Lisa.

Era martedì.
La scuola era iniziata da poco,e i giorni già si facevano pesanti.
Cammino tranquillamente sulla via di casa.
Non volevo tornare a casa,li non ero al sicuro.
Probabilmente non avrei trovato mio padre,ma avrei trovato mia madre alcolizzata,mia sorella impegnata a seppellire qualche cadavere dei miei genitori nel giardino che i vicini definivano "fantastico e ben curato"e mio fratello a contare le porzioni di droga da vendere.
I vicini naturalmente non sapevano che camminavano su centinaia di cadaveri.
E io mi divertivo vederli dire a mia madre"tesoro!come fai??questo giardino e bellissimo!".
Forse anche io ero pazza.
Una persona normale avrebbe denunciato il tutto.
Erano questi i miei continui e poco piacevoli pensieri.
Ormai ero vicina a casa,mi sarei chiusa in camera come ogni volta,evitando le lamentele da ubriaca di mia madre.

Ero vicina all'entrata,posai la bici con la quale ero arrivata ed entrai.
Come pensavo,appena entrate vidi mia madre a terra,circondata da bottiglie di vino,vuoto,piangeva.
Mio padre non era in casa,potevo immaginare cosa stava facendo,ma preferivo evitare quel pensiero.
Mio fratello non c'era,stava sicuramente spacciando,e mia sorella vagava per il giardino con una pala.
L'unica normale ero io.
Normale era una parola grossa.
Ero strana per tutti,e come dargli torto,mi vestivo da creepy doll/bambina con gravi problemi.
Avevo i capelli mezzi neri e mezzi bianchi.
Almeno per quel periodo,cambiavo una vota al mese colore della parte destra dei capelli lasciando l'altra nera.
Avevo tatuaggi strani,come bambole senza testa,lecca lecca,biberon ecc...
Insomma,se vengo paragonata alla mia famiglia,quando non squarta gente,sono quella meno normale.
Comunque,rimasi un po sulla porta a guardare quella scena.
Non era bello.
Qualunque ragazza appena tornata da casa si sarebbe almeno aspettata un "buongiorno,come e andata?" da me no,ma ero abituata.
Salii in camera.
La camera che sembrava quella di una bambina,piena di pupazzi,bambole e giocattoli vintage.
Mi buttai sul letto esausta.
Era stata una giornata pesante,accesi una sigaretta e me la portai alla bocca.
Guardavo il fumo prodotto prendere forme e dimensioni diverse,era l'unica cosa che mi calmava.
Non avevo amici,e non avrei potuto raccontare a nessuno di quello che succedeva in casa Collins.
Ma comunque non lo avrei fatto.
Sarei stata uccisa dai miei stessi genitori.
Iniziai a muovere le gambe avanti e indietro,guardando le alte zeppe nere,e giocando con il bordo della gonna.
-pronto!-era la voce di mia madre,debole.
Mi alzai lentamente e scesi le scale.
Per "pronto" intendeva una pizza sul tavolo e delle forchette a terra.
Cosi come ogni volta iniziai a preparare la tavola.
Arrivarono mio fratello,justin,appena tornato dalle sue "attività" e mia sorella,mia madre no,così dopo un po iniziammo a mangiare.
Almeno a cena mi sarebbe piaciuto avere tutti intorno,ma oggi no,magari a volte era anche possibile,ma non quella volta.
Dopo aver mangiato tornai in camera,mi stesi sul letto e iniziai a leggere.
Gli unici suoni di quella casa erano quelli delle bottiglie di mia madre,e delle televisione accesa di mia sorella,Sarah.
Nient'altro,così,lentamente e leggendo mi addormentai.

-CRY BABY- la diagnosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora