Prologo

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Ci sono visite Walters》Mi dice un poliziotto.
Non dico una parola e con il viso freddo e le mani tremanti mi reco, accompagnato da due poliziotti alle mie spalle, nella stanza dei ricevimenti del carcere minorile. Trovo mio fratello maggiore David seduto pensieroso e agitato di fronte al tavolino con la gamba che si muove in modo del tutto frenetico. Mi siedo di fronte a lui cercando di decifrare nei suoi occhi cosa ha intezione di dirmi. Non dico niente, aspetto che sia lui a parlarmi
《Adesso tu mi spieghi come cazzo ti é venuto in mente di fare una rapina...》
《Senti David》lo interrompo 《se sei venuto qui a farmi la solita predica sappi che non é il momento》
《Non é il momento lo dico io!》Esclama urlando《Mamma e Papá stanno per divorziare e tutto ciò sta accadendo a causa tua》
Eccola sta tornando, no ti prego non adesso. Questa volta sembra irrefrenabile. La voglia di ucciderlo mi sovrasta ma io cerco di fermarla mantenendo il controllo sulla mano destra in agitazione pronta ad agire su David. Rimango per pochi secondi in silenzio.
《Allora?》Mi domanda soddisfatto mio fratello credendo di avere la meglio su di me
Per evitare di fargli del male o addirittura ucciderlo, con una voce flebile che si sente appena gli dico:
Vattene via, David》
《Cosa?》Chiede David incredulo del mio compartomento
《Ho detto Vattene via!》Gli urlo contro alzandomi dalla sedia e buttandola involontariamente a terra provocando un rumore che si espande in tutta la stanza. Il mio viso diventa rosso per rabbia, afferro David per il colletto della sua camicia e senza fermarmi lo prendo a pugni nell'addome per una decina di volte
《Fermati》mi supplica riuscendo a malapena a respirare ,ma la voglia di uccidere mi ha reso suo schiavo e non posso e non riesco a fermarmi. David cade per terra privo di vita. Incredulo di cosa stesse succedendo dico
《David alzati, non scherzare》
Quattro poliziotti vengono verso di noi rimanendo basiti dell'accaduto. Due poliziotti si occupano di me portandomi via dal cadavere di David, i restanti chiamano l'ambulanza e gli sentono il battito cardiaco.
《Credo che non ci sia niente da fare》dice uno poliziotto al suo collega. Scoppio a piangere e, nonostante la mia forza nel cercare di liberarmi dai poliziotti, questi ultimi riescono comunque a portarmi via da quel terrificante scenario. Guardo mio fratello morto disteso sul pavimento e urlo il suo nome piangendo addirotto.

Fu da quel momento che capii che in carcere ci sarei stato per un lungo periodo di tempo e che la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.

I Will Kill YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora