Cold - Anime di ghiaccio

Prologo.

《Allacciate le cinture di sicurezza. L'aereo è in fase di decollo》.

Ecco... ci siamo.
Sto per lasciare la mia città,Londra. Anche se mi ha portato solo guai e brutti ricordi, è quì che ho conosciuto Jack, il mio migliore amico, colui che mi tratta e protegge come una sorella; lui, che ogni volta che non ero dell'umore giusto saliva in camera mia con una pizza e dei film fra le mani per sollevarmi il morale. E io sto lasciando proprio lui... già mi manca.

E tutto per un posto fisso in una delle più facoltose aziende a Manhattan. Ho anche provato a convincere mia madre a farmi rimanere dai Watson (Jack) ma non ha ceduto. Si è giustificata dicendo che devo dargli supporto,cazzate!

Margaret White: mia madre. Il mio opposto esteticamente e, in alcuni punti, anche caratterialmente.
Economicamente non ce la passiamo male, dopotutto mia madre ha sempre lavorato in aziende facoltose guadagnando un bel po, anche se all'inizio andremo a vivere in un appartamento, per non investire soldi in case che poi abbandoneremo dopo un mese. Dobbiamo prima vedere come va lì. Per mia madre però, quest'opportunità, è un trampolino di lancio nel mondo degli affari.
Il nostro rapporto non è mai stato tanto affettuoso, da parte mia, forse per la diversità o semplicemente per il mio carattere.

Mio padre invece, beh... lui non c'è.

Dopo pochi minuti do uno sguardo fuori dall'oblò e vedo già la mia Inghilterra dall'alto, e penso a tutti i ricordi, i posti e le persone che sto lasciando per andare verso una città di cui so solo il nome.

Chiudo gli occhi cercando di dormire e non pensarci, ciò che accade esattamente dopo due minuti.

Eccomi... catapultata di nuovo in uno dei miei sogni.
Mi trovo sola, all'interno di una stanza completamente bianca, dove non si intravede la fine. Sembra infinita.
Mentre penso a quanto sia brutto stare in questo posto sento qualcuno avvicinarsi lentamente: indossa un lungo mantello nero che lo copre interamente ma lasciando intravedere uno strano tatuaggio sull'addome ben scolpito.
Si avvicina sempre di più, fino ad arrivare giusto davanti ai miei occhi. Nè un fiato, nè una parola. Cerca di rilevarmi il suo volto, ma una voce mi riporta alla realtà: 《Tesoro, svegliati. Siamo arrivate》.