Cap.1

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I passi risuonavano ritmici e nervosi sull'asfalto umido, il vento sibilava tra le vetrine al neon dei negozi facendo vibrare le fragili vetrate. Agli occhi del ragazzo, erano solo sottili scudi di un'immagine falsa e ammaliatrice. Le mani spinte in fondo alle tasche con tale foga che a stento non le aveva strappate. La testa gli bolliva di una rabbia cieca che gli irrigidiva il passo. Il vetro gli rimandava la sua immagine, con la fronte corrucciata e lo sguardo fisso. "Maledetto! Maledetto quel giorno!" continuava a sussurrare mentre guardava di sfuggita all'interno dei minuscoli negozietti con sguardo disilluso, per ciò che gli appariva come un teatrino di bambole di vetro. La penosa imitazione mal riuscita di una realtà ancora più penosa. Nel frattempo non riusciva a smettere di pensare a quella notte, a quegli occhi ipnotici che lo avevano irrimediabilmente catturato. Quel maledetto giorno in cui l'aveva conosciuta era esattamente il motivo per cui in quella notte gelida stava andando in giro come un idiota, tentando inutilmente di placare la propria furia.

I ricordi affiorano come un'implacabile nebbia e le luci colorate, le ghirlande e le futili grida di gioia che prima erano riuscite a emozionarti ora, dopo tutto questo tempo, riescono solo a irritarti. Era la festa di Tom, il tuo migliore amico e lui e la sua fidanzata Betty avevano fatto questa lista da psicopatici. Si erano messi in testa di formare coppie con i loro amici sulla base di un loro algoritmo che avrebbe permesso di trovare l'anima gemella. Naturalmente tu, come gli altri, non ne sapevi niente e quando ti presentarono Giulia, la ragazza con cui avresti dovuto vivere felice per il resto della tua vita, lei era già ubriaca fradicia e saltava da un tavolo all'altro ridendo come una matta. Mentre te ne stavi in un angolo cercando di scomparire tra la folla, all'ombra nella tua timidezza, la vedesti. Nel momento in cui incrociasti per la prima volta i suoi magnifici occhi da gatta, verdi come smeraldo, c'era "Sweet Love" dei Commodores in sottofondo. Pezzo tipico di Tom. Da quanto avevi abbandonato l'idea di ampliare la sua cultura musicale? Qualsiasi tentativo era stato inutile. Ma guardati: sei davvero incredibile. Da due ore tenti disperatamente di cancellare i ricordi che riemergono dai meandri della tua mente, e nell'istante in cui ti abbandoni al flusso della memoria, riesci a spostare il pensiero su trascurabili questioni musicali? Comunque, dicevo: dal momento in cui la vedesti, capisti che ti aveva catturato. Lei era accanto al cretino pieno di sé che l'implacabile lista di Tom e Betty le aveva affibbiato, e che da oltre un'ora parlava a vanvera dei suoi fantasiosi successi finanziari tacendo il non trascurabile particolare che tutto ciò avveniva all'interno dell'azienda del padre. Stai di nuovo divagando. Quello che ti aveva colpito erano stati i suoi occhi di smeraldo (l'hai già detto), le labbra rosso fragola e i capelli di fuoco. Nello stesso modo ti aveva affascinato il suo modo di muoversi, indipendente e fiera e allo stesso tempo fragile e sensibile. Anche solo a guardarla ti sentivi indifeso e questo ti piaceva perché non avevi mai provato nulla di simile. Istintivamente ti avvicinasti quando lei si liberò dell'idiota e tu la agganciasti con una qualche stupida scusa che ora non ricordi nemmeno e così scopristi la sua conversazione ammaliante e la sua risata inconfondibile. Passaste insieme la sera e la notte seguente. Notte che ricorderai in ogni momento come la più bella della tua vita. Anche ora che vorresti solo dimenticare tutto. Per sempre.


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