mi ha contatta tuo padre dicendomi che hanno trovata morta tua madre presso il fiume Hudson. Dobbiamo andare immediatamente lì》Scoppia a piangere facendo calare tutto il trucco sul viso.
Una scossa di terrore mi attraversa il corpo incapace di credere cosa stesse succedendo. Sussulto quando una lacrima fredda scende dal mio occhio destro. Sono questi i momenti in cui mi domando che cosa il futuro abbia intenzione di preserbarmi...

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2017 ⏰

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