I passi si fecero improvvisamente lenti e stanchi. Il ragazzo si fermò per un momento fissando il vuoto. Sentiva una fitta allo stomaco. La testa era in preda alla confusione e ad un incredibile senso di desolazione. Si guardò di nuovo intorno: senza nemmeno accorgersene aveva lasciato dietro di sé il quartiere orientale. Era passato tra le colonne intonacate e le auto d'epoca del quartiere alto e ormai passeggiava distrattamente tra i rami intricati degli alberi del parco cittadino. Si sentiva stanco e non trovava alcun senso in quel suo girovagare insulso eppure non riusciva a fermarsi, sentiva di dover raggiungere una qualche meta, fosse anche solo nella sua coscienza. Nel frattempo la vita nella città scorreva freneticamente, anche in quel luogo apparentemente fuori dal mondo. Tra i cespugli arancioni d'autunno e la corteccia candida delle betulle si sentivano i clacson, il rumore dei petardi e il suono delle sirene. La testa china a fissare il tappeto di foglie secche e fruscianti, le mani sempre infilate nelle tasche, ora senza la foga precedente, ma con la desolazione di chi cerca disperatamente qualcosa che non c'è tra le cuciture del tessuto. Il ragazzo non si era accorto di essere già arrivato al centro del parco, nell'area circolare ricoperta da un prato ben curato con in mezzo un enorme salice piangente che alla luce della luna mostrava una magica ghirlanda di foglie lunghe e affusolate. Il vento si era placato e lui era riuscito a sfuggirgli, almeno per ora. Un nuovo ricordo si fece largo come una fitta agrodolce, un bruciore di menta che gli inumidì gli occhi di aspre lacrime. Umido. L'erba notturna a contatto con i piedi nudi gli procurò una lieve scossa che gli risalì lungo la schiena poggiata sulla paziente corteccia dell'albero. Si arrotolò i jeans sulle caviglie senza una ragione logica e scostò lievemente le scarpe appoggiate su una radice sporgente. Guardò per un'altra volta quel panorama spettacolare, accarezzò la ruvida superficie legnosa e poi, inspirando lentamente, chiuse gli occhi e si abbandonò al ricordo.
Riapri gli occhi. I minuscoli fiori rosa sul tuo viso e fra i suoi capelli. La tieni stretta, vi siete addormentati entrambi sotto l'ombra del salice, di fronte alla rive del fiume colorato dai riflessi di un sole ruggente. Contempli il panorama: il villaggio in bilico sul fiume dei ruvidi pescatori con i loro larghi cappelli di paglia. In mezzo il piccolo ristorante su una palafitta di bambù nel quale cenerete tra le ballerine e il loro inconfondibile profumo di riso. Quante cose scopristi in quel vostro primo viaggio insieme? Il suo splendido modo di ballare a piedi nudi; il tempo del suo respiro, tra i veli di seta della vostra camera d'albergo, la sua passione sfrenata per l'acqua, per cui ti appariva più simile a una sirena che a una ragazza. Persino la sua infantile felicità quando le hai regalato il braccialetto che l'aveva incantata quando l'aveva visto su quella bancarella. Tu ti eri messo a ridere come un cretino perché ti era sembrata orribile quella sequenza di cuori e fiorellini intagliati nel morbido mogano e laccati di rosso. Proprio questo, in realtà, fu la causa di tutto. Queste continue scoperte, come una meravigliosa e infinita caccia al tesoro, che rendevano differente il vostro rapporto dalle tue futili storie precedenti. Furono questi sussurri tra i sorrisi e le carezze, questi indizi microscopici in un'indagine attraverso i sentimenti a causare la vostra rottura. Perché non te lo eri mai chiesto, vero? Non ti eri mai fatto quella fatidica domanda: Che cosa succede quando la caccia al tesoro finisce? Cosa accade quando gli indizi s'interrompono? Quando il mistero lascia spazio alla routine quotidiana? Ecco perché quando la monotonia di un rapporto vero ti ha raggiunto, ti ha colto così di sorpresa da colpirti in pieno e da farti precipitare in un baratro interiore in cui hai dimenticato i suoi occhi, e ti sei allontanato dal mondo, dalla vita quotidiana e, soprattutto, da lei.
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La Città Riavvolta
Short StoryIl racconto inedito di un viaggio, di una città e di un amore attraverso tutte le sue emozioni e sensazioni.