01 - Fra le pagine di un sogno

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Raggi caldi baciano con dolcezza il mio viso regalandomi un piacevole tepore che il sole dona raramente durante il periodo autunnale, quasi come un ultimo caldo regalo in vista dell'arrivo del gelo dell'inverno.

È un tepore quasi perfetto, accompagnato da una delicata brezza fresca che crea un insieme che non ti riscalda troppo ma che ti riscalda abbastanza, insomma, una sensazione paradisiaca.

Sono seduta e ho la testa appoggiata sul tavolo, sorretta dalle mie braccia incrociate, ma non ho idea di dove mi trovo, sento solo questo calore che mi avvolge, che mi abbraccia e che fa cadere la mia mente in un oblio pieno di cari ricordi di momenti lontani, pieni di allegria.

Mi sento esternata dal mondo intero. Sento una sensazione di pace assoluta che nessuno può interrompere, una pace in cui ci sono solo io, sdraiata su un tappeto di luce con un fresco venticello di cui non conosco l'origine.

Ma in questo assoluto momento di pace sento un brusio provenire da qualche parte, un brusio che interrompe questo momento perfetto.

«Amelie» sento pronunciare il mio nome in lontananza.

«Hey, Amelie» mi sento richiamare di nuovo, ma questa volta la voce è più vicina.

«Amelie, svegliati. Siamo in classe e la prof ti sta guardando male» sento dire alla fine.

Rendendomi conto della situazione in cui mi sono messa, di nuovo, alzo immediatamente la testa come se nulla fosse, fingendo che nulla sia successo e che non mi sia addormentata ancora una volta sul banco dopo una lunga lezione di letteratura, anche se sicuramente sono poco credibile dato che non riesco a tenere gli occhi completamente aperti a causa della forte luce. Infatti continuo a sbattere le palpebre cercando di vederci qualcosa, ma il massimo che riesco a fare è tenere gli occhi socchiusi.

«Sei fortunata ad essere agli ultimi banchi e ad avere una prof che è praticamente una talpa e non vede un cavolo, perché si riuscirebbe a vedere da miglia di distanza che stavi dormendo» commenta a bassa voce la mia vicina di banco a cui sono infinitamente grata per tutte le volte che mi sveglia.

«Che ora è?» dico con voce bassa e roca a causa del sonno.

«L'ultima. Questo mortorio sta per finire finalmente» sussurra con il pugno della mano davanti alla bocca per non far vedere che sta parlando e fingendo di seguire attentamente.

«Mmh» borbotto non riuscendo ancora a collegare la spina del cervello.

«È successo ancora?» dice mantenendo la sua postura, ma girando gli occhi verso di me.

In risposta però non dico nulla restando ferma a fissare il vuoto, non riuscendo a pensare a nulla e con il dispiacere che quel bellissimo e raro momento sia finito.

«O hai fatto l'asociale e sei rimasta di nuovo fino a tarda notte sui videogame?» continua scherzando e posso percepire il suo ghigno divertito.

«Lilianne!» borbotto lamentosamente facendo aumentare il suo ghigno.

«Ti conosco troppo bene ormai, sei incorreggibile, hai quest'abitudine da quando hai preso la tua prima console in mano» dice sorridendo, con l'aria di chi la sa lunga.

All'improvviso la campanella suona e ogni studente scatta chiudendo subito i libri, quasi in una gara senza premio al primo che esce fuori, ma dopotutto non possiamo essere criticati per ciò, ognuno di noi non vede l'ora di ritornare nella tranquillità di casa propria.

«Preparati, sai cosa succederà ora» mi dice Lily mentre è concentrata a riordinare le sue cose.

Giusto al termine della sua frase, infatti, la voce della prof si alza sovrastando la piccola confusione creata dal suono della campanella.

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