Era tutto pronto, la valigia era stata chiusa anche se con fatica, mentre il beauty l'avrebbe tenuto in mano e così anche la sacca, dove ripose alcuni indumenti indispensabili, nell'eventualità che la sua valigia andasse persa.
Certo sarebbe stata una vera sfortuna, ma ultimamente era come perseguitata dalla nuvoletta nera e non volle correre il rischio di ritrovarsi in Italia senza nulla da mettersi. Sarebbe stato veramente umiliante.
Sorrise amaro guardando i due biglietti aerei sul tavolo e strinse le labbra cercando di trattenersi dal piangere ancora, sapeva bene che aveva corso ma non le sembrò una cosa così grave invitarlo al matrimonio di Charlotte e Mark, Billy però non la pensava come lei, urlò e sbraitò come non mai e andò via sbattendo la porta e confermandole ancora una volta che lei, degli uomini, non capiva nulla.
. Utilizzare i soldi che aveva conservato per comprare il biglietto per Billy convinta di fargli una sorpresa fu veramente stupido, ora il suo conto in banca piangeva, l'agenzia con molta probabilità non le avrebbe rimborsato il volo e Billy... Beh Billy ormai era un caso chiuso.
Socchiuse gli occhi afferrando le chiavi di casa e finalmente uscì; il volo per Milano sarebbe partito tra poche ore e non poteva permettersi di perderlo, la sua amica di sarebbe sposata tra meno di due giorni e lei era una delle testimoni.
- Ava - Urlò Lily, l'altra testimone della sposa, una bellissima ragazza da lunghi capelli biondi e occhi cerulei, le corse incontro affiancata dalle sue deliziose, anche se irrequiete bambine. Lily era un'ex modella ma per amore aveva lasciato una promettente carriera per sposare Dakota Richards, l'avvocato della Brown Corporation per cui lei lavorava e dove Mark, lo sposo, era il presidente.
- Cavolo! - disse Lily ansimando dopo la corsa – sei in ritardo -
- No, tutto calcolato, tranquilla -
Lily la osservò con attenzione ma Ava deliberatamente sfuggì al suo sguardo concentrandosi sulle bambine, aveva deliberatamente sorvolato sul fatto che fosse da sola e Lily, per sua immensa fortuna, non le domandò nulla.
- Allora monelle, siete pronte per il viaggio in aereo?- domandò spalancando le braccia e imitando il velivolo sul quale presto sarebbero salite.
- Sì bello, bello... - ripeterono le bimbe saltando gaie. Ava sorrise di rimando e il cuore le si riempì di gioia. Sapeva che solo il sorriso e la spensieratezza delle bambine avrebbero cancellato dal suo cuore il turbamento per la fine della storia con Billy.
Così non pensò ad altro, le prese per mano e lasciò l'incombenza delle valigie a Dakota che arrivò proprio in quell'istante spingendo il carrello di acciaio sulle quali le depositò.
**
Il viaggio era stato movimentato per via della tormenta, alcuni passeggeri urlarono traumatizzando le bambine, lei e Lily impiegarono molto tempo per calmarle e mai, come in quel momento, apprezzò Dakota e la sua proverbiale verve.
- Stai bene?- domandò Lily.
- Ottimamente - rispose Ava – non c'è tormenta al mondo che possa abbattermi – disse ridendo, Lily la guardò e finalmente si rilassò, mentre il marito le sfiorava delicatamente la mano. Ava appoggiò la schiena al sedile volgendo lo sguardo verso l'oblò, cercando di rilassarsi. Il cielo era ormai chiaro, qua e la qualche nuvola faceva capolino, ma della tormenta, nella quale erano finiti poche ore prima, ormai, non vi era più traccia. Sospirò socchiudendo le palpebre sperando di riposare almeno un poco prima che l'aereo atterrasse a Malpensa.
Avrebbe voluto scacciare dalla mente il ricordo ma era quasi impossibile troppo recente per finire nel dimenticatoio.
Scostò un ciuffo che l'era finito sui capelli e si girò verso Lily pronta a parlare, le parole le morirono sulle labbra non appena li vide accoccolati uno sull'altro. Sorrise osservando le teste di Dakota e Lily poggiarsi delicatamente una sull'altra. Erano così carini e sperò che un giorno anche lei trovasse un uomo che l'amasse come Dakota amava Lily.
**
Aveva programmato tutto: prima avrebbero sequestrato la sposina, addobbandola per l'occasione con fascia e velo; poi si sarebbero recate a prendere un aperitivo in un localino carino; si era documentata e aveva visto le recensioni su TripAdvisor. Infine, dopo aver cenato si sarebbero godute lo strip. Per quell'occasione aveva preso contatto vari spogliarellisti, esaminando personalmente le loro foto via web.
Doveva ammettere il maschio latino aveva il suo fascino e quasi invidiava la sposa, l'avrebbe tranquillamente preso il suo posto ricevendo le attenzioni del bel tenebroso Italiano, magari così sarebbe riuscita a scacciare dalla mente l'ennesimo fallimento amoroso.
La relazione con Billy era iniziata male e finita con porte sbattute e un litigio che aveva senza dubbio svegliato la nonnina ottantenne che abitava nel suo pianerottolo.
Ava scosse il capo cercando di cancellare dalla mente quei pensieri, doveva pensare a Charlotte, farla divertire era ciò che più le importava. Lily l'aveva informata del casino che Mark, il suo capo e prossimo sposo, aveva rischiato di far saltare il matrimonio. Aveva un po' di soggezione, anche se grazie alla sua proverbiale verve non sembrava, ma se Mark avesse in qualche modo ferito ancora Charlotte non avrebbe mai avuto tregua e al diavolo il lavoro... Charlotte era più importante che lavorare per la Brown Corporation. Avrebbe trovato un altro impiego, magari sarebbe potuta tornare in Georgia dai suoi genitori.
Che cretinate stava pensando? Lei odiava la Georgia...
*
- Erano arrivate quella mattina e dopo essersi riposate un poco e poi avevano fatto un giro per Como. Quel paese era veramente un incanto e la villa sembrava una reggia. L'indomani si sarebbe svolto il matrimonio e da quello che aveva sentito, Mark si era occupato dei preparativi. Forse l'avrebbe fatto sopravvivere per la felicità della sua amica e del bambino che aspettava. Certo che quei due non avevano perso tempo: un fidanzamento lampo, un matrimonio e già un bambino in meno di un anno di conoscenza.
- Siete pronte?- disse entrando nella stanza di Charlotte, Lily era seduta sul tappeto e giocava con le sue bambine mentre Charlotte, ancora sdraiata sul letto dopo il riposo del pomeriggio, sollevò lo sguardo verso la porta in cui Ava si trovava.
-Siete ancora così- costatò osservandole con sguardo truce.
Aveva programmato di uscire verso le sette, ogni cosa doveva essere perfetta e non potevano perdere tempo ma anche Lily, l'altra testimone, sembrava remare contro la sua stupenda idea.
- Ava - ripeté lagnandosi Charlotte – veramente mi sembra...-
- No cavolo, ora ti alzi da quel letto e vai a prepararti A.
- Io non voglio...-
-Vuoi che ti lavi io? Sappi che non sono molto delicata - le bambine risero al solo sentire le parole che Ava dedicò a Charlotte, questa sbuffò alzandosi di malavoglia.
- Che intenzioni hai?- domandò quando si chiusero nel bagno lontano dalle orecchie delle bimbe.
- Non posso dirti nulla, è una sorpresa -
- Ava sappi che non indosserò né veli ridicoli e tanto meno terrò in mano bouquet con falli-
- Oh cazzo!- disse schiaffeggiandosi la fronte – il bouquet me lo sono scordata-
- Ah, ah, ah. Divertente. –
- Dai sarà piacevole, una serata all'insegna della pazzia solo noi tre -
- Come no, io detesto queste cose e lo sai bene...-
Ava arricciò il naso.
- Non ti sto costringendo a fare nulla di oltraggioso, dobbiamo solo uscire e divertirci. Non vedo niente di male in questo... -
- Lily ha detto che ci sarà uno spogliarellista -
Ava aprì la bocca sconvolta, quella era una sorpresa come aveva potuto raccontarle tutto.
- No. Non se ne parla - disse Charlotte intuendo che non era uno scherzo, ma la realtà.
Ava sbuffò, -Io ho organizzato tutto-
- Lo sapevi Ava che non amo quel tipo di spettacoli e qui poi mi conoscono tutti-
- Quindi? Visto che ti conoscono non puoi divertirti?- domandò scocciata.
- Possiamo divertirci in altro modo, veramente...-
Ava incrociò le braccia sotto il seno e sbuffò sedendosi sulla tazza del water mentre Charlotte si lavava.
- Mi dici che hai?- domandò l'amica, sei strana da quando sei arrivata e lo so che ti stai sforzando.
- Billy mi ha lasciata- ecco l'aveva detto e ora trovarsi gli occhi sconvolti e preoccupati di Charlotte metteva ancora più in evidenza quanto fosse una fallita.
- Oh...-
- Non dire nulla, è meglio così- aggiunse – non ho poi perso un grande partito-
-Ti ha...-
- No, almeno non mi ha cornificato, se è questo che intendevi-
Charlotte annuì.
- Ha solo chiarito con enfasi e parole dannatamente cattive che stavo correndo troppo per i sui gusti e che non aveva alcuna intenzione di venir incastrato in un'altra relazione-
- Bastardo!- sibilò Charlotte.
- Già... per fortuna non ne ero ancora innamorata -
Disse cercando di sorridere all'indirizzo di Charlotte che allargò le braccia confortandola.
Finalmente era riuscita a confidarsi
- Allora ora che sai tutto, dovresti assecondarmi- disse Ava convinta di aver così incastrato l'amica.
Scordatelo, usciremo a cena fuori ma zero che assisterò allo spogliarello di un uomo...-
- Che c'è, hai paura che il suo serpente ti ammali più di quello di Mark -
- Ava!-
- Che cosa ho detto! - disse fingendosi innocente
- Lo sai che...-
- Sì ma non puoi essere certa che sia il solo serpente della tua vita, secondo me dovevi provarne di più per avere la certezza...-
- Di cosa parlate?- chiese una delle bimbe intrufolandosi nel bagno.
- Di serpenti – rispose Ava divertita, - Ti piacciono i serpenti Grace?- domandò.
- NO, che schifo- rispose la bambina.
- Ah, ah, ah, ne parliamo tra dieci anni- replicò sibillina uscendo dal bagno.
**
Charlotte era stata chiara e alla fine aveva dovuto assecondarla perché non c'era scelta: niente velo, alcun mazzolino e nemmeno il tanto agognato strip; però era riuscita a convincere sia Charlotte, sia Lily ad andare a ballare. Così non aveva perso tempo e si era collegata al telefonino per capire quale fosse la discoteca più carina, cercandone anche una vicina al locale dove si sarebbero recate per cena, per non spostarsi molto dalla città.
Forse anche senza fiumi d'alcol e un uomo latino che ballava per loro coperto da uno striminzito perizoma tigrato, si sarebbero divertite, ma come si sbagliava...
La cena era stata deliziosa, una pizza, tante risate e mille aneddoti sulle imminenti nozze. Charlotte era così ebbra di felicità che ad Ava si scaldò il cuore e tutto sembrò scomparire perfino le sue pene.
Poi scorse lo sposo e uno dei testimoni in un tavolo poco distante e storse le labbra non appena Lily paventò l'idea di andare a salutarli, assecondata da Charlotte.
- No...- cercò di dire ma le due amiche nemmeno l'ascoltarono, così non le restò altro da fare che unirsi a loro. Guardò per un solo secondo Lily e notò che Dakota non era per niente sorpreso di trovarla lì, la deduzione fu istantanea: Lily aveva spifferato tutto al marito.
Sbuffò sonoramente infischiandosene di infastidire quei quattro che non le davano udienza.
- Ma bravi! Che cosa diranno le vostre donne se sapessero che vi siete già consolati tra le braccia di altre avvenenti fanciulle –
La voce di un uomo che non conosceva le arrivò alle spalle, la sua risata argentina risuonò nelle orecchie di Ava, era calda e avvolgente come una coperta di cachemire.
Decisamente sensuale, pensò.
S'immaginò che l'uomo fosse affascinante e tenebroso come la sua voce, così si voltò lentamente a guardarlo e le si mozzò il fiato. Conosceva quell'uomo per averlo visto più volte sui manifesti durante la campagna elettorale svoltasi alcuni anni prima. Il suo nome era Nick Bolton ed era un fervido Repubblicano, senatore dello stato di Washington D.C. e un vero mascalzone a detta dei suoi oppositori.
Certo basarsi su ciò che si vociferava durante le campagne elettorali non era certo un metro di valutazione valido, ma non ne aveva altri ed era sicura che non avrebbe avuto alcun modo di conoscere l'uomo dietro di lei.
Ava impallidì all'istante, suo padre avrebbe storto il naso al solo pensiero di saperla in una stessa stanza con uno del suo calibro.
- Nick amico, pensavo che non arrivassi più...- disse Mark. Ava non si perse la scena. Mark sembrava conoscere bene l'uomo, anche se Charlotte non le aveva mai parlato di lui, a stento credeva che conoscesse il suo nome.
- Lui è Nick - disse Mark – l'altro pazzo che ho scelto come testimone - Charlotte sorrise e gli strinse la mano. Nick Bolton era un uomo accattivante, aveva un sorriso scaltro e degli occhi molto espressivi, verdi però per il resto differiva particolarmente dall'idea standard di politico. Parlava poco se non interpellato, e solo per interrompere Dakota e questo era un bene visto le innumerevoli assurdità che stava dicendo.
Era elegante e raffinato, un vero signore anche se non le aveva nemmeno rivolto la parola, si era mostrato molto affascinato da Charlotte e più volte le aveva domandato se era sicura a volersi sposare Mark.
- Lo sai che russa?- disse all'improvviso attirando la sua attenzione. Ava si perse ad ammirare la linea della mascella volitiva , il collo che contrastava
- Ah, ah, ah... io non russo per niente e Charlotte lo sa bene – rispose Mark facendo ridere tutti, tranne lei che era assorta nei suoi pensieri.
- Io mi chiedo come fai tu a saperlo?- domandò Dakota –ammettilo che quando andavamo in campeggio rimanevi sveglio ad ammirarci.
Nick scosse il capo infastidito.
- Se vuoi fare outing, sappi che per noi non cambia nulla...- continuò Dakota ridendo ormai senza alcun ritegno, anche Mark rise ma con più garbo sempre guardando l'amico, forse era suscettibile o veramente omosessuale, cosa che l'avrebbe stupita visto la sua linea politica.
- Oh che cretino, Lily mi sconvolge che ancora non te ne sia andata. Tuo marito non ha proprio speranza- disse Nick. –Mi piacciono ancora le donne...- chiarì e in quel momento i loro occhi si guardarono per la prima volta ma solo lei venne percorsa da un brivido, lui non ci badò volgendo immediatamente i suoi occhi su qualcosa di più interessante.
- Antipatico- replicò Dakota – e pensare che ti ho pure votato...- disse.
- Sì come milioni di Americani - gli ricordò Nick e per la prima volta lo sentì pavoneggiarsi come era solito fare in politica, le diede fastidio e così non ci pensò su due volte.
- Megalomane – pronunciò sbeffeggiandolo.
- Io non ti ho votato, sono Democratica - disse Ava e tutti si ammutolirono, Nick la guardò ancora e arricciò il naso non appena disse quale fosse la sua linea politica.
- Oh cazzo, questa non me la voglio perdere...- pronunciò Dakota incrociando le braccia per gustarsi la scena.
- Non credo che ci accapiglieremo qua in un locale italiano per allietarti la serata- rispose secco e sembrava infastidito.
- Peccato - disse Dakota guardando Ava.
- Come mai sei Democratica?-
- Perché non dovrei esserlo - rispose compita, ma la voce le tremò appena. Charlotte si mosse sulla sedia e Mark l'abbracciò prima che potesse intervenire.
Nick finalmente la guardò, anche se in modo strano. Ava sentì un altro tuffo al cuore ma questa volta non era suggestione, ma rabbia.
- Ah capisco... - disse intuendo cosa volesse insinuare; era strano che una democratica potesse avere come amici dei ricchi e non poteva dargli torto, lei era cresciuta in un mondo diverso dal loro. Suo padre era un impiegato, sua madre un'insegnate di scuola dell'infanzia. Ava era stata l'unica a laurearsi in famiglie e la sola ad andare via dalla città in cui era cresciuta, cambiò perfino stato.
- Non credo che le amicizie si debbano basare sul conto in banca di qualcuno e tanto meno sulla propria linea politica- affermò seria.
- Nick ... - cercò di dire Mark ma questi nemmeno l'ascolto continuando a guardare la donna di fronte a lui.
- Io non ho detto questo - Dakota aprì la bocca stupito, Nick si stava incazzando e Ava non aveva ancora detto nulla.
- Le conosco le persone come te - aggiunse la ragazza – sono convinte che tutto il mondo debba cadere ai loro piedi -
- Hai letto troppi giornali di serie B ... -
- AVA - disse – mi chiamo Ava- aggiunse capendo che nemmeno sapesse il suo nome cosa che la innervosì ancora.
- Ava hai letto troppi giornali che hanno solo travisato le mie parole-
- Sì e tu hai fatto una campagna elettorale che faceva acqua da tutte le parti -
- Ho vinto, sono un Senatore – rispose tronfio.
- Solo grazie all'inesperienza del tuo rivale -
- Inesperienza, era affiancato da uno come Clinton -
Ava sbuffò facendo capire che anche l'ex presidente non aveva il suo favore.
- Quale sarebbe il punto che non condividi?-
- L'aborto - rispose immediatamente.
- Pensavo che le donne fossero più sensibili su questo punto - cominciò lui.
- Non sei una donna e non puoi capire cosa vuol dire subire una violenza, si deve avere la libertà di decidere sul proprio corpo, ci sono molteplici situazioni che portano una donna ad abortire e non siete nessuno per poter decidere al posto di una donna -
- Sei un'assassina se abortisci e non tutte quello che lo fanno, hanno subito una violenza -
Ava era pronta a dare battaglia, bastava leggere la furia sui suoi occhi.
- Ora è meglio se cambiamo argomento - disse Charlotte prendendo la parola, accarezzando per un attimo la mano dell'amica.
Ava sorrise e subito dopo sollevò la mano richiamando l'attenzione del cameriere: doveva bere e non pensare alla sua amica che si era uccisa quando aveva scoperto che dopo essere stata violentata nel parco, aveva in grembo il figlio di quel mostro.
- Ava stai bene?- domandò Charlotte sottovoce aiutate dalla musica che si era notevolmente sollevata.
- Sì tranquilla-
- Però sui matrimoni sui gay non puoi essere d'accordo con me...- continuò Nick, e Charlotte lo guardò storto, ma il senatore non sembrò accorgersene. Ava sorseggiò il Martini e continuò a guardarlo dritto negli occhi. Perché quell'uomo l'affascinava e per quale assurdo motivo trovava divertente litigare con lui?
- Ecco ora fa outing – disse Dakota e anche Ava sorrise mentre Nick inceneriva l'amico.
- Voi Repubblicani cercate in tutti i modi di accalappiare voti, ora è di moda essere a favore dei matrimoni gay- chiarì Ava e Lily annuì convinta,
- Moda?- rispose sconvolto – io non seguo le mode, ho degli ideali-
- Alquanto discutibili – replicò Ava.
- Ava quando andiamo a ballare?- disse Lily cercando di attirare la sua attenzione e distoglierla da quella strana discussione.
- Se volete anche ora-
- Ballare?-
- Sì ha presente Senatore, quando le persone si muovono a tempo di musica - Lui rimase impassibile – Ecco quello si chiama ballare-
- Non sei per niente spiritosa-
- Non era mia intenzione esserlo – replicò e come godette nel vederlo ammutolisti alla sua frase.
**
Erano andate nella discoteca poco lontano dal locale nel quale avevano mangiato e alla fine quasi non le dispiacque nel saper che anche Mark, Dakota e in senatore si unirono a loro.
Certo era veramente il peggior addio al nubilato che avesse mai organizzato, ma Charlotte era felice e Mark sembrava rilassato mentre con lei si dimenava nella pista.
Erano carinissimi e per un attimo gli invidiò, ma la sua era un'invidia non cattiva. Charlotte si meritava di essere felice aveva sofferto così tanto nella sua vita.
- Non balli?- domandò il Senatore.
Quasi sussultò non l'aveva sentito arrivare, anzi non appena erano giunti in discoteca lui si era seduto in un divanetto e aveva ordinato da bere. Aveva promesso a Lily di smetterla di parlare di politica e si era ammutolita, ma ora lui era ritornato alla carica.
- Sì, sto solo aspettando la canzone che mi piace- rispose.
La risata di Nick la stupì, si stava forse prendendo gioco di lei?
- Io almeno so divertirmi, sono certa che tu non balli dal ballo del liceo, sempre se ci sei andato visto quanto è Democratico- lo canzonò irriverente.
- Senti... - disse lui afferrandole il braccio.
Ava lo guardò storto e Nick la lasciò immediatamente.
Che cosa gli stava prendendo? Non poteva farsi coinvolgere da una così, era completamente fuori. Lui aveva una reputazione da difendere.
- Forse abbiamo ...-
- Non abbiamo fatto nulla tranquillo, io ora vado a ballare e mi dimentico che esisti - disse sibillina lasciandolo fermo come un allocco vicino al divanetto.
*
- Tutto bene?- domandò Mark avvicinandosi all'amico dopo averlo visto accigliarsi all'ennesimo battibecco con Ava.
- Perfetto -
- Nick non offenderti per Ava è una ragazza un poco esuberante, ma non è cattiva -
- Sì tranquillo non ucciderò la testimone della tua fidanzata – chiarì cercando di rassicurarlo.
- Questo lo so non ti sporcheresti mai le mani senatore, però non vorrei che ...-
- Veramente Mark stai tranquillo, non è successo nulla -aggiunse bevendo un altro generoso sorso di quell'intruglio che avevano preparato al bar – non ho alcuna intenzione di ucciderla- Finì guardando la pista dove ora Ava ballava dimenandosi tra due che non facevano altro che toccarla.
Era carina, una rossa tutto pepe, non molto alta ma filiforme. Ava aveva grandi occhi azzurro chiaro e una pelle opalescente da cui si potevano scorgere migliaia di lentiggini che ricoprivano naso e guance. Quella sera Indossava un abitino nero che le arrivava sopra al ginocchio e scarpe certamente peccaminose, rosse come i suoi capelli. Il seno non era molto abbondante a stento doveva avere una terza pensò Nick, ma ciò che più gli piaceva di Ava era la sua bocca dalla quale uscivano frasi taglienti e irriverenti. Non era una bellezza nel vero senso della parola, niente in confronto a Kelly che era talmente bella da togliere il fiato, ma aveva chiuso con quel genere di donne. Aveva chiuso con le donne in generale e non si sarebbe certo lasciato ammaliare da una così.
- Vieni a ballare Senatore! - la voce di Ava lo fece sussultare, non si aspettava di vedersela di fronte, non dopo quella frase che aveva pronunciato prima di buttarsi in pista. L'osservò afferrare il suo bicchiere e bere senza battere ciglio il poco liquido che ancora conteneva, senza mai smettere di guardarlo negli occhi. Un brivido dovuto a quella strana atmosfera o forse a quell'intruglio lo percosse.
Eccitazione o solo suggestione?
Le mani di Ava strinsero le sue e senza nemmeno rendersi conto era lì sulla pista e ballava dopo tanto tempo, avvinghiato a una donna. In realtà lui stava fermo era lei che gli ballava intorno e lo toccava, ma non avrebbe mai osato dirle di smetterla.
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The Senator's secret woman -
RomanceCiao a tutti questa è la storia di Ava e Nick, anzi della simpatica e irriverente Ava e di quel gran stronzo di Nick Bolton, il senatore ... ***** Tutto sembra perfetto nella vita di Ava Ross: presto partirà per l'italia dove parteciperà al mat...