The game goes on

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  << Dottoressa Dimonte, prego, si accomodi >> disse galantemente il mio capo mentre spostava la sedia dal tavolo per far accomodare la nostra cliente.
Era la prima volta che una riunione di lavoro veniva imbandita dinnanzi ad un calice di vino al tavolo di un ristorante. Poco si addiceva quel luogo alla trattazione di futuri accordi lavorativi che, soprattutto nella prima fase di brief, si caratterizzavano per la massima riservatezza. E se ci fossero state orecchie indiscrete dei competitors?
Mi guardai intorno scrutando i volti degli altri ospiti del locale cercando qualche espressione che desse conferma ai miei timori ma vedevo solo turisti e persone normali intente a godersi il loro pasto. Il mio sguardo, allora, si posò sul mio capo e, con aria interrogativa per quella situazione che mandava in tilt tutti i miei campanelli d'allarme, cercavo di comprendere il perché di quella scelta; forse di affari avremmo parlato dopo, nella riservatezza della sala riunione dell'agenzia.
<< Sa dottoressa, Emma ha avuto il piacere di saldare, se così vogliamo dire, il suo debito. >> disse Andrea attirando la mia attenzione e forzando la mia partecipazione alla discussione.
<< Ah, e come è andata con Mr Leto? Ti sei trovata bene Emma? >> mi chiese quella donna avvolta in un elegantissimo completo pantalone grigio perla. << Serata piacevole. Tutto sommato è andata molto bene >> risposi sforzandomi di sorridere il più possibile per dare maggior conferma a quelle parole.
Ad essere sinceri non avevo più pensato a quella serata, per me era un capitolo chiuso da abbandonare nel passato e non capivo perché il mio capo aveva riportato quell'argomento alla luce.
"Andrea che stai combinando?" mi chiedevo mentre lo fissavo con insistenza per fargli notare il mio disappunto e per tentare un dialogo telepatico. Il mio capo mi ignorò!
Si udì la suoneria di un cellulare e la director Gucci afferrò la sua borsa di elegante manifattura e rispose << Siamo dentro, ti stiamo aspettando. >>
Ed all'improvviso comparve davanti a noi Mr Jared Leto in persona.
Non ci potevo credere! Che ci faceva lì? Perché presenziava ad una riunione di lavoro e, soprattutto, perché il mio cliente lo stava aspettando?
<< Scusate il ritardo, ho calcolato male i tempi ed il traffico non ha giocato a mio favore. Jared Leto, piacere. >> disse allungando la mano verso il mio capo per presentarsi. Questo lasciò intendere che la dottoressa Dimonte era da elencare tra le sue conoscenze ed il modo familiare con cui si salutarono e si scambiavano battute ne fu la conferma.
Mi alzai in segno di rispetto e gli porsi la mano per salutarlo ma la sua risposta mi lasciò basita ed imbarazzata: invece di rispondermi con una convenzionale stretta di mano si avvicinò e mi lasciò un casto bacio sulla guancia.
Non ci potevo credere!
Sentì la faccia andarmi letteralmente a fuoco per quell'inaspettato gesto.
Da quanto c'era tanta confidenza tra me e Mr Leto? E poi davanti al cliente! Cosa avrebbe pensato di me e quali assurde situazioni avrebbe fantasticato sulla nostra serata. Stavo letteralmente odiando Jared Leto e la sua presenza mi era orticante; non desideravo altro che stesse il più lontano da me, sperando che quel pranzo durasse un istante.
<< Jared. Posso darti del tu? >> chiese Andrea << accomodati vicino alla tua amica Emma >> e così gli cedette il suo posto per sedersi proprio di fronte a me.
Amica? Andrea cos'era quel colpo basso?
Mi voltai verso Jared ed inizia a fissarlo intensamente, magari riuscivo a polverizzarlo con lo sguardo oppure volevo tentare, anche con lui, un fallimentare dialogo telepatico? Forse lo avrei costretto a girarsi verso di me e darmi spiegazioni sul perché della sua presenza, peccato che risultai sprovvista di superpoteri.
In quel completo scuro e con la barba ben rasata non sembrava neanche l'uomo con cui ero stata a cena sabato sera.
Studiavo il modo in cui gesticolava per dar enfasi a quanto stava dicendo; il suo sguardo fisso sugli interlocutori e poi quel sorriso: un risolino dolce, quasi innocente, che procurava un barlume all'interno del suo azzurro addolcendogli lo sguardo. E davanti a quel sorriso persi interesse verso tutti i miei perché e mi abbandonai alla sua narrazione.
<< Emma, ho una sorpresa per te >> mi comunicò il mio capo richiamandomi all'attenzione << La soddisfazione per il tuo lavoro è stata tale che il brand ha deciso di affidare a te la supervisione dello spot tv che l'agenzia produrrà per il profumo Guilty... di cui Jared sarà protagonista. >>
<< E' stato lo stesso Jared a chiedere la tua attiva partecipazione a questo progetto.>> aggiunse la donna davanti a me.
<< Credo che Emma sia veramente molto valida. Il suo evento mi ha colpito e quando ho capito, leggendo il contratto, che sarebbe stata la vostra agenzia a lavorare anche su questo progetto mi è sembrato lecito avanzare questa richiesta. Mi trovo molto bene con lei e sarebbe molto importante, per me, lavorare ancora insieme. >> disse Jared fissandomi negli occhi e regalandomi il più dolce dei suoi sorrisi che a me sembrò un ghigno di derisione.
Era un brutto scherzo organizzato per rendermi la vita ancora più schifosa di quanto non fossi riuscita a fare io nelle ultime 24 ore?
<< Jared, noi non abbiamo mai lavorato insieme >> dissi fissandolo negli occhi.
<< Emma sarà perfetta! Sarà un valido aiuto per te. Prima di venire a Roma ha avuto un'importante esperienza a New York dove si occupava proprio di spot per la tv. Una dei miei migliori collaboratori. Una ragazza d'oro!>> puntualizzò Andrea enfatizzando la scelta del cliente.
<< Se il mio capo ritiene di affidarmi questo compito non posso far altro che accettare e ringraziare per la fiducia e la stima nutrita nei miei confronti. >> scandì guardandolo ed esibendo un sorriso di gratitudine montato ad hoc per nascondere il mio disappunto e la delusione che nutrivo per il tradimento subito.
Era un incubo!
Jared Leto era piombato nuovamente nella mia vita con la sua pesante presenza ed un'altra volta mi aveva messa con le spalle al muro impedendomi di sottrarmi ai suoi giochi.
Era sadico e provava gusto a torturarmi.
"Cosa vuoi da me Jared Leto?"
<< Emma, mi accompagni a prendere una boccata d'aria? >> ed ecco Jared che subito reclamava la mia attenzione.
"Vacci da solo...anzi perché non te ne vai a fanculo!" ecco cosa volevo urlargli ma ributtai giù in gola quelle parole; mi voltai verso gli altri commensali quasi a chiedere loro un salvagente ma, dinnanzi ai loro sorrisi di approvazione, dovetti acconsentire a quella richiesta.
Ed in angolo di strada riservato dal traffico di Roma mi ritrovai Jared Leto a pochi centimetri dal mio volto.
I suoi grandi occhi azzurri si confondevano nei miei color nocciola ed il suo respiro si infrangeva contro la pelle del mio viso. Era veramente vicino!
Tra di noi c'era la distanza di un niente tanto da riuscire a percepire il piacevole e caldo odore che trasudava dalla sua pelle candida.
Era veramente troppo vicino adesso...  

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