9-La prima volta

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Il contrasto tra le matite e i pennarelli colorati e i banchi color panna aveva sempre dato fastidio a Sara.
Odiava anche lo squittio che si sente sempre sotto la voce del professore durante una lezione che sia noiosa o meno , soprattutto se era lei, a parlare delle sue amate piante.
Si era sempre chiesta come molti di quegli studenti , così superficiali e palesemente svogliati al momento del suo esame diventassero improvvisamente preparati. Certo, non era materiale da trenta ma abbastanza per un ventisette meritato, qualche rara volta anche ventotto.

Lo capì per puro caso, un martedì mattina, mentre passava per dei dormitori al fine di raggiungere la stanza che era stata affidata a sua figlia (ma in cui Emily mai aveva messo piede ) e ad una sua compagna di corso. Non riusciva neanche lei a capire perchè Louis avesse spinto Emily ad intraprendere il corso di letteratura e ancora meno perchè lei avesse accettato dal momento che era chiaro che lo odiasse , ma non le importava così tanto, pensava che prima o poi avrebbe trovato la sua strada, vita sua , affar suo.

Prima di raggiungere la stanza in questione un puzzo di erba mista ad alcol le aveva fatto storcere il muso. Si fermò immediatamente , dietro la porta semichiusa se non per un minuscolo spiraglio , pronta a sgridare quei ragazzi come solo lei poteva fare.
Sara era sempre stata una forte sostenitrice ed amante delle regole, più ce n'erano, meglio era e l'aver portato sostanze illegali all'interno di un dormitorio poteva costare l'intera carriera universitaria a quei ragazzi.
Eppure, in quel breve e fugace istante una voce dentro di lei le aveva gridato di bloccarsi, ed era la stessa che qualche giorno dopo l'avrebbe spinta ad ingoiare la pillola che teneva da ore chiusa nel palmo della sua mano.

Sentì dei ragazzi bisbigliare all'interno, uno le sembrò di riconoscerlo dall'intonazione graffiata della sua voce, era già famoso tra le matricole per aver violato le leggi del campus in modo teatrale e di averlo messe in rete raccogliendo milioni di visualizzazioni su diversi social, una vera e propria leggenda.

L'altro non riuscì bene a definirlo anche perchè non disse quasi nulla oltre a qualche "si" tra una frase e l'altra del compagno.
Si era stretta poco dietro la porta , con la sua agenda aperta, per non attirare gli sguardi indiscreti degli altri studenti e con la coda dell'occhio aveva preso ad osservare i due che si stavano passando una canna di medie dimensioni tra le mani, come se nulla fosse.
Vide Steve, l'attore nato estrarre una bustina trasparente dalla tasca interna della sua giacca e lanciarla verso quello che poco dopo chiamò Bennie.

Bennie era biondo, con la pelle chiara come quella di Sara, invece Steve aveva i capelli di un rosso acceso e innaturale e il volto segnato da due occhiaie scolpite sotto allo sguardo più fatto che la donna avrebbe mai visto nella sua vita. Oltre il suo ovviamente, lei sarebbe andata molto oltre il disagio di Steve ma allora non poteva prevederlo.

Il biondo tossì dopo l'ultimo tiro, lamentandosi della bassa qualità di quella roba fino a beccarsi un pugno goliardico sulla spalla da parte di Steve.
<Lo so amico, ma Zackary riesce a coltivare solo questa merda da quando l'hanno beccato, tiene le piantine nello scantinato della nonna, insieme ai pannolini sporchi di piscio. Devo proprio trovare un altro fornitore>
<Sarebbe anche l'ora>sospirò Bennie, scuotendo la testa.
<Invece dimmi amico , hai un po' di ...>
Lasciò la frase in sospiro e fece una O congiungendo il pollice e l'indice della mano.

L'altro scoppiò a ridere.
<Le biglie intendi?>
<Si , sono stanco ma non posso proprio avere del tempo per me ,ho un esame tra cinque giorni, microbiologia vegetale con quella palla al piede della Grey> spiegava Bennie e nel frattempo osservava il compagno alzarsi e andare verso la porta.
Sara pensò di essersi fatta beccare, e di cosa poi? Stava solo controllando l'integrità degli studenti del campus, nessuna colpa. Stalking, avrebbe potuto dire qualcuno, l'avrebbero accusata di voyeurismo ?

Non fece in tempo a rispondersi che Steve si chinò proprio dietro la porta e prese a frugare nel suo zainetto della eastpack grigio topo.
<A che punto sei?>chiese, estraendo un pacchetto pieno a metà di pillole bianche.

<Non ho neanche iniziato fratello, nella merda più scura>

Sara storse il naso all'immagine disgustosa che si presentò nella sua testa. Una ragazza si fermò davanti a lei con un'espressione stranita in volto, lei le fece cenno di allontanarsi, quasi fosse un poliziotto in piena retata.
Non capiva perchè ma la discussione tra quei due deficienti le sembrava più interessante del previsto, voleva saperne di più. Cosa c'entravano le pillole con il suo esame, e poi non le sembrava di aver mai visto quel ragazzo alle sue lezioni, anzi ne era certa.
Come sperava di passare da non frequentante e impreparato a soli cinque giorni dall'esame.
Avrebbe tentato il tutto per tutto per poi fare una brutta figura davanti al docente più influente di quella facoltà?

Sara poteva già sentire La soddisfazione nel bocciarlo dopo la prima risposta sbagliata. L'aveva definita una palla al piede, pazzesco.

<Ok, sarà una noia , ma l'hai vista? Non è niente male , me la farei volentieri, con quegli stupendi occhi verdi, chissà com'è a letto">

<Dio, che schifo, mica ti sei innamorato ?>

A Sara veniva da vomitare da un minuto all'altro sarebbe piombata in quella stanza e loro avrebbero rimpianto a vita quella discussione.

Steve si rimise seduto, e avvicinò il volto all'altro , porse la mano chiusa a pugno. Bennie gliela sfiorò e prese le cinque biglie bianche per poi infilarsele nella tasca dei jeans.
<Perchè solo 5?>

<Sono roba buona , e costosa , mi devi duecento dollari per venerdì>

<Cazzo,quaranta a pillola, sono a base di platino o cosa?>
<Ecstasy della miglior qualità, Meglio di qualunque schifezza tu abbia mai preso, con queste non solo resti sveglio fino all'esame, ma ti garantisco anche un trenta , anzi, persino la lode. Porta i miei saluti alla Grey>
Disse il rosso, facendo schioccare la lingua nel palato.

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Sara aveva pensato per ben quattro giorni a quello che aveva visto. Alla fine non era andato tutto secondo i piani, non aveva dato una lezione a quei ragazzi ma anzi era scappata con la coda tra le gambe pochi secondi prima che Bennie uscisse e la potesse vedere.

E quella mattina avrebbe visto il risultato che cinque giorni di assenza di sonno e studio matto e disperatissimo avevano avuto su Bennie, sinceramente dubitava anche che alla fine si sarebbe presentato.

E invece , contro le sue aspettative , lo vide in prima fila, insieme ad altri studenti che si mangiucchiavano le unghie a causa dell'ansia che la sua prova tendeva ad indurre.
Da vicino la vide ancora meglio l'assenza di un qualsiasi indicatore di stanchezza, il suo viso lungo e pallido sembrava persino riposato, gli occhi blu trasmettevano solo una grande serenità.

Sara pensò dapprima di aver sbagliato persona ma poi il ragazzo si presentò come Bernard Vancouver.

C'è la mise tutta per rendere la sua prova difficile,spulciando nella sua mente in cerca delle domande più insidiose di fronte alle quali uno studente non avrebbe potuto fare altro che chiedere scusa e presentarsi la volta successiva, ma Bernard ce la fece egregiamente.

Rispose a tutto, senza tralasciare una singola virgola e Sara non potette far altro che concedergli quella maledettissima lode.

Qualche giorno dopo incontrò Steve in un bagno in disuso nell'ala est del plesso universitario e strinse tra le sue mani la prima dose della sua vita, credendo anche ingenuamente che sarebbe stata l'ultima.
In fondo voleva solo provare.

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Eccomi adoratissimi lettori, scusate per l'assenza e spero che il capitolo vi sia piaciuto ♥️, ci vediamo la prossima settimana con il capitolo 10.

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